Sicurezza

AssetProtection. Dal ‘far fare’ al ‘fare’, la svolta necessaria delle Camere di Commercio

di Anthony Cecil Wright, presidente Anssaif (Associazione Nazionale Specialisti Sicurezza in Aziende di Intermediazione Finanziaria) |

Le Camere di Commercio hanno avviato un programma di realizzazione di servizi in cloud, ma soprattutto di incontro con le aziende per illustrare i vantaggi delle nuove tecnologie per la sicurezza.

La rubrica AssetProtection, ovvero Riflessioni su sicurezza e terrorismo, a cura di Anthony Cecil Wright, presidente Anssaif (Associazione Nazionale Specialisti Sicurezza in Aziende di Intermediazione Finanziaria). Per consultare gli articoli precedenti clicca qui.

Come i nostri lettori avranno notato, negli ultimi tempi i nostri articoli sono sempre più un messaggio di allarme per la insufficiente attenzione che le PMI dedicano alla cyber security: ciò non solo per contrastare il cyber crime, ma ancora più necessario in concomitanza dell’implementazione di una o più delle innumerevoli possibilità offerte dall’Artificial Intelligence (AI) quali: IoT, Big Data, Cyber Physical Systems.

Oltre a conoscere le possibili opportunità, è necessario – come in tutte le innovazioni – comprendere anche come individuare le possibili minacce e come mitigarle mediante misure preventive e da applicare all’occorrenza.  Sappiamo che se in una qualsiasi organizzazione non vi è il supporto sostanziale, convinto, del Vertice, a nulla valgono gli sforzi del management.

Sappiamo inoltre benissimo che se non è convinto l’imprenditore, qualsiasi iniziativa – tesa a migliorare la resilienza dell’impresa ad eventi che possono bloccare processi e servizi essenziali – è destinata a morire.

Come mai le imprese non sembrano sensibili a comprendere innanzitutto quali siano i rischi dell’AI?

E, quindi, quali sono le tecniche e le metodologie che assistono nel proteggere la continuità del business?

Ora veniamo ad apprendere che la gran parte delle imprese non ha in programma investimenti in AI! E ciò malgrado la recente approvazione di incentivi quali l’iper ammortamento (deducibile dall’imponibile) e la nota anzianità del parco macchine utensili (13 anni rispetto ai 4,5 della Germania). Non solo, ma non appaiono esserci investimenti nemmeno nello sviluppo delle competenze interne.

A fronte di ciò, per fortuna, c’è chi si è mosso. Dopo aver cercato, con non totalmente soddisfacenti risultati, di coinvolgere le imprese nel ragionare sulla urgente necessità di far comprendere opportunità e minacce e su come gestirle efficacemente, le Camere di Commercio hanno avviato un programma sia di realizzazione di servizi in cloud, sia soprattutto di incontro “porta a porta” onde illustrare quanto detto sopra.

Il servizio è iniziato con la creazione di una piattaforma online – in cloud –  che consente all’imprenditore di avere sotto controllo le informazioni sulla propria azienda in qualunque momento, accedendo da smartphone e tablet in modo facile, sicuro e veloce.

Secondo fatto, più importante: è iniziato un processo di sviluppo delle necessarie e coerenti competenze del personale delle Camere di Commercio; infatti, questi andranno direttamente a casa dell’imprenditore, considerata la difficoltà di poterlo incontrare in altra sede.

«Dal “far fare” al “fare”», questo il messaggio alle CdC; questa dichiarazione ho avuto modo di udirla pronunciata dal Segretario Generale Unioncamere ad un’ampia platea proveniente da tutte le Camere di Commercio.

Fa piacere, in un momento nel quale le parole più ascoltate sono “bisognerebbe fare”, “si dovrebbe”, “tutti dovrebbero fare”, e così via, poter udire “fare”, e soprattutto “facciamo”.

Basta con le chiacchiere! Come ho scritto in un mio precedente articolo:  “Le chiacchiere stanno a zero!”.

Anthony.wright@anssaif.it