Aruba e la B.Future Challenge di BOOM Knowledge Hub
Streaming, smart working, pagamenti contactless: ogni gesto digitale quotidiano si regge su un’infrastruttura invisibile ma vitale, il data center. Un luogo che nella percezione comune sembra remoto e inaccessibile, ma che in realtà è molto vicino alla quotidianità.
Aruba, provider italiano nel settore cloud, data center e servizi digitali, ha deciso di approfondire questa immagine con la B.Future Challenge di BOOM Knowledge Hub (Bologna) e la sfida “Tech the City: progetta un Data Center al servizio della comunità”, chiedendo ai giovani talenti che hanno aderito di ripensare l’infrastruttura digitale come un motore urbano sostenibile, capace di dialogare in maniera più vicina con la città e restituire sempre più valore al territorio.
“I progetti nati all’interno della B.Future Challenge offrono una visione interessante di come le nuove generazioni immaginano il data center: non più una struttura isolata, ma un’infrastruttura sostenibile, trasparente e parte integrante della città” – commenta Alessandro Bruschini, Responsabile Infrastrutture di Aruba – “Le idee dei partecipanti – dal recupero del calore di scarto da utilizzare in spazi condivisi come palestre e serre, o spazi formativi – ben interpretano la nostra direzione di rendere i data center sempre più efficienti, rigenerativi e capaci di restituire valore energetico, sociale e ambientale al territorio.”
Il focus è stato rivolto in particolare ai data center cittadini, ovvero quelle infrastrutture di prossimità che possono trovare spazio all’interno o ai margini del tessuto urbano, generando valore e servizi per la collettività.
La challenge, un percorso intensivo di quattro settimane, ha coinvolto studenti e neolaureati provenienti da discipline diverse – dall’ingegneria al design urbano – chiamati a immaginare un data center sostenibile, civico e trasparente, parte integrante del tessuto urbano e della vita quotidiana. Affiancati dai mentor di Aruba, i partecipanti hanno esplorato temi chiave come resilienza, sicurezza fisica, riuso energetico e impatto ambientale.
Il data center si trasforma in un hub di energia, formazione e cultura: EcoData Hub e B.R.I.D.G.E. Hub
Dalla sfida sono nati progetti visionari ma concreti – come l’EcoData Hub e il B.R.I.D.G.E. Hub – che immaginano il data center del futuro non come una “scatola chiusa”, ma come un’infrastruttura viva, in grado di entrare fisicamente e simbolicamente nel paesaggio urbano.
I team hanno proposto architetture trasparenti e accessibili, con spazi verdi, percorsi pedonali, vetrate e piazze digitali dove tecnologia e comunità si incontrano. Il data center si trasforma così in un hub di energia, formazione e cultura, un nuovo punto di riferimento per la città.
Dal punto di vista energetico, le soluzioni si basano su un principio di circolarità intelligente: nel progetto EcoData Hub ogni data center genera circa 1 MW di calore di scarto, normalmente disperso. Questo calore viene recuperato per alimentare e riscaldare aule studio, laboratori e palestre sostenibili, coprendo fabbisogni fino a 40–50 kW, o per riscaldare una serra urbana capace di produrre circa 548 porzioni di ortaggi al giorno.
L’EcoData Hub introduce anche una dimensione esperienziale: la palestra EcoData Fit trasforma l’energia cinetica degli allenamenti (fino a 4,5 kW di picco) in elettricità reimmessa in rete, simbolo di un ciclo virtuoso tra tecnologia e benessere.
Un altro elemento distintivo è la trasparenza architettonica e informativa: nel progetto B.R.I.D.G.E. Hub, i data center diventano edifici aperti e riconoscibili, dotati di dashboard pubbliche e installazioni interattive che mostrano in tempo reale dati su consumi, recupero energetico e CO₂ risparmiata.
Il B.R.I.D.G.E. Hub propone, inoltre, la nascita di una Data Center Academy per formare figure green-tech come Data Center Technician ed Energy Manager, e colmare il divario di competenze che oggi frena l’innovazione nel settore ICT.
Data center cuore pulsante della smart city
I lavori presentati rafforzano la visione di Aruba di un’infrastruttura digitale rigenerativa, trasparente e integrata nella città. Il data center del futuro non è più un “bunker tecnologico” ai margini del territorio, ma un cuore pulsante della smart city, capace di raccogliere l’energia nascosta e restituirla sotto forma di calore, conoscenza e servizi. In questa prospettiva, il data center diventa non solo un motore digitale, ma una nuova architettura civica, un ponte tra sostenibilità, innovazione e crescita sociale.
In aggiunta, attraverso l’iniziativa della B.Future Challenge si è creato un ponte tra giovani talenti e mondo del lavoro, un dialogo che si traduce in uno scambio di know-how da parte delle aziende e dei professionisti e in opportunità professionali grazie a momenti dedicati a sessioni di colloqui e assessment di gruppo, mirati a individuare profili motivati, curiosi e sensibili ai temi della sostenibilità e della trasformazione digitale.
Per ulteriori dettagli: https://www.bo-om.it/
