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Arcep alla Ue: ‘Evitiamo che le Big Tech abbiano il sopravvento nei mercati del Cloud e dell’AI’

Appello del Garante francese delle comunicazioni perché anche i servizi cloud e l’AI vengano inquadrati nel regolamento Ue del Digital Markets Act (DMA), in nome della neutralità della rete.

Laure de La Raudière, Presidente dell’Arcep, l’autorità garante delle comunicazioni francese, chiede a gran voce alla Commissione Ue di inserire anche i servizi Cloud forniti dai grandi hyperscaler nel novero del Digital Markets Act. Lo scrive oggi La Tribune, che ha intervistato La Rudière, parlando così della sua posizione difesa con forza a Bruxelles.

Net neutrality a rischio senza la totalità degli accessi

La neutralità della rete è un cardine di Internet, dice La Rudière, “ma tutti vedono che alcuni servizi Web, che sono delle porte d’entrata verso internet, non assicurano la totalità degli accessi”.

“Il loro stesso funzionamento può limitare la libertà di scelta del consumatore. Ad esempio, sul tuo smartphone vengono promosse determinate applicazioni e vengono imposte condizioni commerciali ai fornitori, il che significa che non hai completa libertà di scelta”.

Ecco perché, aggiunge, “il Digital Markets Act (clicca qui) (DMA) si propone, dal 2023, di impedire a questi “gatekeeper” (custodi), ovvero ai giganti di Internet, di favorire il proprio servizio. Ad esempio, la Commissione europea ha lavorato sull’interoperabilità dei servizi di messaggistica come WhatsApp (clicca qui), per definire le interfacce che consentono a un servizio concorrente di interconnettersi, in modo che i suoi utenti possano comunicare con quelli di WhatsApp”.

L’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa (IA) minaccia la neutralità della rete?

“L’intelligenza artificiale generativa viene adottata molto rapidamente e sta diventando uno strumento comune per la ricerca. Il problema è che ti danno una risposta senza permetterti di esplorare Internet. È una specie di scatola opaca: non sappiamo come funziona l’IA, come fa le sue raccomandazioni, se dietro i risultati ci sono relazioni commerciali o se un’IA è codificata in modo virtuoso per l’ambiente. Non sappiamo nulla delle scelte che il modello algoritmico compie per modellare la tua risposta”.

Esiste anche un problema di accesso al mercato per i nuovi entranti?

“SÌ. In primo luogo, perché queste IA generative sono integrate nei servizi di Gafam [Google, Apple, Facebook – ora Meta -, Amazon, Microsoft]. Ciò dà l’impressione che la storia si ripeterà, in un modo che favorirà gli stessi attori. La DMA è stata creata per consentire ai nuovi operatori di trarre vantaggio dall’intero ecosistema digitale e per impedire a Gafam di prevaricare i mercati integrando i propri servizi. Oltre a tutto questo, è anche molto importante che questi stessi grandi attori non monopolizzino tutte le risorse che consentono lo sviluppo dell’intelligenza artificiale: accesso all’energia, potenza di calcolo, competenze, ecc”.

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