I dati

Automobili e smog, 18 Stati americani contro Trump. Nel mondo 7 milioni di morti l’anno

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Una lega di 18 Stati americani cita in giudizio il Governo degli Stati Uniti: basta inquinamento da traffico, basta respirare aria di scarsa qualità. Nuovo Report ONU: 7 milioni di morti premature ogni anno a livello mondiale per inquinanti nocivi.

L’amministrazione Trump è stata citata in giudizio da un’alleanza di 18 Stati americani guidati dalla California. Oggetto dell’azione legale la decisione del Presidente degli Stati Uniti di allentare e non poco i vincoli sulle emissioni nocive di automobili, camion e altri veicoli a benzina e diesel, definiti da Washington troppo stringenti e dannosi per l’industria dei trasporti.

Al centro delle proteste c’è l’Agenzia per la tutela ambientale (Epa), colpevole di aver depotenziato il corpo normativo messo su da Barack Obama per ridurre il livello di inquinamento dell’aria soprattutto in città, con l’obiettivo di ridurre le emissioni del 10% entro il 2020.

Sarà lo Stato della California a fare causa all’Epa, si legge sul New York Times, se procederà con l’intenzione di abolire il provvedimento voluto dall’ex Presidente Obama a favore della maggiore autonomia locale in termini di limiti ai gas serra (ogni Stato decide i suoi).

La causa contro Trump è stata depositata presso la Corte di appello del Distretto della Columbia e sono 18 Stati, rappresentanti 140 milioni di cittadini americani: “Che si sono uniti per evitare che l’Epa e quindi il Governo degli Stati Uniti violi il Clean Air Act”, ha dichiarato il Governatore della California, Jerry Brown.

Gli Stati che hanno mosso guerra legale a Trump sono: California, Connecticut, Delaware, District of Columbia, Illinois, Iowa, Maine, Maryland, Massachusetts, Minnesota, New Jersey, New York, Oregon, Pennsylvania, Rhode Island, Vermont, Virginia e Washington.

Il Clean Air Act, introdotto nel 1970 e modificato più volte, rappresenta la normativa fondamentale che fissa la disciplina sulla qualità dell’aria negli Stati Uniti e soprattutto prevede l’obbligo per l’Epa di fissare standard nazionali di qualità dell’aria per determinati tipi di inquinanti.

Il problema è sorto già all’indomani dell’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, quando era chiara l’intensione del nuovo Presidente USA di allentare le restrizioni sui carburanti fossili e di consentire al mercato americano di continuare a consumare benzina e diesel nel settore dei trasporti in barba ai cambiamenti climatici, al surriscaldamento globale, alle morti premature per la cattiva qualità dell’aria, alle indicazioni generali della COP 21 sulla necessità di promuovere al più presto un’economia decarbonizzata (low carbon economy).

Un anno fa esatto, Trump ospitava in Michigan i rappresentanti delle maggiori case automobilistiche d’America (tra cui Sergio Marchionne, ceo di Fiat Chrysler), prendendo nota delle loro esigenze di mercato, della loro richiesta di poter rimanere liberi di inquinare per ragioni prettamente economiche, di profitto: troppo costoso l’adeguamento alle leggi volute da Obama in materia di inquinamento dell’aria, 200 miliardi di dollari in 13 anni.

Un costo quindi troppo elevato da sostenere e che avrebbe impedito altri investimenti in settori strategici, vedi l’industry 4.0 e le auto a guida autonoma, senza contare i possibili licenziamenti per mancati profitti (Trump in campagna elettorale aveva promesso migliaia di nuovi posti di lavoro e la conferma di quelli già avviati anche a partire dall’industria automobilistica).

Ogni anno, intanto, ha ricordato il New York Times, 214 milioni di automobilisti americani sono responsabili delle emissioni senza freni di 2.400 miliardi di tonnellate di CO2.

Un nuovo Report delle Nazioni Unite ha calcolato che oltre 7 milioni di persone al mondo perdono la vita ogni anno a causa dell’inquinamento dell’aria dovuto all’emissione incontrollata di anidride carbonica, particolato (PM 10, PM 2,5), ozono (O3), anidride solforosa (SO2) e diossido di azoto (NO2).

Ormai, si legge nello studio, quasi il 90% della popolazione mondiale vive in aree ad alta concentrazione di inquinanti emessi nell’ambiente e 1,7 milioni di bambini l’anno sono vittime dirette di questi veleni.

I Paesi più colpiti sono quelli del Mediterraneo orientale e del Sud Est asiatico, mentre il più alto numero di siti inquinati al mondo spetta all’Europa.

Negli Stati Uniti, si legge infine in un recente Report dell’American Lung Association, quattro cittadini su dieci, circa 130 milioni di americani, vivono in ambienti caratterizzati da scarsa qualità dell’aria.

Otto delle dieci città più inquinate degli Stati Uniti si trovano in California.