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Anche il 5G nell’accordo tra Ue e Cina: ‘Condivisione dei progressi e cooperazione tra le aziende’

Confermato nessun ban dall’Ue alla Cina sul 5G. Infatti, c’è l’intesa anche sulle reti di quinta generazione nei 24 punti dell’accordo siglato, dopo 50 ore di trattative, tra l’Unione Europea e la Cina in occasione del 21^ vertice Ue-Cina.

“Le reti 5G forniranno la base per il futuro sviluppo economico e sociale. L’Ue e la Cina accolgono favorevolmente i progressi e gli ulteriori scambi nel dialogo e nel meccanismo di lavoro sul 5G, sulla base della dichiarazione comune del 2015, compresa la cooperazione tecnologica tra le rispettive comunità imprenditoriali”, è scritto nella dichiarazione congiunta firmata, ieri, da Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, Jean-Claude Junker, presidente della Commissione Ue, e Li Keqiang, premier del Consiglio di Stato della Repubblica popolare cinese.

Dunque, l’Europa non segue Donald Trump nella guerra a Huawei e in generale e alle società di telecomunicazioni cinesi, che continueranno a operare nell’Ue, anche nella realizzazione del 5G: d’altra parte gli americani non sono riusciti a fornire la pistola fumante contro il gigante delle Tlc cinesi. Ricordiamo che la Commissione Ue ha raccomandato una serie di azioni concrete per valutare i rischi per la cibersicurezza delle reti 5G e per rafforzare le misure preventive. La raccomandazione prevedono una serie di misure operative e tocca ai Paesi membri procedere a una “valutazione del rischio nazionale della rete 5G”, che deve essere presentata entro la fine di giugno 2019.

Tale valutazione deve poi essere trasmessa entro il 15 luglio alla Commissione e all’ENISA affinché gli stessi Stati, insieme alle istituzioni UE, alle agenzie e agli altri organismi possano poi effettuare quella congiunta a livello europeo, da completarsi entro il primo ottobre. In seguito il Gruppo di Cooperazione, istituito ai sensi della direttiva NIS, ha il compito di individuare gli strumenti atti a identificare i rischi e le possibili misure di mitigazione, tra i quali la certificazione, le prove e i controlli degli accessi.

Accordo Ue-Cina, non solo 5G

Non solo 5G. Dall’accordo bilaterale sulla protezione degli investimenti, all’adesione della Cina al Wto sugli appalti pubblici, al rispetto della proprietà intellettuale, dall’accordo di Parigi sul clima al riconoscimento reciproco delle indicazioni geografiche. Senza dimenticare i diritti umani: sono questi gli altri temi su cui Ue e Cina hanno siglato l’accordo. “I negoziati con la Cina sono stati difficili, ma alla fine si sono dimostrati fruttuosi: abbiamo trovato l’accordo sulla dichiarazione congiunta basata su rispetto e reciprocità”, ha detto Tusk. Ma “gli impegni hanno un valore solo se si rispettano”, ha fatto sapere subito Junker. Significa che in mancanza di una totale unità, né l’UE né alcuno dei suoi Stati membri è realmente in grado di conseguire i suoi obiettivi con la Cina.

Il premier cinese Li ha assicurato che Pechino tradurrà gli accordi “in azioni concrete”, promettendo “un trattamento uguale alle imprese europee e cinesi e il rispetto della proprietà intellettuale. Infatti,nell’accordo c’è la promessa di dare un taglio ai trasferimenti forzati di tecnologia, ovvero l’imposizione alle imprese Ue che sbarcano a Pechino di un partner locale, attraverso il quale i concorrenti del Dragone “rubano” il know how europeo.

Ue-Cina, interscambio commerciale di oltre 1 miliardo di euro al giorno

L’Ue e la Cina si sono, quindi, impegnate a costruire le loro relazioni economiche sull’apertura, sulla non discriminazione e sulla concorrenza leale, garantendo parità di condizioni, trasparenza e benefici reciproci. In sostanza un memorandum che, con l’attuazione concreta degli impegni, farà certamente aumentare il valore dell’interscambio commerciale tra i due Paesi, ad oggi pari a oltre 1 miliardo di euro al giorno. L’Ue è il secondo maggiore partner commerciale della Cina, come si vede nell’infografica, con un export pari a 198 miliardi: le automobili sono le più esportate dall’Unione europea in Cina, che invece vede nelle apparecchiature di telecomunicazioni il volano principale del suo export nell’Ue.

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