L'intervista

Antonio Sassano (Fondazione Bordoni): ‘5G e Net Neutrality. La necessità di un confronto sul futuro degli algoritmi’

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Intervista a Antonio Sassano, presidente della Fondazione Ugo Bordoni, in vista del primo Seminario Bordoni del 2019 dedicato allo sviluppo del 5G dal punto di vista della Net-Neutrality. L'evento si terrà a Roma il 4 aprile: 'La questione che intendiamo porre alla comunità ICT è come proteggere questo principio fondamentale nel nuovo scenario del 5G'.

Il 4 aprile si terrà a Roma il primo Seminario Bordoni del 2019, dedicato allo sviluppo del 5G dal punto di vista della Net-Neutrality, un termine che può apparire desueto, ma che qui viene chiamato in causa in modo del tutto inedito perché riferito alle problematiche sollevate dall’uso di algoritmi di gestione del traffico della nuova rete, che porranno problemi ed implicazioni nuove dal punto di vista regolatorio, politico, industriale e di consumo. Appuntamento molto atteso, con una lista di speaker di grande autorevolezza e in rappresentanza di imprese ed associazioni. A chiudere, un panel importante con i rappresentanti delle forze politiche, parlamentari molto attenti alle tematiche in discussione su cui si ripongono aspettative di partecipazione consapevole a ogni eventuale ritocco normativo dovesse essere richiesto dalle nuove circostanze.

Sul tema abbiamo posto alcune domande ad Antonio Sassano, presidente della Fondazione Ugo Bordoni, che promuove l’evento.

Key4biz. “5G e Net Neutrality” è il tema del primo Seminario Bordoni del 2019, che si terrà a Roma il 4 aprile? Ma la Net-Neutrality, nata negli USA di Obama, importata successivamente in Europa e infine abbandonata dalla FCC di Trump non rischia di essere superata?

Antonio Sassano. Per rispondere a questa domanda partirei dall’osservazione preliminare che il principio generale della Neutralità della Rete è quanto mai di attualità. La Net-Neutrality difende un principio irrinunciabile secondo il quale tutti debbono avere la possibilità di utilizzare la Rete per realizzare servizi innovativi e sfidare gli attuali vincitori del mercato. Senza essere limitati in questo diritto, che è alla base dell’innovazione, da coloro che hanno il “controllo” del traffico ma, aggiungerei, il controllo delle piattaforme, del Cloud centralizzato e dei protocolli di “Trust”. Insomma: strozzare il traffico o assegnare priorità ai pacchetti a pagamento ha la stessa gravità di centralizzare su poche piattaforme i servizi Cloud, effettuare “killer acquistion” di startup o utilizzare in modo monopolistico i dati.

Key4biz. E allora come declinare la Net-Neutrality in modo del tutto nuovo nello scenario che si verrà a creare con le reti di quinta generazione?

Antonio Sassano. La questione che intendiamo porre alla comunità ICT con il nostro Seminario Bordoni dedicato al tema è dunque: come proteggere questo principio fondamentale, così come sopra richiamato, nel nuovo scenario del 5G. Uno scenario rivoluzionario che non è soltanto il risultato del passaggio da una generazione all’altra di comunicazione mobile ma una trasformazione radicale della stessa struttura di Internet. Internet diviene infatti davvero una rete di reti. Le reti di automobili, di pannelli solari, di misuratori dei nostri parametri vitali per la cosiddetta “e-health” o, più ingenerale, di milioni di oggetti diversi, connessi alla rete fissa, alle dorsali in fibra e alle reti wireless. Internet che si divide in fette (“slices”), ciascuna dedicata al trasporto ottimizzato dei pacchetti di uno specifico servizio. Nel 5G non è più la rete che determina la qualità del servizio offerto, ma è il servizio che definisce la rete più adatta a massimizzare la propria qualità e lo fa grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale che riconfigurano la rete fisica, come ad esempio i cosiddetti “algoritmi di orchestrazione”.

Key4biz. Così vista, la Net-Neutrality appare diversa da come l’abbiamo sin qui conosciuta.

Antonio Sassano. Ovviamente questo nuovo scenario rende obsoleta una visione della Net-Neutrality rappresentata dallo slogan “tutti i pacchetti sono creati uguali” e nella quale i “servizi specializzati” sono gestiti per eccezione. Infatti, è corretto dire che nelle reti 5G tutti i servizi sono specializzati e che servizi diversi definiscono le “proprie reti” con caratteristiche di latenza, velocità e affidabilità definite su misura per massimizzare la qualità del servizio.

Abbandonare la versione obsoleta della Net-Neutrality non significa però dimenticarne il ruolo centrale nella promozione dell’innovazione ma, piuttosto, intervenire sul quadro regolamentare e sugli strumenti di analisi e controllo all’inizio di una rivoluzione tecnologica. Esistono già regole di Net-Neutrality definite dal Berec, ma quando le eccezioni di un quadro regolamentare divengono la regola, il quadro deve essere inevitabilmente rivisto e direi, auspicabilmente, in anticipo rispetto al primo manifestarsi di problemi.

Key4biz. Occorre una nuova regolamentazione o il concetto di neutralità va portato a un livello più alto e applicato al funzionamento “responsabile” degli algoritmi di orchestrazione?

Antonio Sassano. Si, occorre porsi il problema; tratta di una esigenza estremamente attuale. Nel documento del dicembre 2018 che valuta l’applicazione del corrente quadro regolatorio riguardante la Net-Neutrality (“Opinion for the evaluation of the application of Regulation (EU) 2015/2120 and the BEREC Net Neutrality Guidelines”) il Berec valuta positivamente la tenuta del quadro regolamentare attuale nello scenario 5G, dichiarando che finora nessuna NRA (le autorità regolatorie nazionali, n.d.r.) ha segnalato problemi nella sua applicazione. Dunque, sostanzialmente, “so far, so good”.

Ma questa conclusione appare come il pensiero ottimistico di qualcuno che, cadendo da un grattacielo e arrivato al 40^ piano dica: “fin qui tutto bene”. Il 5G non è ancora nato e i problemi di applicazione possono solo riguardare lo scenario attuale.  Bene fa il Berec a darsi l’obiettivo di affrontare la questione con una consultazione pubblica da tenersi nel quarto trimestre del 2019. Dovrà però essere una consultazione basata su presupposti totalmente diversi da quelli dell’Opinione di dicembre 2018.

Key4biz. Perché?

Antonio Sassano. L’Opinione del Berec continua infatti a guardare alle “slice” del 5G come porzioni logiche di una rete esistente e definita da un unico operatore verticalmente integrato, mentre è già assolutamente evidente che le reti 5G definiranno visioni virtuali di infrastrutture di rete trasversali a tecnologie (domini tecnologici) e ad operatori (domini amministrativi). Le reti 5G saranno certamente multi dominio e non saranno fette di una rete esistente ma “sottoreti che gli algoritmi di orchestrazione definiranno in modo autonomo”. Abbiamo dunque alcune nuove questioni aperte alle quali speriamo che i partecipanti al Seminario Bordoni forniscano risposte innovative.

Key4biz. Ma chi gestirà gli algoritmi di orchestrazione e chi raccoglierà i dati da essi prodotti? Chi deciderà se esiste la possibilità di definire una nuova “slice” per un nuovo servizio (problema di Diritto e Parità di Accesso) e, inoltre, come sarà possibile orchestrare e ottimizzare reti di operatori diversi?

Antonio Sassano. L’interesse a questo tema (multidomain orchestration) sembra essere ancora limitato all’ambiente scientifico e accademico. Ad esempio nessun cenno a questo tema (tecnico e regolatorio) viene fatto nella recente Opinion del Berec dove piuttosto si dice che un servizio specializzato è caratterizzato dall’essere “…logically separated from the traffic of the IAS”. Come si vede, una datata visione “singolo dominio amministrativo”.

Si tratta forse di una preoccupazione soltanto accademica?

La nostra visione delle reti 5G ci porta a rispondere negativamente a questa domanda e ad affermare con un certo grado di certezza che le reti 5G saranno inevitabilmente oggetto di una orchestrazione multi-dominio.

Avremo porzioni dell’infrastruttura tecnologica (reti in fibra e reti wireless) virtualmente visibili come una rete 5G unica e “affettabile” ma amministrativamente gestite da operatori diversi e dunque avremo un problema di condivisione e gestione ottimizzata delle infrastrutture.

Key4biz. Come potrà la regolazione incoraggiare questa tendenza naturale del 5G?

Antonio Sassano. Domanda interessante, ma aggiungo anche: come potrà essere incoraggiata la condivisione dei trasmettitori e dello spettro per ottimizzare le reti wireless che dovranno coprire il 100% del territorio con un numero di impianti fino a 10 volte superiore a quello attuale? Come potrà essere diffusamente utilizzata in uno schema multi-dominio la tecnologia Cloud RAN della rete mobile intelligente, che è tanto più efficace quanto più ampia è la porzione di spettro condivisa? Oppure, come potrà essere incoraggiata la realizzazione e la gestione comune di infrastrutture in fibra ottica?

Key4biz. Tante domande pertinenti. Quali le risposte?

Antonio Sassano. Qualcuno potrebbe rispondere che l’evoluzione verso le reti multi-dominio non ci sarà e che l’ecosistema 5G continuerà ad essere caratterizzato da operatori verticalmente integrati e da reti limitate ad un singolo-dominio amministrativo. Ho dei dubbi su questa stabilità del quadro al quale siamo abituati e un tema che mi piacerebbe fosse approfondito nel prossimo Seminario Bordoni è quanto i proprietari di altre reti (automobili, oggetti, piccole reti di accesso locali) spingeranno verso un ecosistema multi-dominio nel quale il tema principale sarà quello della regolazione degli algoritmi di orchestrazione e gestione di reti di operatori diversi. Sarà forse importante il ruolo dell’Operatore Wholesale Only? Vedremo…