Il futuro

ArtVision: i giovani artisti di domani (video)

di Bruno Zambardino, Armando Maria Trotta |

Creare prodotto per tramandare il reperto è il meno che si possa fare per gettare le basi di un nuovo modo di diffondere e comunicare l’arte ma anche per dar vita a nuove accademie, a nuovi modi di fruire l’arte contemporanea e di concepirla.

«Non ho mai insegnato ai miei allievi, ho solo cercato di creare le condizioni nelle quali possano apprendere» soleva dire Albert Einstein, in merito al suo operato da docente. E’ proprio questo il compito al quale lo Stato dovrebbe ottemperare, soprattutto per potenziare e rilanciare le attività culturali ed incrementare il patrimonio artistico nazionale attraverso la sponsorizzazione di luoghi di apprendimento che non siano fatti soltanto di mura e lavagne ma che si concretizzino anche nel non-luogo del web, sfruttandolo sapientemente, e mettano radici nelle menti di docenti e allievi.

Il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, di recente ha lanciato una massiccia ricerca di fondi per finanziare e strutturare le nuove avanguardie dell’arte contemporanea, per iniziare a “produrre” bellezza oltre che continuare a “conservarla”, per affiancare a ciò che già abbiamo tutto quello che avremo a breve.

ArTVision è una rubrica quindicinale promossa da Key4biz e Regione Puglia.
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E’ in questa direzione che vanno 3 video pubblicati su ArTVision e prodotti dalla crew pugliese sotto la supervisione della Fondazione Pino Pascali che oggi vogliamo raccontarvi e farvi vedere e che potremmo far confluire nella macro area dei “giovani artisti di domani”.

Il primo è un reportage su Daniele d’Acquisto, il secondo riguarda il progetto di Light residence e il terzo ci porta alla mostra Object Perdu.

Apriamo il nostro discorso partendo dall’opera e dalla poetica del giovanissimo Daniele d’Acquisto

Una delle promesse dell’arte del panorama italiano, che indaga con occhio critico e sapiente la spazialità. Con le sue istallazioni, l’artista tarantino cerca di costruire un percorso (attraverso le sue stringhe) grazie al quale tenta di ripercorrere l’utilizzo dello spazio sia calandolo in un contesto storicistico, smentendo la bidimensionalità propria di alcune forme d’espressione, sia attraverso l’evocazione più o  meno puntuale di teorie astronomiche che si basano, appunto, su “stringhe” ben diverse da quelle che affollano gli spazi addobbati dal d’Acquisto.

Invece, la Light Residence

Nella quale si cimentano giovani studenti provenienti da diverse accademie pugliesi, è il luogo preposto per riuscire ad apprendere i rudimenti di un’arte che, trasversalmente, non solo ha attraversato i secoli ma spesso ha interessato grandi artisti di ogni epoca e provenienza.

L’esperimento è sociale, è didattico, è metodologico. Grazie al video proposto possiamo sbirciare cosa sia avvenuto in seno al laboratorio organizzato con il supporto della Fondazione Pino Pascali, ovvero dell’approccio di giovani menti ad una delle materie più affascinanti e spettacolari del mondo dell’arte, l’approcciarsi ad uno dei reparti che hanno fatto guadagnare più riconoscimenti accademici al nostro tricolore su scala mondiale.

Ed infine, per concludere il nostro viaggio, spaziamo tra le sale della mostra Object Perdu

Allestita da Roberto la Carbonara e che ha ospitato le opere e le testimonianze di personalità artistiche ormai note ed affermate non solo agli addetti ai lavori.

Il “Metodo Pascali” quello che prevede di non rifarsi a nessuno per enunciare un postulato di certa e indiscussa originalità, si declina nei metodi e negli stili che vengono sviscerati negli otto minuti di filmato. Accanto al lavoro certosino ed ordinato di una moderna “Penelope” come Antonella Zazzera, possiamo gustare il caotico nuovo mondo virtuale condensato in plastica da Raffaella Formenti ed altri ancora. Insomma, non solo un discorso sull’arte e sugli stili, ma un vero e proprio antro nel quale addentrarci per scoprire cosa bolle in pentola, cosa aspettarsi dalle future generazioni di artisti.

Il documento costituito dai video di questi eventi è di imprescindibile valore, costituisce di per sé il passaggio tra critica e storicizzazione. Creare prodotto per tramandare il reperto è il meno che si possa fare per gettare le basi di un nuovo modo di diffondere e comunicare l’arte ma anche per dar vita a nuove accademie, a nuovi modi di fruire l’arte contemporanea e di concepirla. E’ per questo che prodotti audiovisivi dello spessore e del calibro di quelli appena citati si inseriscono nel solco di una tradizione storico artistica al di là da venire ma più prossima e immanente di quanto si possa immaginare.