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Auto a batteria, in Europa crescono del 39% e le ibride valgono il 25% del mercato UE. Segni di ripresa in Italia

mobilità

Migliora il mercato auto in Europa

Nel mese di febbraio 2023 il mercato europeo dell’automobile ha visto crescere le nuove immatricolazioni di auto a batteria (Bactery electric vehicles o BEV) del 12,1%, contro il 9,7% dello stesso periodo del 2022. Bene anche le ibride elettriche (Hybrid elecric vehicles, o HEV), che hanno raggiunto una quota mercato del 25,5%, contro il 23,3% dell’anno passato.

Sono questi alcuni dei nuovi dati pubblicati dall’Acea, l’Associazione europea dei costruttori di automobili, relativi al mercato dell’automobile in Europa per il mese di febbraio dell’anno in corso, con un dato generale molto positivo, sia per le vendite complessive di vetture che sono cresciute dell’11,5% a 802.763 unità (da gennaio il dato sale a 1,6 milioni di vetture), sia per le vetture elettriche, con percentuali a doppia cifra nel Nord Europa a 302.183 vetture (BEV+HEV per il solo mese di febbraio).

Crescono le immatricolazioni di auto a batteria

Nello specifico, le nuove immatricolazioni di BEV in Europa, cioè di veicoli elettrici a batteria, sono aumentate del 39,7% con 97.300 auto e una quota di mercato del 12,1%, rispetto al 9,7% di febbraio 2022.

Ad eccezione della Repubblica Ceca (-3,2%) e della Slovacchia (-28,2%), tutti i mercati dell’Unione europea hanno contribuito a questa crescita con incrementi percentuali a doppia e tripla cifra, compresi i tre maggiori: Germania (+14,7%), Francia (+45,7%) e Paesi Bassi (+88,9%).

Bene anche le auto ibride, male plug-in

Bene anche i veicoli elettrici ibridi (HEV), con vendite in aumento del 22,3% a 204.883 unità. Questa crescita è stata ampiamente sostenuta nei quattro mercati chiave della regione: Spagna (+31,8%), Francia (+24,6%), Germania (+24,2%) e Italia (+23,9%). Attualmente la quota di mercato europea delle HEV è del 25,5%, in aumento rispetto al 23,3% di febbraio 2022.

Negativo il risultato delle immatricolazioni di veicoli ibridi plug-in (PHEV), che sono diminuite del 7,4% a 57.569 auto vendute. Un calo dovuto principalmente alla contrazione delle vendite in Germania (-44,8%), a seguito dello stop ai sussidi PHEV nel 2022.

I dati italiani

Nel nostro Paese, dopo alcuni mesi di incertezza dei consumatori (legata alla debole governance delle politiche di transizione energetica del settore auto), c’è qualche segno di ripresa degli acquisti di vetture elettriche secondo le ultime stime Unrae, l’Associazione delle case automobilistiche estere che operano in Italia nella distribuzione e commercializzazione di autovetture.

Le auto a batteria valgono il 3,7% delle vendite complessive a febbraio 2023, con 4.914 unità (contro il 2,8% del febbraio 2022). Nel cumulato gennaio-febbraio 2023 la quota è del 3,1%.

Molto positivo il dato delle auto ibride (HEV) che hanno toccato il 36,5% del totale delle immatricolazioni nel mese scorso, con 48.312 nuove vetture (contro le 38.546 del 2022), per un cumulato del primo bimestre 2023 che vale 96.024 vetture, anche qui in forte aumento su base annua (76.483 immatricolazioni nello stesso periodo del 2022.

Più timido quello delle auto elettriche plug-in (PHEV), che portano a casa a febbraio 2023 una quota complessiva del 4,2% (contro il 4,9% dell’anno passato) e 5.615 nuove immatricolazioni (11.751 nel primo bimestre del 2023).

Serve un’agenda nazionale per la transizione energetica automotive

L’industria dell’automobile sta investendo da anni centinaia di miliardi per la  decarbonizzazione, ma il tema vive in questi giorni un momento di grande confusione a livello nazionale ed europeo. Oggi assistiamo ad un dibattito non basato su dati scientifici ma inquinato da posizioni partigiane, che rischia di portare fuori strada e danneggiare sia i consumatori che i lavoratori”, ha sottolineato in una nota Andrea Cardinali, direttore generale dell’UNRAE.

“I 12 anni che mancano per il 2035 rappresentano due cicli e mezzo di prodotto, e molti Costruttori hanno già dichiarato che fermeranno la produzione di veicoli endotermici anche prima di quella data. In questo clima di incertezza, senza una chiara strategia l’Italia rischia di trovarsi in fondo al treno del cambiamento”, ha aggiunto Cardinali.

In tema di infrastrutture di ricarica, ha ricordato il DG: “Sono state stanziate ingenti risorse economiche – per centinaia di milioni di euro – per le ricariche sia pubbliche che private (per condomini, liberi professionisti e aziende), ancora inutilizzabili a causa della mancanza di norme attuative e delle piattaforme Invitalia per la prenotazione degli incentivi, che l’UNRAE auspica vengano velocemente emanate ed attivate. Questi stimoli rappresentano il pre-requisito affinché le persone ancora incerte decidano di fare scelte che avranno un impatto importante non solo sui loro acquisti ma sul loro stile di vita”.

“Nei prossimi anni – ha precisato Cardinali – la transizione energetica dovrà essere accompagnata da un’agenda di Governo, con un coordinamento stabile e programmato tra industria, mercato e istituzioni e con i necessari sostegni. Per quanto riguarda le aree metropolitane, inoltre, sarà fondamentale una stretta sinergia fra le scelte in materia di mobilità e quelle in ambito urbanistico”.

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