Sicurezza

AssetProtection. Metamorfosi manageriale e il mondo delle sicurezze

di Alberto Buzzoli, Socio ANSSAIF – Associazione Nazionale Specialisti Sicurezza in Aziende di Intermediazione Finanziaria |

L’imprenditore contemporaneo ha la necessità di gestire in modo adeguato le relazioni con tutte le persone interne ed esterne all’organizzazione, consolidandole

Il 20 marzo scorso, l’Associazione Nazionale Specialisti Sicurezza in Aziende di Intermediazione Finanziaria ha organizzato a Roma, presso la sede di RBS – Retail Banking Services, un aperitivo con un uomo del personale. Il Professor Luigi Di Marco, del comitato scientifico di ANSSAIF e presidente del comitato etico scientifico della Fondazione Verrocchio, ha condotto l’incontro focalizzando l’attenzione sulle capacità richieste ai nuovi manager, chiamati a comprendere la realtà in cui vivono, esplorandola con curiosità, individuando le difficoltà e le opportunità, concentrandosi sul momento presente.

 La rubrica AssetProtection, ovvero Riflessioni su sicurezza e terrorismo, a cura di Anthony Cecil Wright, presidente Anssaif (Associazione Nazionale Specialisti Sicurezza in Aziende di Intermediazione Finanziaria). Per consultare gli articoli precedenti clicca qui.

Il periodo di crisi economica ha di fatto rappresentato una condizione chiave nel favorire la proliferazione della micro impresa e, conseguentemente, indurre una significativa modificazione del tessuto imprenditoriale il cui meccanismo è articolato dalla metamorfosi manageriale. Attraverso il cambiamento in atto sono state infrante le barriere delle competenze verticali a favore di una conoscenza trasversale, della capacità di relazionarsi con differenti aspetti, compresi quelli umani, consentendo l’individuazione di nuovi modelli di leadership.

L’imprenditore contemporaneo – racconta il Prof. Di Marco – inizia la sua attività con ottimismo, esprimendo in modo positivo un sogno (leader di visione), ed è autonomo nel credere nella possibilità di concretizzarlo in quanto è responsabile delle decisioni prese (leader di autonomia). All’aumentare del lavoro si rivolge all’esterno, assumendo dei collaboratori ed è quindi anche chiamato ad esprimersi come organizzatore, individuando la divisione dei compiti all’interno del  gruppo di lavoro, trasmettendo alle persone la sua stessa visione positiva (leader organizzativo).

Ha anche il compito di definire il tempo di lavoro, scandendone il ritmo e coinvolgendo tutte le persone necessarie alla soluzione di eventuali problemi (leader di gestione). In questo contesto, agisce nell’interesse comune del gruppo, garantendo ad ognuno la possibilità di esprimersi con sincerità e trasparenza riconoscendo i diritti altrui (leader assertivo).

Deve infine comunicare la visione positiva in modo chiaro anche ai propri clienti, oltre che ai propri collaboratori, supportando un adeguato scambio di valori (leader di decisione). Quando si rivolge all’esterno deve avvalersi del supporto di comunicatori che siano in grado, nel rispetto degli obiettivi comuni, di valorizzare i prodotti o i servizi, anche di assistenza ai clienti, attraverso soluzioni creative (leader creativo) e di assicurare un costante miglioramento attraverso la misurazione di parametri di efficacia ed efficienza (leader di indirizzo). In questa fase – spiega il Prof. Di Marco – deve essere attivato il processo della sicurezza, affidando a queste funzioni il compito di intercettare potenziali minacce, acquisendo una visione complessiva ed interpretando con intelligenza ciò che appare all’orizzonte.

Risulta quindi chiaro che l’imprenditore contemporaneo ha la necessità di gestire in modo adeguato le relazioni con tutte le persone interne ed esterne all’organizzazione, consolidandole. Proprio da lui dipende la possibilità di convertire un gruppo di lavoro orientato verso il raggiungimento di obiettivi comuni (primo livello di partecipazione) in una vera e propria squadra attraverso la costante e concreta ricerca della motivazione (secondo livello di partecipazione). La capacità di delegare e responsabilizzare le persone del gruppo converte l’imprenditore contemporaneo in un leader di coinvolgimento.

La coesione del gruppo – chiarisce il Prof. Di Marco – è identificabile in base ad una scala di competenze che variano dall’ambito del lavoro in gruppo a quello dell’autonomia decisionale. Alcune delle competenze basilari – quelle collocate nella parte più bassa della scala – sono: l’orientamento al cliente (ovvero la capacità di individuarne i bisogni), l’uso di schemi comprovati, l’attenzione ai dettagli e la persuasione.

Quest’ultima capacità, rivolta ai clienti come anche ai collaboratori, è a sua volta determinata dall’empatia, dall’autostima e dalla capacità di gestione del conflitto; competenze, queste, collocate un po’ più in alto. L’empatia, il cui significato etimologico è sentire dentro, rappresenta il tentativo di comprendere lo stato d’animo altrui, mettendosi nei panni dell’altro, abbandonando la propria interpretazione della realtà a favore di ciò che vede e sente l’interlocutore.

L’autostima ha origine nell’affermazione della dignità individuale e, all’interno dei gruppo di lavoro, può essere rigenerata attraverso la condivisione di un momento di analisi collettiva degli errori compiuti durante il quotidiano svolgimento delle proprie mansioni. La consapevolezza dell’autostima intensifica le relazioni di un gruppo, ne induce la ricerca da parte dei singoli e ne rafforza la coesione. Infine la gestione del conflitto si fonda sul tentativo di comunicare in modo chiaro, utilizzando un linguaggio semplice, condivisibile, memorizzabile. Si basa anche sulla capacità di autocontrollo, su un’interazione non volta ad imporre delle scelte, piuttosto a suggerirle.

Purtroppo, per motivi organizzativi, non c’è stato il tempo sufficiente perché il Prof. Di Marco rispondesse al quesito del Presidente di ANSSAIF: “Davanti a noi cosa c’è, che cosa ci aspetta?”. Ma l’entusiasmo con il quale ha raccontato della sua recente visita all’EXPO di Milano, ancora in fase di allestimento, riportando alcuni esempi ad esso relativi durante tutto l’incontro, lo sguardo brillante e curioso che ha rivolto ad ogni suo interlocutore nei momenti di confronto e la continuità con la quale ha descritto tutte le caratteristiche dell’imprenditore contemporaneo, facendo sempre leva sul concetto di positività, certamente contribuiscono ad immaginare qualcosa di buono.