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Ambiente e produttività al centro del Semestre Ue. L’Italia fa i conti con le scarse competenze

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Gentiloni: “Le relazioni per paese 2020 fanno il punto dei progressi compiuti nel perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e comprendono una sezione specificamente dedicata alla sostenibilità ambientale”.

La Commissione europea pubblica il nuovo studio dal titolo “2020 European semester: country Reports”, le relazioni per Paese 2020, in cui sono prese in esame le principali sfide economiche che attendono ciascuno Stato membro dell’Unione europea (Ue).

Al centro del nuovo semestre europeo ci saranno la sostenibilità ambientale e la competitività, l’incremento della produttività e una maggiore giustizia sociale. Riguardo alla prima sfida, quella ambientale per il contrasto ai cambiamenti climatici e al surriscaldamento globale, per la prima volta si fa il punto sui progressi compiuti da ogni Stato europeo nel perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, evidenziando le politiche macroeconomiche e occupazionali che possono contribuire a tal fine.

A tal fine, saranno analizzate anche le opportunità che la transizione climatica ed energetica apre a ciascun Paese. Nella stessa ottica sono anche indicate le priorità a cui destinare il sostegno del Fondo per la giusta transizione.

Il Semestre Ue

Muoviamo oggi il primo passo nel cammino che porterà la sostenibilità al centro della politica e dell’azione economica dell’Ue”, ha dichiarato Paolo Gentiloni, Commissario per l’Economia.

Le relazioni per paese 2020 fanno il punto dei progressi compiuti nel perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e comprendono una sezione specificamente dedicata alla sostenibilità ambientale”.

Quest’aspetto va di pari passo con il tema centrale del semestre europeo: le questioni economiche e sociali e la correzione degli squilibri macroeconomici. Il ritmo di riduzione dei livelli di debito pubblico e privato – ha aggiunto Gentiloni – non è omogeneo e, nonostante la correzione della maggior parte dei disavanzi delle partite correnti, restano preoccupazioni per le situazioni di avanzo ingente”.

Gli squilibri diminuiscono nell’Unione, ha invece affermato Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo per Un’economia al servizio delle persone: “Gli Stati membri dovrebbero muovere da questa tendenza positiva per proseguire le riforme che permetteranno alla nostra economia di reggere la prova del futuro. Devono ridurre il debito, stimolare la produttività e realizzare gli investimenti giusti per compiere una transizione equa a un’economia sostenibile e inclusiva”.

Oggi – ha poi concluso Dombrovskis – la Commissione espone anche un’analisi specifica delle sfide di sostenibilità ambientale, nell’intento di aiutare gli Stati membri a muovere verso un’economia a impatto climatico zero”.

Il Green Deal europeo, si legge in una nota della Commissione alla Relazione, punta a far sì che l’Europa diventi “il primo continente climaticamente neutro entro il 2050. Le documenti Paese per Paese esaminano specificamente le questioni collegate alla sostenibilità ambientale: “L’analisi che riportano in tema di riforme e di principali necessità di investimento in settori quali l’energia, i trasporti e l’edilizia può guidare l’azione politica degli Stati membri in linea con questa priorità.

Le sfide per l’Italia

Per quanto riguarda l’Italia, la Relazione indica degli squilibri valutati come “eccessivi”.

Riforme ed investimenti relativi alla sostenibilità ambientale rappresentano secondo Bruxelles una grande opportunità per il nostro Paese, che presenta livelli di investimenti nell’economia circolare sopra la media Ue.

L’Italia è inoltre sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici per il 2020, sebbene siano necessari maggiori sforzi per raggiungere gli obiettivi per il 2030. Per far questo, è fondamentale portare avanti il Piano nazionale per l’energia e il clima (Pniec), efficace nel taglio drastico delle emissioni di CO2 e di gas serra.

Altra sfida per l’Italia, infine, è l’aumento dell’inquinamento da traffico urbano e dai trasporti in generale, che è cresciuto fortemente negli ultimi anni e che si pone come ostacolo al raggiungimento degli obiettivi climatici ed energetici al 2030.

Migliorare la qualità dell’aria, promuovere mobilità sostenibile e pulita, favorire il mitigamento e l’adattamento climatico, prevenire i rischi idrogeologici e sismici, ottimizzare le risorse naturali, idriche ed energetiche, ridurre i rifiuti e rilanciare il riciclo ed il riuso, infine, sono tutti fattori valutati dalla Relazione come opportunità per crescere e creare nuovi posti di lavoro per l’Italia, soprattutto per il Sud, che è visto sempre più indietro e in crisi rispetto al Nord soprattutto ma anche del resto dell’Ue.