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Android, Google accusata di abuso di posizione dominante in Russia

Google ritenuta colpevole di abuso di posizione dominante in Russia. A comunicarlo è Vladimir Koudravtsev, un alto funzionario dell’Antitrust del Paese, citato dall’agenzia di stampa RIA Novosti.

La società rischia adesso una multa che, secondo le leggi russe, potrebbe arrivare fino al 15% del fatturato realizzato da Google nel settore coinvolto che è quello delle app mobili.

In Europa una decisione sul dossier che riguarda la ricerca online, dovrebbe essere presa dalla Ue la prossima primavera.

L’indagine in Russia è stata avviata lo scorso febbraio dall’Autorità federale antimonopolio e riguarda presunte pratiche anti-competitive da parte della web company americana nelle app di Android.

Nello specifico si accusa il gruppo di imporre su tutti gli smartphone che usano il suo sistema operativo tutta una serie di servizi oltre e al suo motore di ricerca di default.

Il dossier era stato aperto dopo la denuncia presentata dal concorrente russo di Google, Yandex.

Android è presente sull’86% dei telefonini venduti in Russia (84% a livello mondiale), secondo Yandex, che però ha una fetta consistente, il 60%, del mercato russo della ricerca online.

Adesso, secondo gli esperti il gruppo russo sta perdendo terreno proprio per la concorrenza di Google.

“Anche se la Commissione Ue ha aperto un’indagine sulle stesse pratiche di cui si parla nel presente documento, La Russia è la prima giurisdizione che ha ufficialmente qualificato queste pratiche come anticoncorrenziali“, ha commentato Yandex all’Afp.

L’Antitrust avrà dieci giorni di tempo per formulare i provvedimenti.

Google ha dichiarato di non aver al momento ricevuto alcuna comunicazione ufficiale.

Soddisfazione da parte di Yandex che ha accolto “con favore la decisione dell’Autorità che ha compreso questo caso complicato e, dopo aver studiato le prove (fornite), ha confermato le violazioni di Google”.

A seguito della sentenza, la società americana potrebbe essere costretta a rivedere gli accordi con i produttori di telefonini, accogliendo così i timori esternati da Yandex e altri operatori.

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