Arte

ArTVision sbarca in Croazia: per una nuova koinè adriatica

di Bruno Zambardino, Armando Maria Trotta |

Penetreremo lo sguardo degli artisti, le testimonianze di bellezza e verità che loro conoscono e comprendono, apriremo una finestra su un mondo sconosciuto, vasto e stupefacente attraverso le loro opere.

Una bella nazione affacciata sul mare, una nazione di passaggio, di scambio, di incontro e di scontro, di tradizioni, di differenze e somiglianze linguistiche e culturali con l’occidente di cui è figlia di seconde nozze: la Croazia. Dopo il Montenegro, è questo il paese che abbiamo scelto di indagare, di scandagliare, di conoscere meglio.

Per farlo penetreremo lo sguardo degli artisti, le testimonianze di bellezza e verità che loro conoscono e comprendono, apriremo una finestra su un mondo sconosciuto, vasto e stupefacente attraverso le loro opere.

Maja Frankovic ha l’aspetto di una donna robusta come le querce secolari dei boschi incontaminati della sua patria. I piedi sono ben saldi atterra con il suo retaggio culturale, le sue convenzioni ma i voli che compie attraverso la sua arte coprono centinaia di migliaia di chilometri. Riesce a destreggiarsi alla perfezione tra policromatiche astrazioni Kandinskijane, stampe litografiche e ricerca della decoratività orientale.

 

Goran Štimac, invece, è alla ricerca del concetto stesso di artisticità, di bello e brutto, di cosa sia arte e cosa no. E’ una ricerca intima che si nutre del gesto e dell’osservazione, un Pollock al contrario che ha alzato la tela dal pavimento per recuperare la separazione necessaria all’artista per osservare e valutare il gesto, analizzarlo nei minimi dettagli e poi aggredirlo a colpi di pennello per dargli forma, derivazione dalla sua attività principale, quella di scultore, che non abbandona nemmeno quando il suo estro lo chiama alla pittura.

E l’indagine sulla forma viene condotta anche da Nikola Vrljic, giovanissimo scultore croato che attraverso il video ci accoglie nel suo atelier concettuale e ci mostra e dimostra la sua vita personale e privata, le sue percezioni, le sue intuizioni in merito all’espressione di una gestualità grottesca delle figure rappresentate.

In fine, Focus Grupa ci racconta dell’esperienza di un collettivo di artisti alle prese con la vita di tutti i giorni (quella artistica) e dei loro particolarissimi punti di vista. Punti di vista dell’Est, di una nazione che è stata per secoli al centro dello scacchiere politico e del flusso migratorio, una nazione che ospita decine di anime differenti e che si concretizza nella pluralità di vedute che da sempre ha saputo concedere ai propri figli.