Security

AssetProtection. La sicurezza del posto di lavoro non c’è più. Che fare?

di Anthony Cecil Wright, presidente Anssaif (Associazione Nazionale Specialisti Sicurezza in Aziende di Intermediazione Finanziaria) |

Il posto sicuro non esiste più, anche per questo è importante mantenere sempre un sano equilibrio fra il lavoro, che non è tutto, e la famiglia

Esperti di Sicurezza di banche ed aziende industriali hanno deciso, per il momento, di mettere da parte gli usuali aspetti di cyber security, safety e business continuity, per parlare di un argomento che interessa chi lavora, ma anche chi si sta avvicinando al mondo del lavoro. Ci riferiamo alla sicurezza… del posto di lavoro (che non c’è più!).

 La rubrica AssetProtection, ovvero Riflessioni su sicurezza e terrorismo, a cura di Anthony Cecil Wright, presidente Anssaif (Associazione Nazionale Specialisti Sicurezza in Aziende di Intermediazione Finanziaria). Per consultare gli articoli precedenti clicca qui.

Ne ha discusso a Milano, con i soci ANSSAIF, Vito Gioia, Managing Partner di Amrop Executive Search e Presidente di MCS (Selezione del Personale, dal 1977), ASCONS (Sviluppo Risorse Umane) e ASA (LeanThinking organization per pensare snello).

Vito Gioia ha brevemente illustrato il suo percorso lavorativo, dalle esperienze iniziali con Ruder & Finn (Public Relations), alla Price Waterhouse nell’Auditing (“ma non era per lui…”), alla Price Waterhouse Management Consultants, dove crea la Divisione Risorse Umane e quindi alla Carrè Orban, e alla TASA, con il ruolo di Amministratore Delegato e Board Member Worldwide.

Il citare la sua esperienza lavorativa, è stato il punto di partenza per lanciare due messaggi relativi alla carriera. Il primo è: “Impariamo dai nonni. Mio nonno, contadino, diceva: ‘semina bene; coltiva con cura; segui lo sviluppo; abbi pazienza; vi sono stagioni buone e meno buone: in quelle buone non sprecare risorse, metti da parte; in quelle cattive non disperare; se usi risorse di altri, restituisci con interessi’”.  Ciascuno di noi può adattare questi “fondamentali” alla propria realtà.

Il secondo messaggio: “Ognuno può programmare il proprio futuro – non è sbagliato –  ma in generale prevale il caso”. Penso che ognuno di noi, se ripercorre la sua vita lavorativa ed i suoi ideali da giovane, probabilmente deve convenire con questa affermazione.

L’esperienza in PriceWaterhouse, dove non si occupava di audit ma di consulenza nelle risorse umane, gli ha anche insegnato che è bene stare nel “core business” dell’azienda (in quel caso l’audit), altrimenti – ha affermato –  non si è compresi e si rischia di essere emarginati.  Ritornato poi al tema dell’incontro, il relatore, oltre a rafforzare il concetto che “il posto sicuro non esiste più”, ha introdotto un altro suggerimento paragonando ognuno di noi ad un articolo di negozio: c’è quello molto richiesto, quello poco richiesto ed il “fondo di magazzino”: facciamo in modo di essere della prima categoria! Come fare? Non è semplice affatto, però ecco alcuni consigli:

  • “Ascoltare” l’ambiente che ci circonda ed il mercato: cosa sta succedendo, cosa potrebbe cambiare, il mercato del lavoro chi cerca e per fare cosa e con quali competenze;
  • mai accontentarsi e sedersi sugli allori;
  • ricordarsi che gli studi hanno una importanza relativa; infatti, dopo anni di attività lavorativa, conta l’esperienza, non il pezzo di carta;
  • “annusare” in anticipo le nuove tendenze ed aggiornare continuamente il nostro “prodotto” per renderlo appetibile; per far ciò, prendiamo spunto dalle tecniche di marketing;
  • cercare di essere all’avanguardia, ossia, fare un mestiere che (ancora per poco) non molti sanno fare;
  • imparare ad imparare, non smettere mai di studiare (gli esami non finiscono mai) e di aggiornarsi sulle ultime novità;
  • evitare, se possibile, lavori facili con molti concorrenti;
  • non guardare “solo” allo stipendio;
  • non porsi vincoli: cercare di essere mobili trasversalmente, funzionalmente, settorialmente, geograficamente;
  • essere sempre in prima linea, non mollare mai, non deprimersi;
  • fare attenzione a distinguere fra sogni e realtà;
  • tanta umiltà, pazienza, ed un impegno costante;
  • soprattutto non sperare che qualcun altro risolva i nostri problemi;
  • ripartire ogni volta con nuovo slancio, trasformando un dramma (quale purtroppo un licenziamento) in una opportunità;
  • e, comunque, uscire in tempo per affrontare strade nuove (e prima che ci facciano uscire).

La conversazione è quindi proseguita parlando dell’attività degli Head Hunter e di come avviene la ricerca e selezione del personale.

Prima di concludere la serata, il dott. Gioia ha fornito un ultimissimo suggerimento: “Ricordatevi di mantenere sempre un sano equilibrio fra lavoro e famiglia: il lavoro è importante, ma non è tutto”. Molto spesso lo diciamo, ma ce ne ricordiamo?