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Audiovisivo: promuovere opere UE e proteggere gli spettatori da contenuti illeciti e violenti

Da una parte favorire e sostenere la crescita delle produzioni europee di contenuti, dall’altra proteggere il pubblico dalla diffusione di opere illecite e soprattutto violente, questo il duplice intento dei nuovi orientamenti adottati dalla Commissione europea per aiutare gli Stati membri ad attuare la direttiva sui servizi di media audiovisivi riveduta.

Ma c’è anche un terzo obiettivo di massima: sostenere la diversità culturale dell’ecosistema mediatico e offrire ai consumatori maggiore possibilità di scelta nell’offerta audiovisiva.

Ovviamente, qui si tirano in ballo direttamente le responsabilità delle piattaforme online, che devono agire e prendere iniziativa su questi punti.

Più opere ‘made in EU’

Le norme rivisitate sui servizi audiovisivi rappresentano uno strumento per la protezione degli utenti da contenuti nocivi. Permetteranno inoltre alle società, alle imprese cinematografiche e alle altre imprese del settore dei media in Europa di creare e promuovere contenuti prodotti in Europa”, ha spiegato Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale.

Gli orientamenti, ha aggiunto Vestager, “consentiranno inoltre ai consumatori di beneficiare di una maggiore diversità nella scelta di prodotti e servizi”.

Gli orientamenti, pur non essendo vincolanti, intendono contribuire all’attuazione e all’applicazione armonizzate della direttiva”, si legge nel comunicato ufficiale.

Gli Stati membri dell’UE hanno tempo fino al 19 settembre 2020 per recepire nelle rispettive legislazioni nazionali la direttiva sui servizi di media audiovisivi riveduta.

Gli obiettivi della Direttiva

Per quel che riguarda l’ambito “made in EU”, la direttiva sui servizi di media audiovisivi intende rafforzare gli obblighi di promozione dei film e degli show televisivi europei nei servizi a richiesta, “i quali devono garantire una quota di contenuti europei pari almeno al 30% del loro catalogo e dare risalto a tali contenuti”.

La direttiva, inoltre, in termini di “protezione” dello spettatore, estende le norme europea in materia di contenuti illegali e nocivi alle piattaforme per la condivisione di video, “compresi i servizi come i media sociali per i quali la fornitura di contenuti audiovisivi non costituisce la finalità principale del servizio ma ne rappresenta comunque una funzionalità essenziale”.

Si chiede, in sostanza, che operatori online e operatori dei media tradizionali garantiscano lo stesso livello di tutela dello spettatore da opere che incitano all’odio, al terrorismo e al razzismo, soprattutto in rifermento ai minori.

La protezione dai contenuti illeciti e impropri riguarda anche le pubblicità dirette ed indirette di prodotti e servizi che non sono adatti ad un pubblico di minori.

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