La denuncia

Antitrust, News Corp alla Ue: ‘Google soffoca la concorrenza’

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La News Corp, che fa capo a Rupert Murdoch, ha scritto all’Antitrust Ue per denunciare lo ‘strapotere’ di Google sul mercato della ricerca online: ‘Soffoca la concorrenza’.

Il gruppo di Rupert Murdoch si schiera ufficialmente contro lo ‘strapotere’ di Google. In una lettera che porta la data dell’8 settembre, ma resa nota solo ieri, la News Corp, che fa capo al tycoon australiano, scrive al Commissario Ue alla Concorrenza, Joaquin Almunia, per denunciare la condotta della compagnia di Mountain View nella ricerca online.

Un’accusa che va ad aggiungersi a quella del governo tedesco che ha chiesto, ottenendo un netto rifiuto, che l’azienda svelasse i segreti del proprio algoritmo.

La missiva della News Corp si inserisce nell’ambito dell’indagine Antitrust aperta da Bruxelles per sospetto abuso di posizione dominante da parte di Google sul mercato della web search.

Almunia ha invitato i competitor a rendere note le loro argomentazioni sui rimedi presentati dalla web company. E così ha fatto la News Corp a cui fanno capo, dopo lo spin-off del giugno 2013, le attività legate a stampa ed editoria, mentre la parte riguardante Cinema e Tv è sotto il cappello della 21st Century Fox.

Il Ceo della News Corp, Robert Thomson, ha apertamente accusato Google di “sfruttare la propria posizione dominante per soffocare la concorrenza”.

News Corp: ‘Google non rispetta i diritti di proprietà intellettuale’

 

L’azienda di Mountain View, spiega Thomson, “beneficia ampiamente degli sforzi e degli investimenti degli altri e deve fare di più per assicurare che i diritti vengano rispettati e che il proprio motore di ricerca non abusi del suo potere per eliminare la concorrenza”.

Google – scrive ancora il Ceo della News Corp – è riuscita a monetizzare i propri utenti ma non ha mostrato la volontà, sebbene ne abbia tutta la capacità, di rispettare i diritti fondamentali di proprietà intellettuale”.

Thomson ha aggiunto che il potere di Google “cresce ogni giorno” per cui, secondo il Ceo, le proposte consegnate alla Commissione Ue appaiono chiaramente insufficienti a sanare la situazione presente sul mercato della ricerca online.

Nel mirino della News Corp anche il sistema di ‘certificazione’ sviluppato da Google per i dispositivi Android che gli permette di “negare l’accesso alle compagnie” che offrono contenuti.

La Ue sbarra la porta a Google

Il Commissario Almunia, dopo aver in un primo momento accolto positivamente i rimedi presentati dalla web company, intenderebbe adesso far cadere il tentativo di patteggiamento.

Google dovrà “trovare soluzioni” alle “preoccupazioni giustificate” segnalate a Bruxelles dai concorrenti, ha detto senza mezzi termini Almunia.

I competitor di Google, che tra luglio e agosto sono stati chiamati a presentare le loro rimostranze sulle ultime proposte, hanno infatti illustrato i rischi cui si andrebbe incontro se fossero accolte, sostenendo che le misure di Mountain View non sono tali da evitare che l’azienda continui a esercitare il proprio monopolio.

A queste accuse si sono aggiunte più recentemente anche quelle degli editori europei, tra cui anche l’italiana Fieg, che già a maggio avevano presentato una denuncia.

 

Il no di Google alla Germania

Secondo alcuni osservatori, la decisione di Bruxelles riflette il clima politico in cui sta lavorando al momento la Commissione e sicuramente anche delle pressioni della Germania che non intende ammorbidire la propria linea contro Google, ritenuto responsabile di un’azione ‘aggressiva’ sul mercato europeo su tutti i fronti, dai problemi con gli editori agli escamotage ai quali ricorre per pagare al minimo le tasse nei paesi dove offre i propri servizi.

Una situazione che si complicherà ulteriormente dopo che ieri Google ha respinto la richiesta del Ministro tedesco alla Giustizia, Heiko Maas, di svelare i segreti del proprio algoritmo.

Se la Ue confermasse il rigetto delle proposte di Google, i tempi per la risoluzione di questa controversia aperta nel 2010 si allungherebbero ulteriormente, passando nelle mani della nuova Commissione guidata da Jean-Claude Juncker che si insedierà a partire dal prossimo novembre e che vedrà come successore di Almunia alla Concorrenza la danese Margrethe Vestager.

Il neo presidente dell’esecutivo europeo è sempre stato molto critico nei confronti della policy sulla privacy di Google (più recentemente legata anche alle nuove richieste sul diritto all’obliondr), ma ha evitato ogni commento sul caso antitrust.