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Auto a guida autonoma, nell’Ue attesi profitti per 620 miliardi nel 2025. L’Europarlamento chiede regole in tempi rapidi

Uno studio pubblicato dall’Unione europea (Ue) nel 2018 stimava che il mercato dei veicoli a guida autonoma e connessa sarebbe cresciuto esponenzialmente, nel corso dei prossimi anni, portando così alla creazione di nuovi posti di lavoro e al raggiungimento entro il 2025 di profitti pari a 620 miliardi di euro per il settore automotive e a 180 miliardi di euro per quello elettronico.

Oggi, i membri del Parlamento europeo hanno votato a favore della relazione proposta dall’eurodeputato olandese del Partito popolare europeo, Wim van de Camp, sul tema della guida autonoma e connessa, e relativa alla Comunicazione della Commissione europea dal titolo Verso la mobilità automatizzata: una strategia dell’UE per la mobilità del futuro, proprio per favorire e rendere più rapida la transizione della mobilità su scala europea verso un nuovo modello di guida e di esperienza dei passeggeri.

Secondo il testo della risoluzione (non vincolante), approvata con 585 voti a favore, 85 contrari, 26 astensioni, in vari paesi del mondo si sta passando molto più rapidamente alla diffusione sul mercato della mobilità connessa e automatizzata e l’Ue deve essere in grado di rispondere in maniera molto più proattiva ai rapidi sviluppi in tale settore.

L’Europa deve essere innovativa, ma più rapida. La Cina e gli Stati Uniti non aspettano“, ha dichiarato il relatore Van de Camp.

Il Parlamento, si legge nella nota stampa ufficiale diffusa da Strasburgo, “esorta inoltre la Commissione e gli Stati membri ad adoperarsi per mantenere un ruolo guida nell’armonizzazione tecnica a livello internazionale dei veicoli automatizzati nel quadro della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE) e della convenzione di Vienna”.

Le richieste dei deputati e le azioni necessarie per la guida autonoma nell’Ue

Nel testo, si chiede alla Commissione di presentare norme dettagliate per i velivoli automatizzati e di definire i livelli di automazione per la navigazione sia interna che marittima, al fine di incoraggiare l’utilizzo delle imbarcazioni autonome.

Dovrebbero inoltre essere elaborate norme che rendano possibili sistemi ferroviari e di trasporto leggero su rotaia “autonomi”.

Per creare un’iniziativa strategica sul trasporto autonomo guidata dall’industria, occorre istituire un partenariato congiunto (impresa comune), sulla falsariga di “Shift2Rail”, per il trasporto ferroviario, e di “CleanSky”, per l’industria aeronautica.

Infine, la ricerca dovrebbe concentrarsi anche sugli effetti a lungo termine dei trasporti autonomi su questioni quali l’adattamento dei consumatori, l’accettazione sociale, le reazioni fisiologiche, le risposte fisiche, la mobilità sociale e la riduzione degli incidenti.

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