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AssetProtection. Personal branding e reputation individuale nel web (Seconda parte)

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Lo scorso venerdì ci siamo lasciati (nella prima parte dell’omonimo pezzo) con la promessa di affrontare il tema della reputazione individuale sul web con un approccio più pratico. Abbiamo anche condiviso due assunti principali: non è pensabile distinguere in modo chiaro la sfera privata da quella professionale e non è una soluzione valida quella di decidere di non entrare nella mischia, astenendosi totalmente da una presenza attiva nel web. Procediamo quindi in ordine, secondo una mia personale proposta, nelle fasi di progettazione e realizzazione del brand personale.

 La rubrica AssetProtection, ovvero Riflessioni su sicurezza e terrorismo, a cura di Anthony Cecil Wright, presidente Anssaif (Associazione Nazionale Specialisti Sicurezza in Aziende di Intermediazione Finanziaria). Per consultare gli articoli precedenti clicca qui.

Il primo passo da compiere consiste nel registrare un profilo sui principali canali sociali, perché anche se avete pochi contenuti da inserire oppure non volete dedicare il vostro tempo a simili attività, queste piattaforme sicuramente rappresentano il mezzo più potente, in termini di indicizzazione sui motori di ricerca, per confermare la vostra presenza ed incanalare i visitatori verso un unico centro di comunicazione che vi riguardi.

Attualmente le piattaforme più influenti, seppur caratterizzate da utilizzi e contenuti di differente genere, sono Facebook, Twitter, Google Plus, LinkedIn, Instagram, Pinterest, Youtube e Vimeo.

Mentre le prime tre sono versatili ed adatte ad ospitare contenuti più o meno formali di carattere testuale e multimediale (foto e video), LinkedIn è invece esclusivamente dedicata all’ambito professionale.

Le ultime quattro piattaforme sono invece rivolte alla diffusione di contenuti fotografici (le prime due) e alla distribuzione dei video (le ultime due). Il minimo comun denominatore di questi differenti strumenti è che ciascuno di essi consente l’inserimento di un avatar (ovvero un’immagine che vi rappresenta), di una descrizione più o meno breve del vostro profilo e di un link che rimanda ad un sito internet; inseriremo il collegamento allo spazio che in precedenza abbiamo definito come centro unico di comunicazione (del quale parleremo più avanti). Questi sono gli elementi che parleranno di voi in rete, prima ancora dei contenuti che inserirete, e dovranno risultare credibili ed adeguati tanto in ambito professionale come per la sfera privata. Non importa che siano uguali in tutte le piattaforme, l’essenziale è che non risultino mai controproducenti e trasmettano un messaggio di voi che non sia motivo di vergogna oppure di contrasto con altre persone. Dedicatevi poi ad inserire almeno un contenuto per ogni piattaforma sempre nel rispetto di quanto detto sopra.

Il centro unico di comunicazione può invece essere governato attraverso un blog o mini-blog da poggiare su piattaforme quali WordPress oppure Tumblr e la cui esistenza verrà specificata in ogni profilo attivato inserendo il link di riferimento (come già detto). E’ da questo stesso punto che potrete segnalare i contenuti per voi interessanti ed eventualmente rispondere in modo coerente agli attacchi sferrati alla vostra reputazione. Questi stessi contenuti potranno poi essere diffusi automaticamente su tutte, o quasi, le piattaforme attivate, attraverso l’utilizzo degli ottimi strumenti anche gratuiti di trigger e sharing quali ad esempio Hootsuite, Buffer App, IFTTT (If This Then That).

Ognuna delle piattaforme sopra menzionate è anche configurata per restituirvi un alert su qualsiasi interazione di un utente con il vostro profilo. In questo modo potrete essere sempre informati su cosa dicono di voi e reagire di conseguenza.

Un discorso lievemente differente va fatto per LinkedIn, sul quale sarebbe raccomandabile far confluire solamente contenuti di natura professionale.

Alcuni di voi si limiteranno ad un presidio minimo delle attività delle quali abbiamo discusso, magari inserendo un breve post mensile e diffondendolo automaticamente su tutti i canali, mentre qualcun altro verrà travolto dall’irrefrenabile smania da rete sociale, comprenderà più a fondo le dinamiche del social network che percepirà come più affine ai suoi interessi e cercherà il modo di ottimizzare sempre più le tecniche di comunicazione in quell’ambiente.

E’ bene rammentare ancora altri due elementi per completare il quadro delle buone abitudini relative alla creazione della propria immagine sul web. I contenuti rivolti esclusivamente ad una cerchia ristretta di persone e che potrebbero in qualche modo distorcere la percezione della vostra immagine pubblica oppure irritare qualcuno possono essere diffusi nei canali sociali a condizione che le policy di condivisione siano consapevolmente impostate e bene regolate al momento del click finale, permettendo al contenuto di arrivare solamente alle persone che ne saranno interessate e divertite: gli amici.

Infine voglio spendere un’ultima raccomandazione con specifico riferimento alla geolocalizzazione, da usare con consapevolezza – bisogna fare attenzione perché spesso lavora in modo silenzioso ed attenzione.

Seguendo quanto indicato, non solamente risponderete all’esigenza di non essere trasparenti (invisibili) in rete, di governare in modo consapevole una macchina complessa, di essere pronti a rispondere in modo efficace nel caso in cui se ne presenti l’esigenza, ma anche di sviluppare una rete di interazioni nuove, che con esse potrebbero comportare nuove opportunità.

La rete si comporta in modo sempre nuovo, spesso impossibile da prevedere, fornendo risultati che non sempre rendono merito alla quantità e qualità dei messaggi divulgati. Ma non è per timore o mancanza di know-how che bisogna desistere.

Vi rimando al prossimo e ultimo appuntamento sul tema della reputazione personale nel web per le fasi di controllo e miglioramento. E non me ne vogliano coloro che già dominano l’argomento, perché di un po’ di semplicità e chiarezza (mai semplicismo) in questo grande mare ce n’è proprio bisogno.

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