i papabili

Antitrust, ultimo miglio per la scelta del presidente

di Francesca Cederna |

Non è escluso che tra candidati espressione di questa o quella componente, prenda corpo la soluzione super-partes di orientamento tecnico e di valorizzazione delle risorse interne nel segno della continuità, come è stato per la maggior parte delle nomine fatte dall’attuale governo.

Ultimo miglio per la scelta del presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM). Dal primo ottobre scorso l’Antitrust, infatti, è senza presidente, perché Giovanni Pitruzzella ha lasciato in anticipo il mandato, due mesi prima della naturale scadenza, per ricoprire il ruolo di uno degli undici avvocati generali della Corte di Giustizia dell’Unione europea. Oggi il collegio è composto solo da due componenti Gabriella Muscolo e Michele Ainis.

Come è noto i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico (M5S) e Elisabetta Casellati (Forza Italia) hanno raccolto, attraverso un bando pubblico, un centinaio di candidature, molte delle quali di alto profilo, il che alza il livello di competizione tra i candidati.

L’iter di scelta lascia intravedere non pochi punti di rottura.

Il più rilevante potrebbe essere, in parte, quello della fine dell’era dei professori, figure incontrastate nelle precedenti tornate di nomina (Giuliano Amato, Giuseppe Tesauro, Francesco Saja, Giovanni Pitruzzella), con la sola eccezione di Antonio Catricalà, che professore non era, ma a cui va riconosciuto il merito di aver privilegiato la difesa dei consumatori.

Oggi la musica è cambiata.

I professori rimangono, disciplinatamente in fila con i loro profili personali. Fatta salva l’ultima autorevole new entry tra i papabili di Vincenzo Zeno Zencovich, ma l’assalto più insidioso è quello dei “Giovani Turchi” del Consiglio di Stato, con un due cinquantenni che sembrano una testa d’ariete.

In prima fila Roberto Chieppa (già presidente di sezione del Consiglio di Stato, quindi Segretario generale dell’Autorità Antitrust dal 2011 al 2018 e attualmente Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri). Al suo fianco Roberto Caringella, Presidente di sezione del CdS ed estensore di importanti sentenze in materia di antitrust e pluralismo. Ma va ricordata la candidatura di Roberto Garofoli, altro consigliere di Stato e attuale capo di gabinetto al Ministero dell’Economia e delle Finanze, che però poi avrebbe ritirato la candidatura.

Ma la vera notizia è che i “Giovani Turchi” del C.d.S. si pongono in posizione antagonista rispetto ad un altro pezzo importante del Consiglio di Stato, rappresentato da Alessandro Pajno, già presidente ed ex capo di gabinetto del Presidente Sergio Mattarella, quando questi era Sottosegretario nel governo Prodi.

Chi la spunterà tra i “Giovani Turchi”, ben visti da molti settori del mondo professionale di riferimento, e Pajno sostenuto da Mattarella?

E se spuntasse, come da prassi, un outsider capace di neutralizzare le spinte contrastanti dei papabili più insidiosi? Al momento i favoriti sembrano essere Marina Tavassi e Guido Stazi. La prima è presidente della Corte d’appello di Milano, invece Stazi è un uomo delle Istituzioni: attualmente è dirigente dell’Antitrust e in passato è stato segretario generale in Consob e capo di gabinetto di Corrado Calabrò all’Agcom.

A chi spetta la nomina del nuovo presidente dell’Antitrust?

“D’intesa” ai presidenti delle Camere, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, come prevede la legge istitutiva dell’Authority. Il mandato è di sette anni.

Ma sulla nomina purtroppo lo stallo permane, perché il governo gialloverde non ha trovato l’intesa sul nome di un altro presidente da scegliere, quello della Consob, l’Autorità per la vigilanza sui mercati finanziari.

Inevitabile che la scelta sia determinata da un effetto domino tra le caselle da coprire, ma se guardiamo alla sola Antitrust, non possiamo che confidare sulla saggezza dei presidenti dei due rami del Parlamento, che potrebbero fare la loro scelta anche prima della fine dell’anno.

E non è escluso che tra candidati espressione di questa o quella componente, prenda corpo la soluzione super-partes di orientamento tecnico e di valorizzazione delle risorse interne nel segno della continuità, come è stato per la maggior parte delle nomine fatte dall’attuale governo.