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Auto elettriche, ancora crescita a tre cifre in Italia: a settembre +157%

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Dopo tre mesi di flessione, torna a il segno positivo sul mercato nazionale dell’auto, con +142.136 nuove immatricolazioni a settembre 2019, con un incoraggiante +13,4% su base annua.

Entrando nello specifico dei dati diffusi dall’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere nel nostro Paese, alla voce “alimentazione”, oltre all’aumento delle vendite di auto a benzina (+30,4%), del crollo del diesel (-14%) e dell’affermazione del Gpl e del metano (rispettivamente con un +7,8% e del +2,5%), i veri attori del mercato automobilistico italiano sono le auto elettriche, ibride e 100% batteria.

Le autovetture elettriche ibride hanno sfiorato a settembre le 11.000 immatricolazioni, in crescita di oltre il 40% al 7,7% di quota mercato nel mese e al 5,6% nel cumulato gennaio-settembre di quest’anno.

Ottima anche la crescita delle auto 100% elettriche, che registrano un +156,8% a settembre, incremento che aumenta nell’analisi al netto del noleggio.
La quota nel mese delle ecars è dello 0,9% sul totale del mercato e dello 0,5% nei 9 mesi dell’anno in corso.

A livello mondiale, invece, stando ai dati pubblicati dal Center Automotive Management, il mercato della mobilità elettrica (eMobility) ha visto l’arrivo in Cina di 628 mila nuove immatricolazioni nei primi sei mesi del 2019, tra ibride e 100% batteria, il 52% in più sul 2018.
Seguono gli Stati Uniti con un incremento del 20% delle vendite, che hanno raggiunto quota 150 mila, mentre al terzo posto si piazza la Germania, che nei primi sei mesi dell’anno ha registrato 40 mila nuove immatricolazioni, il 22% in più su base annua.
Subito dopo ci sono altri Paesi europei, come la Francia, che ha visto l’arrivo di 29 mila nuove unità, la Gran Bretagna, che viaggia sulle +27 mila unità, quindi l’Olanda con 20 mila nuove immatricolazioni.

In termini di quote di mercato, però, la situazione è molto diversa e abbiamo al primo posto la Norvegia, con le ecars al 56% del mercato nazionale, quindi l’Olanda con il 9%, la Cina con il 5,1%, la Germania, con il 2,6%, la Francia con il 2,5%, la Gran Bretagna con il 2,1% e gli USA con l’1,8%.

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