Altro che rete unica, lo scontro fra Fibercop e il Governo italiano su Open Fiber si fa sempre più duro e adesso si sposta a Bruxelles. Un’escalation che allontana sempre di più l’ipotesi di rete unica, già messa in forse da mesi di stallo, dopo che la società controllata dal fondo americano KKR ha depositato a Bruxelles un reclamo ufficiale accusando Roma di aver garantito aiuti di Stato illegittimi a Open Fiber. Lo rende noto la Reuters, ricordando che KKR insieme con il Ministero del Tesoro sono entrambi azionisti di Fibercop rispettivamente con il 37,5% e il 16,4%.
La segnalazione di Fibercop alla Commissione Ue per distorsione della concorrenza
La segnalazione alla Commissione Europea accusa l’Italia di aver distorto la concorrenza nel mercato della banda ultralarga a partire dai 660 milioni di euro approvati nell’ultima legge di bilancio per il riequilibrio delle concessioni nelle aree bianche. Ma non solo.
Si tratta di una mossa che la società deve fare, nell’ottica di mandato fiduciario verso tutti i suoi stakeholder. La società ha rilevato delle anomalie e preoccupazioni, sarà poi compito della Ue verificarli o meno.
Il reclamo di FiberCop, depositato lunedì, riguarda una serie di misure adottate dall’Italia nel 2024-2025 in relazione a Open Fiber.
Piano BUL e Italia 1 Giga in ritardo
Si ricorda che i piani in cui Open Fiber è impegnata sono il Piano BUL (da circa 10 anni) per la copertura delle aree bianche – per il quale non sarebbe stato notificato a Bruxelles l’allungamento della concessione – e il Piano Italia 1 Giga, con i fondi del PNRR, che divide appunto con Fibercop e che è fortemente in ritardo. Il Governo ha dato il via libera al taglio di 700mila civici che Open Fiber non riuscirà a coprire e si attende il responso di Bruxelles, che sembra favorevole, su questa revisione del Piano.
Nel suo reclamo, FiberCop ha stimato che le misure potrebbero valere fino a 4,5 miliardi di euro, secondo le fonti. Il reclamo riguarda Piano BUL e Italia 1 Giga, l’unico progetto digitale del PNRR che secondo il ministro agli Affari Europei Tommaso Foti sta creando intoppi. Nel caso fossero accertati gli aiuti di Stato, Open Fiber dovrebbe restituirli e non potrebbe più riceverne. Il ruolo di Bruxelles in questa partita è centrale.
Le misure contestate da Fibercop a Bruxelles
Le misure includono sovvenzioni dirette, la proroga delle concessioni esistenti, garanzie statali sulle linee di credito e la sospensione, o la riduzione, delle sanzioni (le penali) legate ai ritardi nei piani di implementazione della fibra sponsorizzati dallo Stato, hanno affermato le fonti.
FiberCop sostiene che le misure hanno trasferito i rischi economici e finanziari da Open Fiber allo Stato, violando le norme UE sulla concorrenza, e non sono state notificate all’UE.
Capitolo rete unica
Come risulta a Key4Biz, non c’è alcun memorandum fra le due aziende per procedere alla fusione e non sono chiari i termini né il perimetro di un’eventuale merger, che alla luce della situazione semrba sempre più lontano.
KKR e l’Italia sono in disaccordo sul futuro di FiberCop, che è stata venduta lo scorso anno a un consorzio guidato da KKR in un’operazione da 19 miliardi di euro.
Il fondo statunitense sta resistendo alla spinta dell’Italia a combinare FiberCop con Open Fiber, il rivale più piccolo controllato dall’investitore statale CDP e dal fondo australiano Macquarie.
Per KKR, a quanto risulta a Key4Biz, chiudere l’operazione di merger con una società pesantemente indebitata sarebbe un danno per il rating di Fibercop, appesantirebbe l’azienda e rallenterebbe gli investimenti.
L’earn out da 2,5 miliardi di euro non è il maggiore dei problemi
Un’unione tra FiberCop e Open Fiber comporterebbe un pagamento aggiuntivo fino a 2,5 miliardi di euro da parte del consorzio guidato da KKR nell’ambito dell’operazione di spin-off della rete. Ma non sarebbe questo l’ostacolo principale all’operazione per KKR, che sarebbe disposta a sobbarcarsi la spesa in cambio di garanzie di rientro dall’investimento che evidentemente non ci sono.
Open Fiber, su cui pesa un debito di circa 6 miliardi di euro accumulati in circa 10 anni di attività, ha registrato una perdita di 364 milioni di euro lo scorso anno. Si prevede di raggiungere un flusso di cassa positivo al più tardi nel 2028.
Due giorni fa il Financial Times ha fatto un lungo articolo su Kkr e sul mancato pagamento dei dividendi da parte di FiberCop, dovuto a un’accelerazione del tasso di perdita dei clienti — 364.000 nella prima metà del 2025. La scommessa italiana di KKR è in salita, forse più di quanto preventivato al momento dell’acquisizione della rete Tim a luglio del 2024.