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Auto, nel 2017 i furti calano del 5,5%. Ecco le più rubate

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In Italia calano i furti e purtroppo i ritrovamenti, Campania e Roma le zone preferite dai ladri, Panda ancora la più rubata: tutti i dati del 2017.

Le auto sono sempre più protette dai furti ma di pari passo i ladri si aggiornano e riescono ad eludere i moderni sistemi di sicurezza. Il rapporto annuale sui furti in Italia nel 2017 evidenzia un calo rispetto all’anno precedente (guarda qui i dati del 2016), l’altra faccia della medaglia vede però in diminuzione anche i ritrovamenti. Tra le utilitarie più rubate ci sono ancora i modelli FCA, mentre facendo una collocazione geografica la Campania risulta in testa per numero di furti e Roma è la città con più autoveicoli rubati. I dati provengono dall’EUVID (European Vehicle Identification Database), a cui contribuisce anche la Polizia Stradale: ecco tutti i numeri emersi dal Meeting of Vehicle Identification Expert tenutosi a Maranello.

Una buona e una cattiva notizia. Partiamo dalla prima: nel 2017 i furti di autoveicoli in Italia sono stati 103.030, il 5,59% in meno rispetto ai 109.134 del 2016. A questi numeri risponde però la cattiva notizia: sono diminuiti anche i ritrovamenti, pari nel 2017 a 44.040 in confronto ai 49.801 dell’anno precedenti, una differenza dell’11,57%. Nonostante diverse importanti operazioni effettuate dalla Polizia che hanno portato a 536 denunce, 177 arresti e 372 sequestri per furto, i ladri riescono a farla franca più di prima grazie a nuove tecniche e un’elevata conoscenza delle tecnologie delle nostre auto.

La Panda la più rubata 

FCA comanda la classifica delle auto più vendute in Italia, purtroppo per loro è in testa anche alla top ten di quelle più rubate, probabile che ci sia un legame ma difficile stabilirlo (qui gli ultimi dati di mercato). L’auto meno facile da “tenere” perché vittima preferita dei ladri è la Panda con 9.719 unità, seguita da altre due FIAT: la Punto con 8.395 esemplari rubati e la Cinquecento con 7.008. Al quarto posto sempre FCA con la Lancia Y ma nettamente staccata (3.522 furti) mentre la prima straniera è la Volkswagen Golf con 2.830 vetture rubate nel 2017. Decisamente più bassi i numeri relativi al mondo dei SUV, segmento in continua crescita per quanto riguarda le immatricolazioni. La più rubata della categoria è la Nissan Qashqai con “appena” 675 unità, seguono la Kia Sportage (433) e la Land Rover Range Rover (407), numeri che però non combaciano con il trend di mercato.

Le aree di rischio

I dati diffusi dalla Polizia Stradale evidenziano alcune zone più soggette a furti, la distinzione è stata fatta per regione e per città. Così come nel 2016, anche nel 2017 la Campania risulta la regione in cui sono avvenuti più furti, precisamente parliamo di 20.293 auto, veicoli rubati che corrispondono al 19,7% del totale nazionale. Di poco inferiori i furti registrati nel Lazio, 18.690 per un peso del 18,14% su scala nazionale, a cui fanno seguito la Puglia (15.725) e la Lombardia (13.161). Concentrando il focus sulle città troviamo Roma in testa con 17.146 furti, poi Napoli con 13.935 e Milano con 8.213; non per niente sono le città italiane più grandi per abitanti e questo porta a pensare che il maggior numero di furti sia direttamente proporzionale alla quantità di veicoli circolanti e non alla presenza di specifiche organizzazioni criminali.

I ladri del 2000

Dal rapporto della Polizia emerge inoltre un “identikit” dei nuovi ladri, non più associabili a persone poco colte armate di spadino ma a veri e propri geni dell’informatica che applicano le proprie conoscenze per perseguire scopi malvagi – scopri che le auto keyless sono comunque facili da rubare. Spesso ad occuparsi di furti di auto sono organizzazioni provenienti dall’Est Europa che grazie a congegni tecnologici riescono a rubare un veicolo in pochissimo tempo senza causare alcun danno alla vettura, il che li rende ancora meno riconoscibili per una pattuglia stradale. La polizia indica inoltre i due fini principali per cui vengono rubate le auto: vendita delle componenti nel mercato nero (qui un approfondimento) e reinserimento del veicolo sul mercato con dati identificativi e documenti falsi.