Key4biz

Audiovisivo e copyright alla prova dell’AI, Viola (DG Connect Ue): ‘Più vantaggi che svantaggi’

ROBERTO VIOLA DIRETTORE GENERALE DG CONNECT COMMISSIONE EUROPEA

“L’AI è al centro dell’attività della Commissione Europea. Si tratta di una tecnologia che permette grandi cose per il settore audiovisivo, dall’automazione degli effetti visivi all’incremento della produzione video delle telecamere, riducendo così i costi di produzione e persino ringiovanire artificialmente gli attori. A mio avviso, i vantaggi nell’uso dell’AI sono molto superiori agli svantaggi”. Così Roberto Viola, Direttore Generale della DG Connect della Commissione Europea, nel suo intervento da remoto alla XXXVIII edizione di Eurovisioni che si è tenuto all’Ambasciata di Francia il 21 novembre.  

Legittime preoccupazioni

Detto questo, è evidente che vi siano delle legittime preoccupazioni nell’uso dell’AI generativa su questioni importanti e centrali per il settore, in primis il copyright e autenticità dei contenuti. L’uso dei contenuti esistenti per l’addestramento dei modelli di AI è certamente utile, “ma i creatori devono essere rispettosi”, ha detto Viola. Bene quindi l’uso dell’AI nella fase creativa, ma “i deepfake vanno combattuti”.

Per quanto riguarda il copyright, l’AI Act prevede due disposizioni in ottica di trasparenza nell’uso di contenuti protetti nella fase di addestramento dei modelli di AI.

I provider di LLM devono compilare una sintesi approfondita dei contenuti utilizzati per l’addestramento dei modelli, precisa Viola. “Si tratta di un obbligo fissato dalla Commissione Ue”.

AI e deepfake, trasparenza obbligatoria

Sono 27 i player che hanno sottoscritto il codice volontario di condotta della Ue. “Il capitolo sul copyright è un compromesso ragionevole fra le preoccupazioni dei detentori dei diritti e quelle dei provider sui termini legali dell’uso di contenuti coperti da copyright”, ha aggiunto.

E’ stato realizzato un template dall’ufficio Ue per l’AI che consente ai detentori di diritti di verificare in che modo i modelli die AI hanno utilizzato i contenuti, verificando il rispetto di scelte di opt-out e i vari accordi previsti.

Previsto inoltre nell’AI Act un obbligo di trasparenza per distinguere contenuti autentici e deepfake, per distinguere contenuti AI e contenuti umani, per evitare inganno e informazioni false.  

“E’ obbligatorio segnalare se un contenuto è stato generato con strumenti di AI”, sottolinea Viola.

Resta il fatto che la creazione di contenuti con l’AI è lecita in ambito cinematografico, fatto salvo “il giusto bilanciamento in ambito della creazione artistica”. Ma serve una regolazione europea su questo, perché diverse norme a livello nazionale sarebbero incongruenti fra loro.

Viola (DG Connect UE): ‘Servizio pubblico forte va difeso’

“Il servizio pubblico resta uno dei mezzi più importanti per difendere l’ecosistema informativo europeo e si tratta di una caratteristica peculiare dell’Europa. Credo che sia nell’interesse generale che le fonti del servizio pubblico siano affidabili, con finanziamenti pubblici in nome della trasparenza, obiettività e qualità dell’informazione”, ha aggiunto Viola. “Un servizio pubblico forte va difeso e ora è diventato legge europea, con l’articolo 5 del Media Freedom Act è una disposizione innovativa che introduce per la prima volta a livello europeo una serie di norme volte a sostenere il funzionamento indipendente dei media del servizio pubblico, che adesso in Europa è soggetto allo stesso tipo di normativa”, aggiunge.  

Le norme riguardano gli aspetti della stabilità del finanziamento e di come garantire l’indipendenza del servizio pubblico a partire dai criteri di nomina e della stabilità dei vertici.

Il servizio pubblico deve inoltre essere al passo con i tempi. L’AI cambia completamente il modo in cui le persone si informano, considerato che più del 40% dei cittadini si informa sui social e in Italia il 70% lo fa online. Il servizio pubblico deve essere presente online e i diversi servizi pubblici europei devono collaborare fra loro. “I contenuti possono essere tradotti in real time in diverse lingue”, dice Viola.

Viola (DG Connect): ‘Misurazione dell’audience con le piattaforme deve essere comparabile’

Per quanto riguarda un altro tema centrale, vale a dire la misurazione dell’audience con le grandi piattaforme, Viola ammette che si tratta di una questione complessa. L’EMFA promuove standard, l’articolo 24 del Media Freedom Act prevede che per la misurazione fra broadcaster e piattaforme ci vuole comparabilità e trasparenza. Sistemi di auto misurazione, introdotti dalle piattaforme, non sono ammessi. I gatekeepers devono fornire dati trasparenti e serve una verifica indipendente del reach e dell’engagement”.  

Infine, per quanto riguarda la creatività nel settore Media, la Ue ha stanziato più di 3 miliardi di euro nel programma Agorà 2028-2034. “Visibilità e prominence dei contenuti europei sono centrali, il programma Agorà è una direttiva SMA modernizzata in termini di diversità culturale europea”, chiude Viola.

Exit mobile version