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Aruba è nel Patto per la neutralità climatica dei data center

Climate Neutral Data Centre Pact

Oggi Aruba, insieme ad un altro operatore di data center CyrusOne, ha annunciato di aver superato con successo l’audit relativo alla conformità di un primo data center ai termini del Climate Neutral Data Centre Pact (CNDCP).

Il Patto stabilisce obiettivi rigorosi in termini di prestazioni ambientali e di sostenibilità in cinque aree chiave che riguardano l’efficienza energetica, l’uso di energia pulita, dell’acqua, i processi di riciclo e il riutilizzo del calore residuo. Il raggiungimento collettivo di questi obiettivi garantirà la neutralità climatica dei data center entro il 2030.

Il CNDCP ha sviluppato un dettagliato Framework per un audit utile a verificare la conformità agli obiettivi di sostenibilità del Patto. Questo framework è stato condiviso con la Commissione europea alla fine del 2022 ed è ora disponibile per qualsiasi società di revisione indipendente. Questi primi audit, condotti da Bureau Veritas, dimostrano l’efficacia del quadro di riferimento e del Patto come impegno vincolante all’azione per il clima.

Garrone (Aruba): La neutralità climatica è un obiettivo essenziale e non negoziabile”

Fabrizio Garrone, Enterprise Solution Director di Aruba (in foto), ha commentato “La neutralità climatica è un obiettivo essenziale e non negoziabile. L’audit eseguito rispetto ai requisiti del Patto conferma che disponiamo dei processi e delle misure utili a rispettare gli obiettivi entro il 2030″.

“Siamo lieti che CyrusOne sia stata in grado di utilizzare l’Audit Framework per dimostrare che siamo sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi stabiliti dal Patto. Non solo è fondamentale per gestire i nostri progressi, ma stabilisce un chiaro punto di riferimento per l’azione concreta del nostro settore e non solo”, ha dichiarato Matt Pullen, Chairman del CNDCP Board di CyrusOne.

“Quando abbiamo istituito il CNDCP abbiamo concordato con la Commissione Europea che i progressi sarebbero stati verificati regolarmente. Con l’arrivo di questi primi audit, siamo orgogliosi di dimostrare che questo è un settore che mantiene i propri impegni”, ha spiegato Michael Winterson, Chairman di EUDCA & CNDCP Monitoring and Reporting Group Lead.

Francisco Mingorance, Segretario Generale del CISPE, co-founder del Patto con EUDCA, ha infine detto: “Il settore dei data center è sempre più sotto esame. Questi audit verificati e indipendenti dimostrano che i nostri firmatari stanno guidando l‘avanzata verso la neutralità climatica”.

Il Patto contro il greenwashing

Tutti gli operatori di data center firmatari del Patto sono tenuti a verificare la propria conformità agli obiettivi del Patto considerando come riferimento 12 mesi di dati a partire dal primo anniversario della firma del Patto.

Il processo di audit garantisce che i firmatari del Patto non possano essere accusati di “greenwash, in quanto verifica le metriche, i dati e i processi necessari per confermare tutti i progressi compiuti a livello ambientale.

Accesso facilitato ai finanziamenti green

Per gli operatori di data center che riescono a dimostrare credenziali ambientali misurabili, potrebbe essere più semplice accedere a significativi finanziamenti green a basso costo per continuare a crescere in tale direzione, nell’ambito di programmi come il recente European Temporary Crisis and Transition Framework.

Di fatto, la conformità agli obiettivi di neutralità climatica del Patto potrebbe essere un fattore decisivo per consentire l’accesso ai finanziamenti green.

Il Pact Auditing Framework può essere utilizzato anche per assistere gli operatori di data center nel tentativo di dimostrare l’allineamento ad una più ampia gamma di normative, tra cui la Direttiva sull’Efficienza Energetica e il Regolamento sulla Tassonomia UE 2020/852 per i proprietari e gli operatori di strutture di data center.

Per ulteriori dettagli: https://cispe.cloud/summit/

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