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AssetProtection. Competenze in cybersecurity e privacy, al via i primi corsi per professionisti

L’università Tor Vergata di Roma presenta una risposta concreta all’esigenza formativa per configurare le competenze digitali per la protezione dei dati, necessaria a gestire il complesso panorama che si configura in relazione ai temi di cybersecurity e privacy. E lo fa presentando un master di II livello che prevede un percorso formativo interdisciplinare – una parte comune e una di specializzazione –  basato su tre indirizzi: quello giuridico – normativo, quello gestionale – aziendalistico e quello tecnologico – digitale.

Durante la presentazione hanno fornito il loro contributo personaggi del settore pubblico, del settore privato e del mondo associativo specialistico, concorrendo a delineare un contesto sempre più mutevole, sia per le nuove tecnologie impiegate (ad esempio IoT e AI), sia per le minacce e vulnerabilità con cui hanno relazione, sia anche per la delocalizzazione e per le finalità d’impiego delle stesse. Appare inoltre chiaro che, la non completa unificazione normativa al livello internazionale e un incremento esponenziale del coinvolgimento della catena di fornitura, rendono difficile il contrasto alle attività malevole che investono la data economy.

Inoltre, durante la presentazione, è finito il dito nella piaga – per merito della Prof.ssa Zuanelli, responsabile scientifico del master – circa il tema della risk analysis. Elemento che buona parte delle norme, obbligatorie e facoltative, identificano come portante per un framework di governance per la sicurezza ma che risulta ancora non declinato in dettaglio. Ovvero, assodato che le organizzazioni dovranno gestire in modo prioritario i rischi più elevati, hanno le metodologie per arrivare ad una valutazione economica, oppure seguiteranno a ragionare ancora su impatto alto, medio, basso? La PA, in questo senso, pur senza scendere in dettaglio, sta riflettendo già in un’ottica di valutazione d’impatto, applicando obiettivi ed attività più stringenti per le infrastrutture critiche.

In conclusione, non c’è bisogno di sottolineare ulteriormente l’ampiezza della materia e l’imminente necessità di generare un’offerta formativa convergente, allineata con un paradigma completamente nuovo e strutturato in modo molto differente rispetto al passato prossimo. Ed è per questa ragione che ci auguriamo che il master possa rappresentare un modello da emulare nel mondo universitario, dando vita ad un percorso di consapevolezza necessario per garantire il diritto alla libertà nell’era digitale.

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