Spettro radio

Asta 5G, Cardani (Agcom) ‘Prezzo mai eccessivo se qualcuno lo paga’

di |

Il presidente dell’Agcom Angelo Marcello Cardani: 'L’asta 5G è stata un grande successo. Credo che ogni partecipante al mercato abbia interessi in senso buono da difendere'.

“Il prezzo non è mai eccessivo, se possono pagare”. Così il presidente dell’Agcom Angelo Marcello Cardani, ha risposto ai cronisti che, a margine di un’audizione in Senato, gli chiedevano un commento sull’allarme dei sindacati per il prezzo che gli operatori telefonici dovranno pagare per le frequenze 5G e sulle eventuali ricadute occupazionali.

“Questa – ha spiegato – è una riflessione che lascio a loro. Credo che ogni partecipante al mercato abbia interessi in senso buono da difendere. Io ho fiducia nel mercato. Questa mia fiducia, accompagnata da 38 anni di insegnamento di Economia politica all’università mi fa dire che il prezzo non è mai eccessivo se c’è qualcuno che lo paga, a meno che si scopra che aveva una pistola alla tempia, ma non credo che l’asta si sia svolta in questo modo”. A giudizio di Cardani, insomma, l’asta è stata “un grande successo. Abbiamo fatto più del doppio del previsto. Mi sembra che una gara che si conclude in questo modo non può che essere definita un grande successo da parte dello Stato”.

Tim: Cardani, entro l’anno consultazione su accesso a ingrosso

“Entro la fine dell’anno avvieremo la consultazione con le imprese interessate al quarto ciclo di analisi dei mercati dei servizi di accesso all’ingrosso in postazione fissa”, nell’ambito della quale verrà valutata “anche la proposta volontaria di Tim relativa alla separazione legale della rete di accesso e, in particolare, l’idoneità della stessa a migliorare le condizioni di concorrenza”. Lo ha detto il presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, in audizione alla commissione Lavori pubblici del Senato.

L’analisi, ha precisato Cardani, “terrà conto dei futuri investimenti nella realizzazione delle infrastrutture e dello sviluppo del mercato dei servizi di accesso all’ingrosso e al dettaglio”. Comunque, ha concluso, “allo stato attuale, e in prospettiva, ritengo che l’apparato regolamentare vigente non debba venir meno, bensì essere aggiornato nell’ottica di massimizzare il benessere dei consumatori, di migliorare ulteriormente le condizioni concorrenziali e di sostenere investimenti efficienti in reti di nuova generazione”.

 

Cardani, ci sono emittenti locali che si limitano ad occupare frequenze

Nell’attuale ripartizione dello spettro frequenziale ci sono “tv locali che si limitano a trasmettere un ‘periscopio’, che – avendo una risorsa preziosa – non la sanno né la vogliono utilizzare, ma la occupano sperando di poterla utilizzare o di poterla rivendere” in seguito. Così Cardani sul tema della ripartizione delle frequenze che vedrà la riduzione dello spettro riservato alle tv, in particolare sulla banda 700 mhz, per far posto agli operatori telefonici per il 5G.

“E’ chiaro che dire ‘chi non trasmette ruba risorse alla comunità’ è uno statement politico e io voglio astenermi; non capisco perché l’Agcom dovrebbe ergersi a giudice in modo negativo o positivo” precisa Cardani osservando che “questo lo devono fare le autorità politiche”.

Non spetta quindi ad Agcom pronunciarsi sull’emittenza locale per ciò che attiene l'”occupazione di risorse collettive in un momento in cui lo spazio a disposizione di broadcasters deve ridursi perché la banda dei 700 Mhz viene destinata ad un altro uso per la comunità”, anche se “quando le risorse sono poche e la coperta è corta c’è chi dice che ha freddo ai piedi anche se i piedi sono di marmo” conclude il presidente. Nel corso dell’audizione Cardani ha spiegato come da parte dell’Agcom sia stata inviata al Mise nel luglio scorso una segnalazione con “alcune possibili direttrici di revisione” in merito alla gestione dello spettro frequenziale. “In particolare, in nome dell’efficienza allocativa abbiamo chiesto una più meditata riflessione sul criterio di riparto delle risorse frequenziali tra operatori nazionali e locali, ricordando – ha spiegato Cardani – come da tempo l’Autorità ritiene non più attuale il vincolo normativo della riserva di 1/3 delle frequenze per l’emittenza locale”.

“Nel medesimo documento abbiamo altresì sollevato alcune perplessità in ordine ai criteri di conversione dei diritti d’uso delle frequenze degli operatori di rete nazionali in diritti d’uso di capacità trasmissiva in tecnologia DVB-T2 e alle soluzioni per stimolare partnership tra operatori per la realizzazione della rete” ha detto Cardani ricordando infine “che l’Autorità è parte attiva del Tavolo di coordinamento denominato TV 4.0, istituito presso il Mise per assicurare la piena realizzazione dell’importante processo di riassetto richiesto dalla legge e lavora in collaborazione con il Mise per rendere operativo il percorso di liberalizzazione”.