L'ultimatum

Antitrust, ultimatum di Almunia a Google: ‘Nuovi rimedi altrimenti sanzioni’

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Il Commissario Ue Joaquin Almunia stamani alla Commissione affari economici del Parlamento europeo: 'Attendiamo nuove concessioni da Google' altrimenti si procederà con le sanzioni.

Rapporti sempre più tesi tra l’Antitrust Ue e Google. Arriva oggi la stoccata del Commissario alla Concorrenza Joaquin Almunia che fa capire a chiare lettere di non condividere la condotta del gruppo americano sul mercato europeo e arriva a minacciare sanzioni.

Le dichiarazioni di Almunia riguardano l’ancora aperto dossier che vede Google sospettata di abuso di posizione dominante nella ricerca online e non è detto che l’argomento non venga affrontato anche nell’incontro di oggi tra il premier Matteo Renzi e i vertici della compagnia di Mountain View, in occasione del tour statunitense del semestre di presidenza italiana della Ue.

Nei giorni scorsi si era già percepita l’intenzione di Bruxelles di sbarrare la porta all’azienda che ha presentato delle proposte ritenute ‘insoddisfacenti’ dai competitor sentiti dalla Ue.

L’ultima società in ordine di tempo a lanciare precise accuse a Google è stata la News Corp di Rupert Murdoch, secondo la quale il gruppo “soffoca la concorrenza e non rispetta i diritti di proprietà intellettuale”.

Pesanti critiche che si aggiungono a quelle degli editori europei che hanno chiesto alla Ue di respingere l’accordo con Google.

Stamani, davanti alla Commissione affari economici del Parlamento europeo, Almunia ha detto che la Commissione europea “attende da Google nuove concessioni che possano venire incontro alle questioni sollevate” dai suoi concorrenti. Se Google non dovesse presentare concessioni ritenute sufficienti, “il prossimo passo sarebbe l’invio di una lettera di obiezioni”, ha informato Almunia. La lettera di obiezioni è il documento con cui la Commissione apre formalmente un contenzioso con un’azienda, con l’obiettivo di imporre sanzioni per pratiche concorrenziali sleali.

I dati lo dicono chiaramente, Google ha una posizione dominante sul mercato della search in Europa. A confermarlo è anche l’ultimo Rapporto di comScore, secondo il quale la quota del gruppo è superiore al 90%. Questo è alla base dell’apertura da parte della Ue della procedura antitrust.

Diversa la situazione per gli Stati Uniti, dove Google appare stabile al 67% mentre Microsoft e Yahoo! insieme rappresentano solo il 29%.

Il Commissario Almunia, dopo aver in un primo momento accolto positivamente i rimedi presentati dalla web company, intenderebbe adesso far cadere il tentativo di patteggiamento.

I competitor di Google, che tra luglio e agosto sono stati chiamati a presentare le loro rimostranze sulle ultime proposte, hanno infatti illustrato i rischi cui si andrebbe incontro se fossero accolte, sostenendo che le misure di Mountain View non sono tali da evitare che l’azienda continui a esercitare il proprio monopolio.

A non voler la linea ‘soft’ inizialmente prospettata da Almunia sono anche altri Commissari Ue. Secondo alcuni osservatori, la decisione di Bruxelles rifletterebbe, infatti, il clima politico in cui sta lavorando al momento la Commissione e sicuramente anche delle pressioni della Germania che non intende ammorbidire la propria linea contro Google, ritenuto responsabile di un’azione ‘aggressiva’ sul mercato europeo su tutti i fronti, dai problemi con gli editori agli escamotage ai quali ricorre per pagare al minimo le tasse nei paesi dove offre i propri servizi.

Una situazione che si prevedibilmente complicata dopo che Google ha respinto la richiesta del Ministro tedesco alla Giustizia, Heiko Maas, di svelare i segreti del proprio algoritmo.

Oggi ha Almunia ha anche ribadito che il caso molto probabilmente sarà rimandato alla prossima Commissione. “Se Google presenta le sue concessioni entro la fine di ottobre, lavorerò sul caso fino all’ultimo munito del mio mandato”, ha sottolineato Almunia, altrimenti “toccherà al mio successore”, vale a dire la danese Margrethe Vestager.

Anche se Google dovesse presentare nuove concessioni a stretto giro, la Commissione dovrebbe analizzarle con l’opinione di tutti i dipartimenti e dovrebbe inoltre anche aspettare i commenti delle parti in causa contro Google, che sono una ventina. Un processo non breve.