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Amazon va oltre YouTube e punta sul film-sharing

La sfida tra gli Over-The-Top si sposta sul film-sharing. A dare il calcio d’avvio è Amazon.

A Vivendi, impegnata con Fnac in un piano anti-Amazon, toccherà imboccare anche questa nuova via per stare al passo ed è possibile che lo faccia visto che possiede Dailymotion.

Al poliedrico Ceo del gruppo leader dell’eCommerce, Jeff Bezos, non basta più la guerra a Netflix nella distribuzione in streaming di film e serie tv originali, adesso pensa ad andare oltre e varcare i confini di nuove frontiere.

Amazon lo fa lanciando Video Direct, un servizio che permette ai produttori di video di mettere i propri film online, come si fa già da anni su YouTube (Google)che invece si sta spostando verso la tv in diretta – ma va anche oltre.

 

I vantaggi

I produttori di video guadagneranno da pubblicità e royalty (fino a 75 mila dollari l’anno per un video) oltre ad avere la visibilità garantita dall’apparire sulla piattaforma di video on-line di Amazon che, dalla sua, potrà allargare la base clienti incentivando anche tutti gli altri servizi sotto il proprio cappello.

“E’ entusiasmante – ha commentato Jim Freeman, vice president di Amazon Video – pensare che così possiamo facilitare il compito ai produttori di contenuti di trovarsi un’audience e agli utenti quello di reperirli online”.

Più precisamente, i videomaker potranno usare Amazon Video Direct per distribuire i loro film in tutti quei Paesi dove il servizio del gruppo è operativo. Al momento si partirà da Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Austria e Giappone.

Potranno inoltre scegliere tra diversi modelli di distribuzione.

Una possibilità è l’inserimento gratuito nel catalogo di Prime Video. I creatori riceveranno quindi 0,15 dollari per ogni ora di visione dei loro film negli Stati Uniti e 0,06 dollari all’estero.

Il limite annuo sarà di 500 mila ore per titolo, che permetterà di sperare in un pagamento massimo di 75 mila dollari l’anno per video pubblicato online.

I videomaker potranno però anche proporre le loro produzioni in abbonamento, a noleggio o venderli per titolo o ancora, gratuitamente guadagnando dalla pubblicità.

In questi casi, i creatori riceveranno il 55% dei ricavi netti della pubblicità generata sui loro contenuti (così come fa YouTube) oppure il 50% dei ricavi netti derivanti da abbonamenti, vendite o noleggi.

Amazon promette anche di distribuire un bonus mensile di 1 milione di dollari tra i produttori dei 100 titoli più popolari su Amazon Video Direct.

Tra i partner del nuovo servizio figurano già noti brand come Mattel o il Guardian, Mashable o la società di distribuzione Samuel Goldwyn Films.

Negli ultimi anni Amazon ha investito massicciamente sui video online, apparendo sempre più come un rivale di Netflix anche se il proprio servizio è presente in un numero più limitato di Paesi.

La sua library comprende ormai migliaia di film e serie tv che proporne in streaming agli abbonamenti del proprio servizio Prime.

Due delle sue prodizioni originali – ‘Transparent’ e ‘Mozart in the Jungle’ – sono state anche premiate ai Golden Globes.

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