l'ok alla fusione

At&t e Time Warner possono ‘sposarsi’. Cosa cambia per Tlc, media e consumatori

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La mega-fusione, del valore di 85,4 miliardi di dollari, tra il gruppo di telecomunicazioni At&t e Time Warner può avvenire. Il via libera è arrivato dal giudice federale della Corte di Washington. L’operazione creerà un colosso dell’industria dei media e delle telecomunicazioni. Gli effetti nei due settori e sui costi pagati dai consumatori.

Entro il 20 giugno prossimo At&t concluderà l’operazione di fusione con Time Warner. Il secondo operatore di cellulari degli Usa e il più grande nei servizi via cavo (119 milioni di clienti di telefonia mobile, Internet e video) ha annunciato il timing della maxi-acquisizione subito dopo il via libera che è giunto ieri da parte di Richard Leon, giudice federale della Corte di Washington, che si è espresso a favore della mega-fusione del valore di 85,4 miliardi di dollari tra il gruppo di telecomunicazioni At&t e Time Warner, rigettando così l’opposizione del governo Usa. La sentenza potrebbe ora aprire la strada a una serie di fusioni di compagnie nel resto degli Stati Uniti.

Il giudice ha stabilito che il dipartimento di Giustizia non ha offerto prove sufficienti a comprovare che la fusione si tradurrebbe in una minore scelta e in costi più alti per la televisione e i servizi Internet per i consumatori. L’operazione creerà un colosso dell’industria dei media e delle telecomunicazioni che rivoluzionerà il panorama dei due settori. Il gruppo includerà Hbo, Cnn e una vasta distribuzione tramite wireless e satellite in tutto il Paese.

“Siamo lieti che, dopo aver condotto un completo ed equo processo in merito, la Corte abbia categoricamente respinto la causa intentata dal Governo per bloccare la nostra fusione con Time Warner “, ha dichiarato David McAtee, General Counsel di AT&T. “Ringraziamo la Corte per il suo esame approfondito e puntale delle prove, e ci complimentiamo con i nostri colleghi del Dipartimento di Giustizia per la loro rappresentanza dedicata del Governo. Attendiamo con impazienza di chiudere la fusione entro o prima del 20 giugno, in modo da poter iniziare a offrire agli utenti un servizio di video entertainment più accessibile e innovativo”, ha concluso McAtee.

 

L’ok alla fusione, nonostante il No dell’Antitrust Usa

Il dipartimento di Giustizia statunitense, a cui afferisce l’Autorità antitrust, aveva bloccato la maxi-acquisizione perché “indebolisce la competizione e danneggia i consumatori, facendo salire le tariffe tv e scendere la varietà di opzioni innovative”. Ma una simile operazione è già avvenuta tra Comcast e Nbc senza alcun rilievo dell’Antitrust. I retroscena parlano di una vendetta che Trump ha provato a servire nei confronti della “odiata” Cnn, di cui il governo Usa aveva chiesto lo scorporo in caso di fusione. Il capo dell’Antitrust, Makan Delrahim, ha dovuto giurare di non essere stato influenzato dalla Casa Bianca nella sua decisione di bloccare l’acquisizione, poi rivelatasi vana. At&t si è difesa in tribunale sostenendo che le due entità non erano in competizione tra loro (operazione orizzontale) e quindi non causano alcun danno ai consumatori.

Ma siamo sicuri?

In virtù della fine della Net Neutrality negli Usa At&t potrebbe favorire la velocità del traffico Internet per i contenuti prodotti da Time Warner, a cui appartiene Hbo e l’all News Cnn, e per questo benefit far pagare di più l’abbonamento ai consumatori. Di sicuro la maxifusione ha come obbiettivo principale ostacolare la diffusione di Netflix e Amazon Prime Video.

Infine queste nozze tra una telco e una media company rappresentano un precedente importante, a cui, per esempio, guarda con interesse Comcast, l’operatore via cavo degli Stati Uniti che ha offerto 25 miliardi di euro per avere il controllo su Sky.