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Andamento del Pil: l’Italia supera il Canada nel 2023

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Ecco che cosa succederà all’andamento del Pil nel 2023. L’anno scorso il Canada ci ha superato in termini assoluti e l’anno prossimo noi supereremo loro.

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Ecco che cosa succederà all’andamento del Pil nel 2023. L’anno scorso il Canada ci ha superato in termini assoluti e l’anno prossimo noi supereremo loro.

Il grafico interattivo in apertura mostra, infatti, il Pil tra 6 dei 7 Paesi del G7 oltre gli Stati Uniti che, in termini di valori assoluti surclassa tutti gli aderenti al Club dei Paesi più industrializzati del mondo. Attenzione: per leggere correttamente il grafico bisogna considerare che i dati riportati sono espressi in miliardi di dollari e non in percentuale, che, almeno per quanto riguarda l’andamento del Pil dell’Italia vedremo dopo. In questo grafico, oltre alla crescita, possiamo vedere, espresso, appunto, in miliardi di dollari, il Pil prodotto da ogni singolo Stato del G7.

L’andamento del Pil in Italia nel 2022 e 2023

Vediamo, quindi, i dati partendo proprio da Italia e Canada. In termini assoluti, cioè in miliardi di dollari prodotti dalle rispettive economia, il Canada ci ha sorpassato l’anno scorso. E non era mai successo dal 2000. Se le previsioni del Fondo Monetario Internazionale verranno confermate, infatti, il Canada ha prodotto 2.140 miliardi di dollari di Pil e l’Italia 2.012. Anche a livello di andamento del Pil si vede che i miliardi prodotti dal nostro sistema industriale sono in calo mentre quelli del Canada sono in crescita. Tutto cambia quest’anno con l’economia dell’Italia che produrrà 2.170 miliardi di dollari di ricchezza e quella del Canada, che sarà in rallentamento, 2.090. Ripristineremo la situazione che ci ha visto sopra il Canada per anni se non decenni, ma il temporaneo sorpasso del 2022 è comunque un campanello d’allarme. Per un anno non siamo stati la sesta potenza mondiale ma solo la settima.

L’andamento del Pil del Giappone

Nella parte alta della classifica resta il Giappone (oltre gli Usa, come abbiamo detto). Tokyo ha prodotto, nel 2022, 4.234 miliardi di dollari di ricchezza e nel 2023ne produrrà  4.410. Da notare l’importante flessione dell’economia giapponese tra il 2021 e il 2022: Nel 2021 il Giappone ha prodotto 5.006 miliardi di beni e servizi: un record degli ultimi anni, imparagonabile, però, ai 6.272 miliardi del 2012. Al punto che, come si vede dal grafico, la Germania è lì a un soffio. Berlino sta approfittando del calo della produzione giapponese e si avvicina al terzo posto nel G7 per ricchezza prodotta. Nel 2022 i miliardi di dollari prodotti dall’economia tedesca sono stati 4.075 che diventeranno 4.309 nel 2023. In crescita anche la Gran Bretagna che, nonostante la Brexit (che avrebbe dovuto provocare cataclismi economici), ha prodotto nel 2022 3.071 miliardi di dollari di Pil e passerà nel 2023 a 3.159. Sono invece 2.784 i miliardi prodotti dall’economia francese nel corso dell’anno scorso che saliranno a 2.923 nel 2023.

Andamento del Pil: chi sale e chi scende nel G7

Considerando solo la creazione di valore in termini assoluti la nostra è l’unica economia del G7 la cui economia cala nel 2022 mentre tutte le altre crescono. Ovviamente a crescere è anche quella americana, come si vede nel grafico interattivo qui sotto.

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Nel 2022 gli Usa hanno prodotto 25.464 miliardi di dollari di beni e servizi e nel 2023 saliranno a 26.855. Una accelerazione gigantesca. Basti pensare che tra il 2000 e il 2023 gli Usa hanno dovuto assistere solamente a due anni di calo del Pil: il 2008 e il 2012. In tutti gli altri, come si vede dal grafico, l’andamento del Pil è sempre mostrato il segno più.

L’andamento del Pil in Italia termini percentuali

Il “contro-sorpasso” dell’Italia rispetto al Canada che dovrebbe verificarsi quest’anno, sempre stando alle previsioni del Fmi, è dovuto a una buona crescita del nostro Pil in termini percentuali, ovvero, l’andamento del Pil rispetto all’anno precedente. Secondo l’Istat nel 2023 la ricchezza prodotta dalla nostra economia salirà nel 2023 dell’1,2% e l’anno prossimo di un ulteriore 1,1%. La crescita dovrebbe essere sostenuta soprattutto dalla domanda interna: è uno degli indicatori che segnala un aumento della ricchezza delle famiglie italiane, che chiedono di acquistare più beni e servizi. La domanda estera, ovvero l’export, crescerà ugualmente, ma solo dello 0,3% e dello 0,2% rispettivamente nel 2022 e 2023.

Le previsioni dell’Istat sull’economia italiana

Infatti, secondo l’Istat, i consumi interni dovrebbero aumentare dello 0,5% quest’anno e dell’1,1% l’anno prossimo soprattutto grazie a un calo (previsto) dell’inflazione, a un graduale recupero delle retribuzioni e al miglioramento del mercato del lavoro con più persone che avranno un posto di lavoro e una retribuzione. Infatti, in linea con l’andamento del Pil previsto, gli occupati dovrebbero aumentare quest’anno dell’1,2% e dell’1% nel 2024 e, quindi, parallelamente, il tasso di disoccupazione scenderà al 7,9% quest’anno e al 7,7% nel 2024.

L’economia italiana cresce di più delle altre

Le previsioni sull’andamento del Pil dell’Istat sono identiche a quelle formulate dalla Commissione europea nel suo più recente rapporto previsionale. La Commissione, infatti, ha alzato le attese sull’andamento del Pil in Italia all’1,2%, dallo 0,8% previsto a febbraio e dall’1% all’1,1% nel 2024. In tutta l’eurozona, cioè considerando solo i Paesi che hanno adottato la moneta unica, il Pil crescerà, in termini percentuali, dell’1,1% nel 2023 e dell’1,6% nel 2024. Le previsioni della Commissione fanno dire alla Ue che quella dell’Italia è la “crescita più alta tra le maggiori economie europee. Infatti, in termini percentuali, la Germania crescerà solo dello 0,2% nel 2023 e la Francia dello 0,7%.

I dati si riferiscono al: 2022-2023