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Andrus Ansip (UE): “L’economia dei dati in Europa varrà 544 miliardi nel 2025”

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Varato a Bruxelles il nuovo “Regolamento sulla libera circolazione dei dati non personali” in Europa: il “Free flow of non-personal data”. Integrato alla strategia per il mercato unico digitale, il Regolamento consentirà l’archiviazione e il trattamento dei dati in tutti gli stati membri dell’Unione europea, senza restrizioni ingiustificate, e allo stesso tempo aiuterà gli utenti, in particolare le Piccole e medie imprese (Pmi), a comprendere l’interazione tra queste nuove norme e il regolamento generale sulla protezione dei dati (RGPD), “specialmente per quanto riguarda gli insiemi di dati formati da dati personali e dati non personali”, è precisato in una nota ufficiale.

Da qui al 2025 l’economia dei dati contribuirà probabilmente per il 5,4 % del PIL dell’UE a 27, pari a 544 miliardi di euro. Ma se i dati non potranno circolare liberamente, questo potenziale enorme sarà limitato”, si legge nel commento alla nota rilasciato da Andrus Ansip, Vicepresidente e Commissario responsabile per il Mercato unico digitale.
Eliminando le restrizioni forzate alla localizzazione dei dati, diamo a un numero maggiore di persone e di imprese la possibilità di trarre il massimo beneficio dai dati e dalle opportunità ad essi correlate. Gli orientamenti odierni permettono di fare piena chiarezza sulle modalità con cui la libera circolazione dei dati non personali interagisce con le nostre rigorose norme in materia di protezione dei dati personali”, ha dichiarato ancora Ansip.
La nostra economia ha sempre più bisogno di dati. Con il regolamento sulla libera circolazione dei dati non personali e il regolamento generale sulla protezione dei dati disponiamo di un quadro completo per uno spazio comune europeo dei dati e per la libera circolazione di tutti i dati all’interno dell’Unione europea”, ha invece affermato Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l’Economia e la società digitali.

Grazie al nuovo Regolamento sulla libera circolazione dei dati non personali, l’Europa dà vita ad un contesto giuridico ed economico stabile in tema di trattamento dei dati, impedendo ai paesi dell’Unione di applicare “leggi che, in modo ingiustificato, obblighino a detenere i dati unicamente all’interno del territorio nazionale”.
Come spiegato nalla nota ufficiale di Bruxelles, “è il primo del genere al mondo”: “Le nuove norme aumentano la certezza del diritto e la fiducia per quanto riguarda le imprese e rendono più facile per le Pmi e le startup sviluppare nuovi servizi innovativi, sfruttare le migliori offerte disponibili sul mercato interno per quanto riguarda i servizi per il trattamento dei dati ed espandere le proprie attività a livello transfrontaliero”.
D’altronde il rapido sviluppo dell’economia dei dati e di tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale, i prodotti e i servizi relativi all’Internet delle cose, l’automazione e la tecnologia 5G, sollevano nuove questioni giuridiche relative all’accesso ai dati e al loro riutilizzo, alla responsabilità e persino all’etica.

Il “Free flow of non-personal data” garantisce alcuni punti strategici per l’economia dei dati e per il mercato unico digitale dell’Unione, tra cui: la libera circolazione transfrontaliera dei dati, definendo un quadro per l’archiviazione e il trattamento dei dati in tutta l’Unione e impedendo le restrizioni alla localizzazione dei dati; la disponibilità dei dati per i controlli regolamentari; la realizzazione di codici di condotta per i servizi cloud per facilitare il passaggio, entro la fine di novembre 2019, da un fornitore di servizi cloud a un altro.

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