Finestra sul mondo

Attentato al mercatino di Natale di Strasburgo, La Francia sfora la soglia del 3,5%, Brexit, Crisi Catalogna

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore.

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Francia: 2 morti e 14 feriti per un attentato al mercatino di Natale di Strasburgo

12 dic 11:20 – (Agenzia Nova) – Ieri sera un uomo ha aperto il fuoco nel mercatino di Natale a Strasburgo, uccidendo due persone e ferendone altre quattordici, di cui nove in modo grave. Lo riferisce la stampa francese, sottolineando che il bilancio e’ stato rivisto in queste ultime ore. L’inchiesta e’ stata affidata alla sezione antiterrorismo della procura di Parigi. Secondo le informazioni riportate dalla stampa, l’autore del gesto, attualmente in fuga, e’ un uomo di 29 anni, originario di Strasburgo e schedato con la lettera “S”, solitamente usata per i sospetti terroristi. Durante l’attentato, l’uomo ha ingaggiato un conflitto a fuoco con i militari dell’operazione Sentinelle. “Tra le 20h e le 21h l’assalitore si e’ confrontato due volte con le nostre forze di sicurezza” ha dichiarato Castaner durante una conferenza stampa. Non appena appresa la notizia, Castaner si e’ recato sul posto, mentre il presidente Emmanuel Macron ha interrotto un incontro all’Eliseo e si e’ avviato verso il Ministero dell’Interno per una riunione di crisi. Il ministro ha fatto sapere che il piano sicurezza Vigipirate e’ stato portato al livello “emergenza attentato”. Martedi’ mattina le forze dell’ordine avevano proceduto a una perquisizione nel domicilio dell’assalitore nell’ambito di un inchiesta per rapina e tentato omicidio. Nella casa dell’attentatore sono state ritrovate alcune granate.

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Usa, il Congresso federale interroga l’ad di Google sulla privacy e la discriminazione ai danni dei conservatori

12 dic 11:20 – (Agenzia Nova) – La Camera dei rappresentanti federale degli Stati Uniti ha tentato ieri di chiedere conto all’amministratore delegato di Google, Sundar Pichai, delle controverse pratiche di utilizzo dei dati personali da parte del colosso del web Usa, e di una serie di fughe di notizie e pratiche che attestano la discriminazione operata dai vertici e dai dipendenti di quell’azienda ai danni degli utenti di orientamento politico conservatore. Durante l’audizione, organizzata dalla commissione Giustizia della Camera, Pichai ha perlopiu’ sviato le domande dei legislatori, negando in maniera poco convincente che la sua azienda sopprima le voci di orientamento conservatore sulle proprie piattaforme: una pratica che e’ teoricamente consentita a un’azienda privata, ma non ai colossi del web come Google, che godono di una serie di esenzioni e vantaggi anche legali in virtu’ della loro classificazione come “piattaforme” che dovrebbero ospitare contenuti senza alcuna modifica o selezione. “Abbiamo una robusta metodologia per riflettere quel che viene detto in merito a ogni argomento, in ogni momento”, ha detto Pichai. Sin dalle elezioni presidenziali del2016, pero’, sono emersi diversi documenti interni, email e registrazioni da cui emergono pratiche di “shadow ban” di personalita’ politiche e mediatiche conservatrici, oltre a modifiche degli algoritmi di ricerca per ostacolare i conservatori e addirittura per favorire il voto delle minoranze a sostegno dei Democratici negli Stati contesi. “Il fatto che lei possa venire qui a dirci che non esiste discriminazione politica a Google significa che lei e’ disonesto (…) oppure che non ha idea di quanto sia politicamente fazioso Google”, ha dichiarato durante l’audizione il deputato repubblicano Louie Gohmert. All’inizio dell’audizione, il presidente della maggioranza repubblicana alla Camera, Kevin McCarthy, ha puntato l’indice contro un “crescente solco di sfiducia” tra i colossi della Silicon Valley e i cittadini statunitensi.

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Usa, scontro fra Trump e Democratici su muro a confine Messico

12 dic 11:20 – (Agenzia Nova) – Il presidente Usa Donald Trump ha minacciato di bloccare i finanziamenti per il governo se i Democratici si rifiuteranno di accettare la sua richiesta di erigere un muro al confine con il Messico, nel corso di un tempestoso incontro alla Casa Bianca con i rappresentanti del partito democratico, Chuck Schumer e Nancy Pelosi. Il blocco delle attivita’ (government shutdown) e’ una procedura che si attua quando il Congresso non riesce ad approvare la legge di rifinanziamento delle attivita’ amministrative. “Se non avremo la sicurezza delle frontiere, bloccheremo il governo, questo paese ha bisogno della sicurezza delle frontiere”, ha detto Trump nello Studio Ovale, mentre Nancy Pelosi gli chiedeva ripetutamente di mantenere riservate le loro dispute negoziali. “Non e’ male, si chiama trasparenza”, ha risposto Trump. L’insolito battibecco, scrive la “Washington Post”, ha sollevato nuove domande su come e se Trump e i legislatori potranno raggiungere un accordo entro la fine dell’esercizio provvisorio di due settimane deciso appunto per dare il tempo di cercare l’intesa sul rifinanziamento delle attivita’ amministrative. Prima dell’incontro, in una serie di tweet Trump aveva detto che se non ci sara’ accordo sul documento di bilancio che prevede una spesa di 5 miliardi di dollari per erigere un muro di cemento lungo il confine col Messico al fine di bloccare l’immigrazione illegale, a costruire la “barriera di contenimento” saranno i militari. “I Democratici… per ragioni strettamente politiche e perche’ sono stati tirati a sinistra, non vogliono la sicurezza delle frontiere”, ha scritto Trump. “Vogliono frontiere aperte per chiunque possa entrare”. “Se i Democratici non ci daranno i voti per proteggere il nostro Paese, i militari costruiranno le restanti sezioni del muro”, ha continuato, dopo aver riferito del rischio di “criminalita’ su larga scala e malattie”, che deriverebbero dalla mancata chiusura dei confini. I democratici, scrive il “Wall Street Journal”, tanto il capo dell’attuale minoranza al Senato Chuck Schumer quanto Nancy Pelosi, candidata ad essere nuova speaker (presidente) della Camera dei Rappresentanti, hanno affermato di essere contrari al finanziamento di un muro fisico, anche se potrebbero appoggiare uno stanziamento di 1,6 miliardi di dollari per la sicurezza delle frontiere. L’incontro di oggi ha tuttavia indurito le posizioni. “Il presidente ha chiarito che vuole il blocco”, ha detto Schumer uscito dallo Studio ovale. L’incontro – il primo del genere in piu’ di un anno – e’ stato il primo test, non certo tranquillizzante, di quale sara’ la nuova dinamica del potere dopo che i democratici, usciti vincenti dalle elezioni di medio termine, avranno preso il controllo della Camera, scrive la “Washington Post”.

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Spagna, nervi tesi in casa Psoe per la debacle alle regionali andaluse e la crisi catalana

12 dic 11:20 – (Agenzia Nova) – Il Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) sta mostrando chiari segni di nervosismo a causa della debacle incassata alle elezioni regionali celebrate il 2 dicembre in Andalusia e dell’escalation della crisi con la Catalogna. Lo scrive oggi il quotidiano “El Pais”, sottolineando che le ragioni del declino dei socialisti nella storica autonomia rossa sono vari e, fra queste, c’e’ propria la politica del governo nei confronti della Generalitat e il fatto che il segretario Pedro Sanchez sia riuscito ad arrivare alla Moncloa con una mozione di sfiducia sostenuta dai partiti indipendentisti. Sono questi i punti sui quali ieri, 11 dicembre, si e’ concentrato un vivace dibattito tenuto da alcuni deputati Psoe a porte chiude. I socialisti, spiega il giornale, temono che lo scenario risultato dal voto in Andalusia, dove il partito ha perso decine di migliaia di voti, possa ripetersi, su vasta scala, all’appuntamento del 26 maggio, quando gli spagnoli saranno chiamati alle urne per le municipali, le amministrative e le europee.

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Spagna, la Catalogna attenua i toni dello scontro con il governo centrale

12 dic 11:20 – (Agenzia Nova) – Dopo giorni di forti tensioni fra la Catalogna e il governo centrale della Spagna, a causa della decisione dei Mossos d’Esquadra di non intervenire per fermare il blocco dell’autostrada Ap-7 da parte dei Comitati per la difesa della Repubblica (Cdr) e delle parole del leader Quim Torra, che ha invitato a seguire la violenta “via slovena” per arrivare all’indipendenza, la Generalitat sta ora cercando di placare i toni dello scontro. A tal proposito, l’amministrazione regionale ha annunciato ieri, 11 dicembre, che garantira’ la sicurezza e l’ordine pubblico in occasione del Consiglio dei ministri che si terra’ il 21 dicembre prossimo a Barcellona. La notizia e’ oggi su tutti i principali quotidiani spagnoli. La portavoce del governo catalano, Elsa Artadi, che la scorsa settimana aveva bollato l’appuntamento dell’esecutivo di Pedro Sanchez a Barcellona come una “provocazione” e aveva giustificato le proteste dei separatisti, ha corretto il tiro dichiarando di voler “garantire i diritti di tutti: dalle riunioni del governo, alle dimostrazioni”. Le tensioni con l’esecutivo centrale erano arrivate alle stelle lunedi’ quando, con una missiva, il ministro dell’Interno, Fernando Grande Marlaska, ha minacciato Torra di inviare in Catalogna la Polizia nazionale, nel caso in cui non fosse stata garantita la sicurezza in vista del Consiglio dei ministri. A rincarare la dose, il ministro della Difesa, Margarita Robles, che ha invece messo in discussione la legittimita’ del presidente Torra, dopo le dichiarazioni shock sull’esempio sloveno e il mancato intervento contro il boicottaggio dei Mossos d’Esquadra. “Chi incoraggia alterazioni dell’ordine pubblico, non adempie alle proprie responsabilita’ di governo e chi promuove soluzioni violente, non ha il diritto di ricoprire incarichi pubblici”, ha affermato il ministro. Un’alta carica che consente un blocco autostradale di 15 ore, “e’ qualcuno che, dal punto di vista democratico, non e’ legittimato all’esercizio di qualsiasi funzione pubblica”, ha insistito la Robles, ricordando che i politici sono chiamati a “prestare servizio ai cittadini, garantendo liberta’ e democrazia”. Lo riferisce il quotidiano “El Pais”, spiegando che la titolare della Difesa ha rilasciato tali dichiarazioni durante un atto celebrato a Madrid in occasione dei 40 anni della Costituzione spagnola.

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Gran Bretagna, i ribelli Brexiters pronti ad esautorare la premier Theresa May

12 dic 11:20 – (Agenzia Nova) – Il primo ministro britannica Theresa May ora rischia di essere sfiduciata dal suo stesso Partito conservatore, all’indomani del rinvio in Parlamento del cruciale voto sull’accordo per la Brexit stretto dalla premier con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker: ne parlano oggi mercoledi’ 12 dicembre tutti i principali giornali del paese riferendo che i cosiddetti “Brexiters”, i Conservatori piu’ euroscettici, hanno raggiunto il fatidico numero di 48 deputati necessario per presentare una mozione di sfiducia nei suoi confrotni ed aprire quindi la sfida per la leadership del partito e del governo. Il voto si svolgera’ stasera alle 18 nella sede centrale del partito, nel quartiere londinese di Westminster: per i Tory ribelli, l’accordo May-Juncker e’ un vero e proprio “tradimento” della volonta’ popolare che nel referendum del giugno 2016 ha sancito il divorzio della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Queste nuove bruttissime nozizie, riporta in particolare il quotidiano filo-governativo “The Times”, hanno raggiunto all’estero la May, partita per un tour diplomatico nelle capitali europee con l’intento strappare ai leader dei paesi Ue qualche concessione sulla Brexit che possa sedare la rivolta interna. Gia’ ieri la premier ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco, scrive il giornale londinese, ed a metter su una faccia coraggiosa nell’incontro a Berlino con la cancelliera tedesca Angela Merkel: un incontro da cui tuttavia la May non ha cavato un ragno dal buco: la Merkel infatti le ha ribadito come l’accordo siglato il 25 novembre scorso non sia affatto negoziabile e che quella e’ “l’unica proposta sul tavolo”; salvo alcuni aggiustamenti marginali, piu’ di forma che di sostanza. L’Europa, commenta il “Times”, e’ afflitta da molti altri problemi oltre alla Brexit, e non e’ certo disposta a suscitare al suo interno ulteriori divisioni solo per fare un favore al primo ministro della Gran Bretagna. La quale adesso potrebbe persino perdere la sua poltrona, mentre si trovera’ nelle altre capitali Ue a farsi prevedibilmente ripetere da tutti i leader europei le stesse cose che le ha gia’ detto la cancelliera tedesca; le commesse sono aperte sulla sorte di Theresa May e sul futuro del Regno Unito.

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Ue-Francia, commissario Moscovici, superamento 3 per cento rapporto deficit-Pil sia “limitato ed eccezionale”

12 dic 11:20 – (Agenzia Nova) – Il superamento da parte della Francia della soglia del 3 per cento nel rapporto deficit-Pil per il 2019 dovra’ essere “limitato, temporaneo” ed “eccezionale”. E’ quanto affermato dal commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, in un’intervista rilasciata a “Le Parisen” e ripresa da “Les Echos”. Moscovici ha definito “indispensabili” le misure annunciate dal presidente Emmanuel Macron lunedi’ sera per calmare la protesta dei gilet gialli. Il costo dei provvedimenti dovrebbe aggirarsi attorno ai 10 miliardi di euro, una cifra che, secondo le stime, porterebbe il deficit francese al 3,5 per cento del Pil. “La situazione sara’ seguita con molta attenzione dalla Commissione europea”, ha poi aggiunto l’ex ministro dell’Economia francese. “Les Echos” nota che questa “mansuetudine” mostrata nei confronti dei francesi suscitera’ la collera dell’Italia, richiamata all’ordine per aver previsto un deficit al 2,4 per cento per il prossimo anno. Tuttavia, Moscovici rifiuta ogni accusa di “indulgenza” nei confronti di Parigi. “Sono le nostre regole, nient’altro che le nostre regole. Non facciamo come se ci fosse da un lato una severita’ eccessiva e dell’altro non so quale lassismo”, ha detto il commissario europeo, ricordando che il debito italiano e’ sotto osservazione da diversi anni.

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Italia, tornano d’attualita’ le fusioni bancarie dopo la vendita dei crediti a rischio di Banco BPM

12 dic 11:20 – (Agenzia Nova) – In Italia il Banco BPM ha tolto un importante ostacolo sulla strada delle fusioni tra gli istituti di credito di media taglia della Penisola, vendendo al fondo d’investimento statunitense Elliott Management un pacchetto di 7,8 miliardi di euro di “sofferenze” (i crediti a rischio): lo riporta il quotidiano economico britannico “Financial Times”, spiegando che in cambio la banca milanese ha dovuto cedere ad Elliott ed alla sua controllata Credito Fondiario la quota di controllo della sua lucrosa attivita’ di recupero crediti; l’operazione, ricorda il giornale della City di Londra, segue di pochi mesi la vendita ai francesi di Cre’dit Agricole della sua branca di credito al consumo. Aldila’ delle ombre comunque presenti nell’affare con Elliott, evidenziati sullo stesso quotidiano economico in un commento dell’autorevole colonna “Lex”, con queste due operazioni Banco BPM ha significativamente ridotto aldisotto del livello di guardia il rapporto capitale/crediti, evitando di dover raafforzare il proprio capitale e cosi’ facendo levando il principale ostacolo ad una possibile fusione con altri istituti di media taglia. Le autorita’ bancarie itaiane da tempo premono per un consolidamento del settore, per migliorarne la permanente bassa profittabilita’ e fare fronte ai rischi connessi al braccio di ferro in corso tra la Commissione europea di Bruxelles ed il governo di Roma sulla sua Legge di stabilita’. I vertici della banca milanese evitano di parlare dei potenzial partner di una eventuale fusione, ma secondo gli osservatori il matromonio piu’ probabile potrebbe essere con UBI Banca, il quarto istitutio di credito della Penisola, che darebbe vita ad un gigante del credito focalizzato sul ricco Nord; un’altro possibile scenario vedrebbe una fusione a tre con Banca Monte dei Paschi di Siena.

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Italia-Ue, come Roma puo’ approfittare dei gilet gialli nel confronto con Bruxelles

12 dic 11:20 – (Agenzia Nova) – Per soddisfare le rivendicazioni dei gilet gialli e porre fine alla loro protesta, la Francia aumentera’ il rapporto tra deficit e Pil al 3,5 per cento. L’Italia “puo’ approfittare” delle ultime decisioni del presidente francese Emmanuel Macron in politica economica per “giustificare il proprio disavanzo” nella disputa con la Commissione europea sulla legge di stabilita’ per il 2019. E’ quanto sostiene il quotidiano tedesco “Sueddeutsche Zeitung”, secondo cui, a seguito degli ultimi sviluppi in Francia, il governo italiano ha acquisito “una migliore posizione negoziale” nel confronto con l’Ue sulla legge di bilancio. E’, dunque, particolarmente significativo quanto dichiarato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla Camera dei deputati. In particolare, il capo del governo ha affermato che, al suo incontro di oggi con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker sulla legge di stabilita’, non si presentera’ con un “libro dei sogni”, ma con “le riforme che i cittadini italiani chiedono con assoluta urgenza” all’esecutivo. “Siamo la barriera contro la violenza della piazza”, ha evidenziato Conte, alludendo agli scontri tra gilet gialli e forze dell’ordine a Parigi come altrove in Francia. Uno scenario che potrebbe replicarsi in Italia, pare essere sottinteso alle affermazioni del presidente del Consiglio, qualora l’Ue richiedesse una sostanziale modifica della legge di stabilita’ pur di non avviare la procedura di infrazione per disavanzo eccessivo nei confronti dell’Italia, richiesta dalla Commissione europea.

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Ue, l’acquisto titoli di Stato da parte della Bce e’ “legittimo, ma deve finire”

12 dic 11:20 – (Agenzia Nova) – Con il programma di allentamento quantitativo, ossia l’acquisto di titoli di Stato degli Stati membri dell’Eurozona, la Banca centrale europea (Bce) non ha violato il proprio mandato ed ha agito in conformita’ al dirtto dell’Ue E’ quanto stabilito ieri, 11 dicembre, dalla Corte di giustizia dell’Unione europea, ma per il quotidiano tedesco “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, seppur giuridicamente legittimo, l’allentamento quantitativo “ora deve finire”. La legittimita’ giuridica della misura adottata dalla Bce non vuol dire che questa sia giusta”, afferma la “Frankfurter Allgemeine Zeitung”. In particolare, nessuno Stato membro dell’Eurozona e’ ora tecnicamente in recessione e il quadro economico dell’area dell’euro e’ decisamente migliorato rispetto agli anni piu’ duri della crisi. Inoltre, se per esempio l’Italia “suona l’allarme per la Bce” a causa dell’aumento del differenziale tra i rendimenti dei propri titoli di Stato e dei Bund tedeschi, per la “Frankfurter Allgemeine Zeitung” cio’ “non dipende da un’emergenza dell’economia, ma dai problemi derivanti dalle promesse manifestamente sleali compiute durante la campagna elettorale da Lega e Movimento 5 Stelle”.

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