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Assicurazioni auto. IA imprecisa, ma usata dal 43% delle compagnie. Rischio aumento premi?

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Il crescente impiego dell’intelligenza artificiale da parte dei gruppi assicurativi potrebbe causare problemi nelle perizie e anche nei costi finali per i clienti, con la possibilità concreta di un aumento dei premi annuali. Ma la tecnologia è ormai entrata nel processo e quasi una compagnia su tre utilizza almeno un algoritmo di machine learning.

Sistemi da remoto, videoperizie e IA creano problemi a compagnie e automobilisti

L’intelligenza artificiale (IA) trova sempre più spazio nel settore delle assicurazioni auto. La tecnologia va progressivamente prendendo il posto dei periti e questo, secondo l’Associazione italiana periti estimatori danni (Aiped), può comportare un danno economico non indifferente per cittadini e compagnie.

Durante un incontro alla Consap, società in-house del ministero dell’Economia che si occupa della gestione dei Fondi di Garanzia e Solidarietà di tipo assicurativo e di altro genere, l’Aiped ha elencato le diverse criticità che gravano sul settore: “in particolare l’uso di sistemi da remoto, le videoperizie ed il sempre più frequente utilizzo dell’intelligenza artificiale da parte delle compagnie assicurative”, si legge in una nota.

“Un sistema che pone seri dubbi sulla compatibilità di tali modalità operative con il quadro normativo che consente la stima del danno solo ai periti iscritti al ruolo”, è spiegato dall’Aiped, che ha precisato: “I pericoli di tali cambiamenti non sono solo per gli operatori del settore, ma anche per i cittadini e gli assicurati: una perizia svolta da remoto o tramite IA, oppure condotta da operatori non qualificati, non consente di accertare con precisione la complessità di un danno da sinistro stradale. Questo significa che, in caso di sottostima dei danni, l’assicurato riceverà un risarcimento inferiore”.

Potenziali danni per sovrastime e sottostime nelle perizie condotte da IA

L’IA, assieme alle altre soluzioni di perizia online, a detta dell’Associazione, potrebbero quindi determinare problemi tecnici ed amministrativi di non poco conto. Ci possono essere casi di risarcimento inferiore a quanto invece si dovrebbe avere per legge, oppure di sovrastima, e in questo caso il danno è per la compagnia, che poi inevitabilmente potrebbe anche essere tentata di scaricare i costi in eccesso sempre sugli automobilisti, con un incremento del premio annuale.

Per questo ha dichiarato Luigi Mercurio, Presidente di Aiped, “è fondamentale che la perizia sia il risultato delle attività di accertamento, di analisi e di valutazione al fine di certificare la migliore tecnica riparativa, la qualità delle riparazioni a regola d’arte, la sicurezza per l’automobilista, la giusta quantificazione del danno”.

Oltre a lanciare l’allarme, l’Associazione ha anche proposte alcune possibili soluzioni, che prevedono: il miglioramento generale delle competenze e della formazione dei periti assicurativi; la formulazione di un elaborato peritale che risponda a criteri univoci e condivisibili anche con gli altri attori della filiera come i riparatori e le case costruttrici; la formulazione di un elaborato per la valutazione dei valori commerciali dei veicoli attraverso una ricerca di mercato.

IA per le assicurazioni auto, un mercato da 1,1 trilioni di dollari

Sicuramente l’innovazione tecnologica nel settore assicurativo pone dei problemi, come accaduto anche in altri ambiti, ma non prenderla per niente in considerazione sarebbe comunque un errore. Regole certe e chiare per tutti è una giusta strada per rendere il mercato più equo e trasparente, ma è certo che le nuove tecnologie e nello specifico l’IA faranno comunque parte di questa trasformazione epocale del settore.

Secondo uno studio McKinsey, l’impiego dell’IA nel mercato mondiale delle assicurazioni auto potrebbe arrivare a valere qualcosa come 1,1 trilioni di dollari entro il 2030.

In un’indagine IVASS del 2022, Il 27% delle compagnie utilizza almeno un algoritmo di machine learning nei processi con impatto diretto sulla clientela, per una quota di mercato pari al 78% nel comparto danni e al 25% nel comparto vita. Più in generale, il 43% delle compagnie fa già uso di una qualche forma di intelligenza artificiale nelle proprie attività.

Questo perché sempre più automobili e altri veicoli su strada sono ormai connessi in rete e dotati di software e una miriade di sensori per gli utilizzi più svariati. Questo è all’origine di un flusso di dati crescente che va raccolto, analizzato e gestito.

Ma l’IA è insostituibile e sarà sempre più impiegata, soprattutto per personalizzare le offerte

Maggiore il flusso di dati, maggiore la capacità delle compagnie di arrivare ad una perizia più accurata e di conseguenza potrebbero anche avvantaggiarsene sia le assicurazioni stesse, sia l’automobilista, con cifre esatte e giustificate, tempi di pagamento rapidi e nessuna conseguenza sul volume dei premi.

L’IA, inoltre, potrebbe aiutare le compagnie a proporre preventivi sempre più personalizzati e vantaggiosi per i propri clienti, anche potenziali.

I clienti stanno diventando sempre più esigenti e, secondo uno studio dell’IBM Institute for Business Value (IBV), il 50% di loro preferisce prodotti su misura basati su preventivi individuali.

SARA Assicurazioni e Automobile Club Italia, ad esempio, stanno già incoraggiando gli automobilisti a installare sistemi ADAS in cambio di uno sconto del 20% sui premi assicurativi. A detta di queste due realtà, sembrerebbe dimostrato che tali sistemi possono abbattere il tasso di richieste di risarcimento per danni alla persona del 4-25% e del 7-22% per danni alla proprietà.