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Amazon, lavoratori in malattia ma il software delle presenze li licenzia. L’inchiesta del NYT

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4 storie emblematiche dei gravi errori commessi nei confronti dei dipendenti, soprattutto magazzinieri, in congedo, in malattia o neogenitori.

Amazon è talmente ossessionata per la soddisfazione del cliente, il mantra di Jeff Bezos, che “i lavoratori sono abituati a passare in secondo piano” e “l’azienda non ha dedicato abbastanza risorse e attenzione ai dipendenti”. A smascherare la pessima gestione di alcune risorse umane da parte della società leader dell’eCommerce è l’inchiesta del New York Times curata, tra gli altri, da Jodi Kantor, giornalista investigativa vincitrice del Premio Pulitzer.

Le storie

Ecco 4 storie emblematiche dei gravi errori commessi nei confronti dei dipendenti, soprattutto magazzinieri:

  • I lavoratori di Amazon negli Usa, con problemi medici e familiari sono stati licenziati, perché il software delle presenze li ha erroneamente contrassegnati assenti, senza una valida giustificazione. A rivelarlo ex e attuali dipendenti del personale delle risorse umane, riporta il NYT. I certificati medici, che giustificavano le assenze, sono finiti nei buchi neri dei database di Amazon, non in grado neanche di predisporre una piattaforma funzionante per la gestione dei congedi. 
  • I dipendenti richiedono le ferie online, su un’app interna o attraversano procedure telefoniche automatizzate e la tecnologia utilizzata da Amazon per gestire i congedi è un calderone di software di diverse aziende, tra cui SalesforceOracle e Kronos, che non si “parlano” perfettamente, rivela il quotidiano.
  • Ha pagato di meno – per almeno un anno e mezzo, anche durante periodi di profitti record – neogenitori, lavoratori con problemi di salute e personale vulnerabile in congedo.
  • Un anno fa, Tara Jones, una magazziniera Amazon in Oklahoma, mentre cullava il suo neonato, ha dato un’occhiata alla sua busta paga sul suo telefono e ha notato un taglio importante: 90 dollari su 540 dollari.  L’errore ha continuato a ripetersi anche dopo la sua segnalazione. Così esasperata la lavoratrice ha scritto un’e-mail addirittura a Jeff Bezos, il fondatore dell’azienda. “Sono indietro con le bollette, tutto perché il team dei pagamenti ha sbagliato. Sto piangendo mentre scrivo quest’email.”

Il gigantesco errore nel sistema dei congedi di Amazon

La sua mail ha dato il via a un’indagine interna che ha portato alla scoperta di un gigantesco errore nel sistema dei congedi (malattia, parentali, ecc..) per i suoi 1,3 milioni di dipendenti negli Stati Uniti. La poca attenzione di Amazon nei confronti dei dipendenti è così analizzata dal NYT: “L’entità del problema mette in netto rilievo il modo in cui i lavoratori di Amazon sono abituati a passare in secondo piano rispetto ai clienti durante la rapida ascesa dell’azienda verso il dominio della vendita al dettaglio. Amazon ha costruito strutture di elaborazione dei pacchi all’avanguardia per soddisfare l’appetito dei clienti per la consegna rapida, superando di gran lunga i concorrenti. Ma l’azienda non ha dedicato abbastanza risorse e attenzione ai dipendenti, secondo molti lavoratori di lunga data.”

Il sistema dei congedi di Amazon “un fallimento”

L’ufficio del procuratore generale dello Stato di Washington, che ha preso in carico un caso di una lavoratrice ingiustamente licenziata, ha definito il sistema dei congedi di Amazon “un fallimento”, sostenendo anche che la società ha reagito nei confronti della dipendente in violazione della legge statale.

L’ammissione del nuovo ceo di Amazon

A giugno, un’altra inchiesta, questa volta del Times, ha messo in luce quanto gravemente si fosse inceppato il processo di congedo durante la pandemia, periodo coinciso con il più grande momento di successo finanziario dell’azienda. Da allora, Amazon ha sottolineato l’impegno a diventare “il miglior datore di lavoro del mondo”. Andy Jassy, presidente e ceo, che ha preso il posto di Bezos a luglio scorso, è stato costretto ad ammettere pubblicamente, questo mese, la falla nel sistema di gestione dei congedi “non ha funzionato come volevamo”.

Per approfondire:

Amazon, i lavoratori: “Scioperiamo contro il suo algoritmo”

‘Amazon va regolata, sì a web tax’. Intervista a Martin Angioni (ex Ceo in Italia)