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Autostrade non è un caso isolato. A Telecom Italia garantito un rendimento di quasi il 9% per la vecchia rete in rame

Molti politici e addetti ai lavori si sono scandalizzati in questi giorni dopo aver scoperto che la concessione in essere riconosceva ad Autostrade un rendimento lordo del 10,21% (il cosiddetto WACC – Weighted average cost of capital), seppure a fronte di un certo livello di investimenti garantiti.

La circostanza ha fatto inevitabilmente irritare opinione pubblica e consumatori.

Ma il caso delle Autostrade non è isolato, riguarda anche le telecomunicazioni dove la situazione potrebbe essere anche più scottante.

A Telecom Italia (TIM) viene infatti garantito un rendimento di quasi il 9% per la vecchia rete in rame.

A deciderlo è la delibera di AGCOM 623/15/CONS del 5 novembre 2015, l’anno dell’ultima analisi di mercato svolta dall’Autorità regolatoria italiana.

E per essere più precisi la delibera garantisce a Telecom Italia un rendimento pari all’8,77%, per una rete che (e qui è l’aggravante di non poco conto) non sembra essere destinataria di particolari investimenti.

Confidiamo, francamente, in un intervento immediato di AgCom, che riveda drasticamente al ribasso questo valore, non più giustificato.

Del resto i valori in questione si rifanno all’analisi di mercato per il triennio 2015-2017 e si dovrà metter mano al più presto all’analisi di mercato per il triennio 2018-2021.

Con un rendimento minore, anche la vecchia rete in rame di Telecom Italia avrà conseguentemente un valore molto minore.

Al contrario, oggi il valore della rete in rame è ingiustificatamente alto e una decisione di segno opposto incoraggerà inevitabilmente il mercato in direzione di maggiori investimenti verso le nuove reti in fibra, in linea con quanto avviene in altri paesi europei e con le aspirazioni di crescita della nostra economia nazionale.

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