Finestra sul mondo

Arrestati per ribellione 8 ex consiglieri catalani, La Francia e l’incontro Trump-Rohani, Elezioni in Sicilia

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Spagna, Oriol Junqueras e otto ex consiglieri catalani arrestati per ribellione

03 nov 11:13 – (Agenzia Nova) – L’ex vice presidente della Generalitat catalana, Oriol Junqueras e altri otto ex amministratori del defunto governo catalano sono stati arrestati ieri sera come misura precauzionale con l’accusa di presunta sedizione, ribellione e appropriazione indebita di fondi pubblici. Questo quanto stabilito dal giudice dell’Alta Corte Carmen Lamela nell’ambito dell’indagine sui fatti relativi al referendum illegale del 1° ottobre scorso e alla conseguente dichiarazione unilaterale di indipendenza della Catalogna. Il giudice ha ritenuto infatti che vi sia un’alta probabilita’ che vengano nascoste, distrutte o alterate importanti prove, cosi’ come ci sarebbe un alto rischio di “reiterazione criminale”. Secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo “El Mundo”, sono stati arrestati anche Jordi Turull, ex consigliere presidenziale, Josep Rull, ex ministro del Territorio, Merixtell Borras, ex ministro degli Interni, Joaquim Forn e Raul Romeva, ex consigliere degli affari Internazionali, infine Dolores Bossa e Carles Mundo, ex ministro della Giustizia. La decisione ha provocato l’indignazione di tutti i partiti secessionisti, soprattutto in vista delle prossime elezioni poiche’ la legge del sistema elettorale generale (Loreg) vieta la candidatura di persone che siano state condannate. La prima reazione del presidente deposto Carles Puigdemont e’ stata quella di inviare un messaggio dal Belgio in cui si chiede la liberazione dei consiglieri e la fine della repressione politica, considerata come un grave attacco alla democrazia spagnola. Il quotidiano spagnolo “El Pais” riferisce inoltre che il giudice Lamela avrebbe individuato una “strategia adottata da tutto il movimento secessionista perfettamente organizzata con la distribuzione di ruoli tra autorita’ governative, parlamentari e associazioni indipendenti”.

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Argentina, ministro Esteri critica la politica dei Kirchner

03 nov 11:13 – (Agenzia Nova) – Con i “Kirchner non eravamo nel mondo”, ora l’Argentina sta discutendo “su come ottenere maggiore integrazione”. Lo ha detto il ministro degli Esteri argentino Jorge Faurie spiegando, in un’intervista al quotidiano spagnolo “El Pais”, il cambio strategico della politica di Buenos Aires sotto la presidenza di Mauricio Macri. “L’asse ora e’ il reinserimento dell’Argentina nel mondo. Non abbiamo prevenzioni di tipo ideologico. Abbiamo soci storici, il Mercosud, la regione, siamo figli dell’Europa con la Spagna come protagonista e socio chiave, legami con gli Stati Uniti che stiamo recuperando dopo un passato di tensione con molta connotazione ideologica”, ha detto Faurie. L’Argentina ha provato da poco l’esperienza del protezionismo, ricorda il ministro, e il risultato e’ stato di rimanere “piu’ piccoli, piu’ poveri, meno sviluppati tecnologicamente”. Il ministro e’ poi tornato sul tema della crisi venezuelana, paese in cui “non c’e’ democrazia perche’ per il fatto di pensare diversamente si finisce per essere arrestati o si ricevono punizioni fisiche per strada. Siamo in un meccanismo autoritario con tutte le manifestazioni di una dittatura”. Il titolare della diplomazia argentina invita l’opposizione venezuelana “castigata dalla dittatura”, di mantenere il “difficile” compito di restare unita. Faurie ha poi parlato dell’aspettativa di Buenos Aires di chiudere entro un anno l’accordo con l’Unione Europea e ribadito che per aprire l’Argentina al mercato, un paese che ha “3.000 sindacati”, ci vorra’ comunque tempo.

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Usa, la Casa Bianca ha chiesto alla Francia di fare da mediatore per un incontro Trump-Rohani

03 nov 11:13 – (Agenzia Nova) – La Casa Bianca avrebbe chiesto al presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, di fare da mediatore per un possibile incontro tra il presidente Donald Trump e il presidente dell’Iran, Hassan Rohani, quest’ultimo avrebbe risposto in maniera negativa. Lo riferisce il quotidiano “Washington Post”, precisando che Trump aveva definito quello di Teheran un “regime sanguinario”. Le autorita’ francesi che hanno tentato la mediazione, durante l’ultimo incontro dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, avrebbero riferito agli Usa che non li ritenevano “seri” e che si potesse trattare di qualche “trucco”. Il giorno successivo nel suo discorso Rohani denuncio’ la retorica “ignorante” di “furfanti novellini della politica”, senza mai menzionare Trump. Secondo quanto riporta il “Washington Post”, Trump avrebbe cercato un colloquio con il presidente iraniano per ribadire le sue posizioni sull’accordo nucleare, i missili balistici e far presente che gli Stati Uniti avevano pronta una precisa strategia se l’Iran non fosse venuto a patti con le loro richieste. Il portavoce del ministro degli Esteri iraniano, Bahram Qassemi, aveva confermato che alla richiesta statunitense era stato opposto un no di Rohani.

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Usa, presentata la riforma fiscale del Partito repubblicano con sgravi per aziende e classe media

03 nov 11:13 – (Agenzia Nova) – I legislatori del Partito repubblicano (Gop) della Camera dei rappresentanti hanno presentato i dettagli della riforma fiscale, “la piu’ ampia riscrittura del sistema” da decenni, secondo il quotidiano “New York Times” che introduce un taglio delle tasse pari a 1,51 trilioni di dollari (1,29 trilioni di euro) per aziende e “alcuni” nuclei famigliari della classe media; un provvedimento che sposta in parte l’asse del sistema fiscale del paese nella direzione dei “desiderata” degli imprenditori. In dettaglio, le aliquote per le persone passano da sette a quattro, con l’aliquota massima che resta al 39,6 per cento, ma viene associata ad un reddito di un milione di dollari (circa 857 milioni di euro) per una coppia sposata. L’aliquota piu’ bassa sale di due punti e arriva al 12 per cento. Aumentano poi gli sgravi fiscali per chi ha figli da 1.000 a 1.600 dollari (857 a 1.372 euro) e viene riconosciuta una deduzione di 300 dollari (257 euro) per ogni genitore e membro anziano del nucleo familiare. Vengono poi completamente cancellate alcune deduzioni come quella del 15 per cento per pensionati di oltre 65 anni e per quelli in pensione a causa di disabilita’. Raddoppiano le deduzioni standard per la classe media, mentre rimane inalterato il programma pensionistico di risparmio (401 k). Viene poi stabilito un tetto di 500.000 dollari (428.000 euro) agli incentivi sulla proprieta’ immobiliare. Sul fronte della successione ereditaria, il Gop raddoppia l’esenzione a circa 11 milioni di dollari dai precedenti 5,49 (a 9,43 milioni di euro da 4,7). Per le aziende e’ stato pensato un taglio permanente dell’aliquota fiscale dal 35 per cento al 20. Il ritardo di un giorno nella presentazione della riforma, segnala, secondo il “New York Times”, che Il Gop ha cercato di limare il piu’ possibile i provvedimenti che generavano scontento al suo interno. Uno su tutti, il tentativo di mettere un tetto alle deduzioni fiscali locali e degli Stati. I legislatori del Partito democratico denunciano un progetto fiscale volto a favorire esclusivamente i contribuenti piu’ ricchi.

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Gran Bretagna, le banche alzano i tassi dei mutui ma non gli interessi dovuti ai correntisti

03 nov 11:13 – (Agenzia Nova) – Dopo che ieri giovedi’ 2 novembre la Banca d’Inghilterra (BoE) ha deciso di aumentare dallo 0,25 allo 0,5 per cento il tasso debitorio di riferimento, le grandi banche hanno sfidato pubblicamente le raccomandazioni del governatore della BoE, Mark Carney: lo scrive il quotidiano “The Times” commentando il fatto che tutti i principali istituti di credito del paese abbiano deciso di adeguare immediatamente al rialzo i tassi dei mutui immobiliari, ma al contempo non abbiano fatto lo stesso per gli interessi pagati ai detentori di conti correnti; insomma, accusa il “Times” le banche penalizzano le famiglie e non aiutano i risparmiatori. Nel presentare il primo rialzo dei tassi di interesse da una decina di anni, ieri Carney aveva detto di aspettarsi immediati vantaggi per i correntisti: per tutta risposta i grandi istituti di credito come LLoyds, Barclays, Hsbc, NatWest ed Halifax hanno annunciato un automatico adeguamento dei mutui immobiliari, mentre hanno fatto sapere che la remunerazione dei risparmiatori e’ semplicemente “allo studio”. Il giornale ha calcolato che siano 4 milioni e mezzo le famiglie britanniche che vedranno aumentarsi la rata del mutuo con cui hanno comprato casa: l’aumento medio sara’ di 22 sterline al mese (circa 25 euro, ndr) e di 264 all’anno (circa 300 euro, ndr); considerando tutti le forme di crediti, i debitori britannici nei prossimi 12 mesi pagheranno alle banche 1 miliardo e 800 milioni di sterline (oltre 2 miliardi di euro, ndr) di maggiori interessi: il risultato sara’, sempre secondo i calcoli citati dal “Times”, che circa 400 mila famiglie dovranno tagliare consistentemente le loro spese per far fronte all’aumento del carico dei propri debiti. Molti analisti temono che l’aumento dei tassi, deciso dalla BoE sulla base dei positivi risultati dell’industria manufatturiera e dell’alto tasso di inflazione, possa invece danneggiare la fragile crescita economica della Gran Bretagna ed in particolare penalizzare il mercato immobiliare ed un’industria edilizia che fatica a mantenere il passo con i settori piu’ attivi ed avanzati.

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Italia, Berlusconi e’ tornato a fare campagna elettorale e guida i sondaggi in Sicilia

03 nov 11:13 – (Agenzia Nova) – Dopo una lunga eclissi, Silvio Berlusconi e’ tornato al centro della politica italiana: lo scrive il quotidiano finanziario britannico “The Financial Times” che ha mandato il suo corrispondente da Roma, James Politi, a seguire a Palermo gli ultimi appuntamenti della campagna dell’anziano magnate dei media per il voto regionale che si terra’ in Sicilia domenica prossima 5 novembre, l’ultimo grande test per la politica italiana in vista delle elezioni nazionali previste per il marzo 2018. In Sicilia Berlusconi appoggia Nello Musumeci, il candidato unitario della rinnovata coalizione di centrodestra alla presidenza della Regione, che secondo i sondaggi e’ testa-a-testa con l’uomo del partito anti-stablishment Movimento 5 stelle (M5s), Giancarlo Cancelleri. E davanti ai suoi sostenitori adoranti l’81enne leader si e’ presentato come l’unico baluardo contro l’arrivo al potere del M5s: “Chi vota M5s non ragiona, non ha testa”, ha scandito nel comizio tenuto nel teatro Politeama, “e non riesco neppure ad immaginare che gli elettori possano mettere la Sicilia nelle loro mani: loro odiano gli imprenditori, i risparmiatori e la classe media”. E poi ha ripetuto la sfilza di attraenti promesse che ne hanno sempre fatto la fortuna elettorale: piu’ lavoro, pensioni minime piu’ alte, niente piu’ costi di registrazione delle auto ed una pletora di tagli alle tasse in ogni ambito, dalla casa alla successione. C’e’ grande incertezza su chi vincera’ le elezioni in Sicilia. Ma per Berlusconi, scrive l’inviato del “Financial Times” James Politi, gli obbiettivi sono molteplici: battere il M5s, certo, ma anche riaffermare il suo dominio sul centrodestra italiano minacciato da Matteo Salvini, il leader dell’euroscettico ed anti-immigrati partito della Lega nord; ed ovviamente dimostrare di essere ancora determinante in vista delle elezioni nazionali, atteggiandosi ad uomo di Stato responsabile e cercando di riconquistare l’elettorato moderato che era stato attratto dal Partito democratico (Pd) di centrosinistra ma che poi e’ rimasto deluso dal leader Pd Matteo Renzi. Insomma, dal titolo al contenuto del reportage il “Financial Times” sembra aver abbandonato le feroci critiche del passato a Berlusconi e nell’attuale situazione dell’Italia sembra guardare all’anziano leader come ad un possibile protagonista del futuro politico de paese.

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Francia, lo Stato vende le sue partecipazioni della Renault

03 nov 11:13 – (Agenzia Nova) – Lo Stato francese ha ceduto le sue partecipazioni nella Renault, equivalenti al 4,73% del capitale dell’azienda. Ieri, dopo la chiusura della borsa la transazione e’ stata stimata a 1,21 miliardi di euro. Ne parlano “Les Echos” e “Le Figaro”, precisando che in seguito a questa operazione il governo detiene ormai il 15,01 per cento delle azioni del gruppo. Citando l’analista Thomas Besson, il quotidiano economico afferma che Parigi ha applicato un prezzo di vendita “di circa 81 o 82 euro, tenuto conto dei dividendi ottenuti sul periodo. Questa operazione si inserisce nel piano delle cessioni delle partecipazioni dello Stato. Tra e imprese interessate da questa strategia ci sono anche Orange, Safran e Fdj. A settembre lo Stato ha intrapreso la prima parte del programma vendendo il 4,53 per cento del capitale di Engie per 1,53 miliardi di euro. “Le Figaro” definisce “ambizioso” il progetto, annunciato a luglio dal ministro dell’Economia, Bruno Le Maire. L’obiettivo e’ quello di creare un fondo destinato a finanziare l’innovazione; un’idea promessa dal presidente Macron durante la campagna elettorale.

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Francia, le elezioni in Corsica e Nuova Caledonia a rischio di un contagio secessionista

03 nov 11:13 – (Agenzia Nova) – “Le Figaro” e “Le Monde” parlano delle prossime elezioni territoriali in Corsica, previste per il 3 e il 10 dicembre, e del referendum per l’indipendenza in Nuova Caledonia, che si dovrebbe svolgere entro novembre del prossimo anno. Due scrutini particolarmente sensibili vista la “spinta secessionista” che in queste settimane sta interessando la Catalogna e che potrebbe essere a rischio “contagio”. Il presidente Macron dovrebbe far visita alla popolazione in Nuova Caledonia verso maggio. Intanto, il capo dell’Eliseo lunedi’ ha ricevuto i partecipanti del processo elettorale. Il quotidiano indica che il governo francese potrebbe richiedere la presenza di osservatori dell’Onu durante le votazioni. “Le Monde” riporta i punti salienti affrontati durante la riunione avvenuta ieri tra una delegazione della Nuova Caledonia e il premier Edouard. Il quotidiano afferma che l’incontro si e’ concluso con un “accordo politico” che definisce i criteri per formare le liste elettorali. Il primo ministro Philippe ha sottolineato il clima di “fiducia” che regna tra le parti. Dal canto loro, gli interlocutori hanno sottolineato il suolo svolto dal premier nelle discussioni.

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Germania, il sospettato terrorista di Schwerin aveva ottenuto l’asilo compilando un semplice questionario

03 nov 11:13 – (Agenzia Nova) – Nel caso del sospetto terrorista Yamen A. stanno emergendo nuovi dettagli che potrebbero far finire nei guai l’Ufficio della migrazione e dei rifugiati tedesco(Bamf). Secondo indiscrezioni del settimanale “Der Spiegel” infatti, il siriano arrivato in Germania nell’autunno del 2015 quando era adolescente, non e’ mai stato ascoltato dalle autorita’: ha ottenuto l’asilo tramite una procedura abbreviata, e ha dovuto solo compilare un questionario. Nell’aprile del 2016 e’ stato riconosciuto come rifugiato e ha ricevuto un permesso di soggiorno per tre anni. Questa procedura, utilizzata da decine di migliaia di siriani, iracheni ed eritrei e’ stata fortemente criticata alla fine del 2015 proprio per la sua pericolosita’. Il Bamf ha confermato il fatto che i documenti del giovane furono verificati e trovati veritieri, senza un colloquio personale. Attualmente Yamen A. e’ sospettato di aver pianificato un attacco terroristico con esplosivi e l’ufficio del Procuratore federale lo ha posto il 19 enne in custodia. L’unita’ speciale Gsg 9 lo ha arrestato martedi’ mattina a Schwerin. Secondo il procuratore federale il giovane in estate aveva contattato tramite Internet con un sedicente “soldato del califfato” e nelle sue conversazioni aveva manifestato l’intento di assemblare una bomba. Tali informazioni sarebbero pervenute da un servizio di intelligence straniero e poi passate all’Ufficio federala per la protezione della Costituzione (BfV). Probabilmente il ragazzo si era radicalizzato negli ultimi mesi ed aveva intrattenuto contatti con islamisti ad Amburgo. Secondo l’ufficio del procuratore federale, il siriani ha iniziato a procurarsi componenti elettronici e prodotti chimici al piu’ tardi entro luglio, incluso acido solforico e perossido di idrogeno. Entrambe le sostanze chimiche sono in aggiunta ai componenti acetonici parte dell’esplosivo Tatp, da impiegare come innesco per una carica esplosiva maggiore. Inoltre, sono stati trovati componenti per un innesco a distanza. A settembre, il sospetto terrorista ha ordinato altri dieci chilogrammi di perossido di idrogeno su Internet, ma poco dopo ha annullato l’ordine. La ragione e’ poco chiara. Secondo l’ufficio della Procura federale, i suoi piani erano gia’ molto avanzati. Voleva uccidere il maggior numero possibile di persone, ma non aveva ancora selezionato il suo obiettivo. Il ministro federale dell’Interno, il cristiano democratico Thomas de Maizi’ere (Cdu), ha dichiarato: “Da cio’ che sappiamo, l’attacco era imminente”. Il Ministro ha elogiato per il “lavoro eccellente” i partecipanti all’azione di polizia, ma ha evitato di parlare del lavoro del Bamf che ricade sotto la sua giurisdizione.

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Germania, un “aumento drammatico” dei richiedenti asilo

03 nov 11:13 – (Agenzia Nova) – Il numero delle persone che avanzano richiesta di asilo politico alla Germania e’ piu’ che raddoppiato negli ultimi due anni. Lo ha annunciato questo giovedi’ l’Ente federale di statistica tedesco in base ai dati del Registro centrale degli stranieri, secondo cui alla fine del 2016 sono state registrate nel Paese 1,6 milioni di richiedenti asilo, ossia 851.000 o 113 per cento in piu’ rispetto alla fine del 2014. Nel contempo, come riporta un rapporto dei media, i tribunali amministrativi sono ancora piu’ oberati dalle procedure di asilo di quanto lo fossero in precedenza. Secondo l’Ufficio federale di statistica, circa la meta’ di quanti hanno richiesto asilo per motivi umanitari provengono da tre Paesi di origine: Siria (455.000), Afghanistan (191.000) e Iraq (156.000). Quasi due terzi di costoro sono uomini. In totale coloro che non sono stati presi in considerazione per la procedura di asilo sono stati 392.000, in quanto non era possibile stabilire se fossero effettivamente rifugiati o meno. Le persone a cui e’ stato concesso invece un permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari sono state 872.000, ossia il 54 per cento degli arrivati, mentre a 158.000 tale permesso e’ stato negato e dovrebbero lasciare il Paese. Di costoro, pero’, il 75 per cento non lo ha ancora fatto, complice il lassismo delle procedure di espulsione. A causa del sovraccarico lavorativo dei tribunali amministrativi ancora 573.000 richiedenti asilo sono in attesa di giudizio. Erich Muller-Fritzsche, membro del Consiglio del Bund Deutscher Verwaltungsrichter, ossia l’Associazione dei giudici amministrativi tedeschi, ha parlato di un “aumento drammatico” delle richieste di asilo. Del totale dei richiedenti asilo circa 30.000 sono scomparsi senza lasciare traccia. Un portavoce del ministero dell’Interno al riguardo ha dichiarato al quotidiano “Bild”: “Non si puo’ escludere che coloro che erano nel registro centrale degli stranieri ed erano tenuti a lasciare il paese non lo abbiano fatto e che si siano nascosti”.

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