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Militari schierati su 318 zone rosse, 198 le espulsioni di sospetti terroristi dal 2022
L’entrata in guerra degli Stati Uniti a fianco di Israele, con l’operazione “Martello di mezzanotte”, per l’Italia vuol dire massima allerta terrorismo. Gli obiettivi di un possibile attacco terroristico in Italia sono principalmente i consolati americani e israeliani, edifici di culto come chiese e sinagoghe, o luoghi affollati come piazze e stazioni. Ma non sono da escludere anche attacchi informatici per mandare in tilt il sistema dei trasporti o le infrastrutture energetiche.
Secondo i dati ufficiali del Viminale, riportati nel grafico in apertura, in totale gli obiettivi sensibili in Italia sono 29.377. Di questi, 318 hanno il massimo grado di allerta. Le infrastrutture strategiche nella lista dell’intelligence italiana sono 10mila, mentre arrivano a 2.565 i potenziali bersagli politici, a 2.358 gli edifici istituzionali e si contano 1.282 tra ambasciate e consolati. L’operazione preventiva per proteggere l’Italia da azioni terroristiche è coordinata dal Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa).
La centrale nucleare di Fordow bersagliata con dodici bombe anti-bunker
La gravità della situazione, dopo l’attacco militare statunitense ai siti nucleari iraniani, è altissima. Gli Stati Uniti hanno colpito Fordow (l’impianto di arricchimento dell’uranio iraniano) con la GBU-57 “Massive Ordnance Penetrator”, la bomba anti-bunker più potente mai costruita: pesa circa 14 tonnellate – quanto un autobus – ed è l’unico ordigno capace di aprirsi la strada attraverso decine di metri di roccia prima di esplodere. I sette bombardieri stealth B-2 che hanno guidato l’operazione “Midnight Hammer”, hanno sganciato dodici di queste bombe, infliggendo “danni estremamente gravi” alle centrifughe e ai tunnel del sito nucleare.
Allerta terrorismo, espulsi dall’Italia 19 sospette cellule dormienti nel 2025
In risposta l’Iran, con un comunicato ufficiale, ha giurato “vendetta eterna” e ha minacciato come, dopo l’attacco, ogni obiettivo americano civile o militare nella regione sarà considerato legittimo. Una minaccia che può estendersi anche all’Europa e all’Italia, in quanto membri Nato. Teheran è in grado, attraverso soggetti radicalizzati (cellule dormienti presente in occidente pronte ad attivarsi) di colpire ovunque, anche con attentati suicidi. Di positivo c’è che il nostro Paese negli ultimi anni ha messo in moto delle strategie di prevenzione al terrorismo, come mostrano i dati del ministero degli Interni. Dal 2022 sono stati eseguiti 198 espulsioni di radicalizzati, estremisti o presunti terroristi. Diciannove in questi primi mesi del 2025, 82 nel corso del 2023.
Guerra Usa-Iran, allerta terrorismo per i bersagli italiani all’estero
Ma l’allerta non si ferma ai confini nazionali. Anche all’estero, l’Italia potrebbe diventare un bersaglio, soprattutto nelle aree dove è presente con proprie forze armate in missioni di pace. I contingenti più esposti sono quelli della coalizione internazionale anti-Isis, con 1.100 militari italiani operativi tra il Kurdistan iracheno e il Kuwait, e quelli schierati nel Sud del Libano, dove 1.000 caschi blu italiani partecipano alla missione Onu incaricata di monitorare la “Blu Line“, la linea di confine tra Libano e Israele.
Iran, i danni economici dell’escalation militare per l’Italia
La sicurezza non è l’unico fronte. L’escalation in Medio Oriente minaccia anche l’economia e, soprattutto, la sicurezza energetica del nostro Paese. Al centro delle preoccupazioni c’è lo Stretto di Hormuz, il passaggio tra Iran e Oman da cui transita circa un terzo del petrolio mondiale e una fetta rilevante degli scambi italiani. Un rapporto di Confartigianato calcola che l’Italia acquista, da Paesi esposti alla crisi in Iran, quasi 27,6 miliardi di euro di energia, pari al 40,7% del nostro import energetico. Se l’Iran decidesse anche solo di rallentare il traffico nello Stretto di Hormuz, il contraccolpo sui prezzi sarebbe immediato. In caso di blocco, il costo di un barile di petrolio per l’Europa potrebbe balzare fino a 130 dollari, mentre il prezzo del gas tornerebbe a livelli d’allarme, spingendosi oltre i 70 euro megawattora, a fronte dei 41,51 euro odierni.
L’Italia può entrare in guerra contro l’Iran?
La domanda sorge spontanea, ma la risposta – come ha ribadito il ministro della Difesa Guido Crosetto – è un secco no. La Costituzione italiana consente l’intervento militare diretto soltanto in caso di legittima difesa o all’interno di un’operazione approvata da tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite. “Non ci saranno mai soldati o aerei italiani che bombarderanno l’Iran: è costituzionalmente impossibile e non c’è neppure la volontà politica”, ha chiarito Crosetto. Stesso discorso per le basi americane di Aviano, Sigonella e Camp Darby. Un accordo bilaterale firmato nei primi anni ’50, infatti, stabilisce che Washington può impiegarle solo dopo l’autorizzazione del governo italiano.
Che cosa è il terrorismo
Nel panorama del diritto internazionale, la definizione di “terrorismo” rappresenta una delle sfide più dibattute: non esiste, infatti, un consenso universale e una singola convenzione vincolante che ne stabilisca i contorni in modo inequivocabile a causa delle profonde divergenze politiche, etiche e giuridiche tra gli Stati membri delle Nazioni Unite.
Tuttavia, è possibile identificare alcuni elementi chiave generalmente riconosciuti che caratterizzano gli atti qualificati come terroristici nel contesto internazionale:
- Natura dell’atto: Si tratta di atti criminali violenti (o minacce di violenza) che causano o sono intesi a causare morte, gravi lesioni personali o danni significativi a proprietà.
- Attore: Generalmente, si riferisce ad atti commessi da attori non statali. La questione del “terrorismo di Stato” è estremamente controversa e non rientra nel consenso attuale sulla definizione di terrorismo internazionale per via delle implicazioni sulla sovranità statale.
- Motivazione: L’atto deve essere motivato da finalità politiche, ideologiche, religiose o di altra natura simile.
- Scopo: L’obiettivo primario è quello di terrorizzare una popolazione, di costringere un governo o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un atto, o di destabilizzare gravemente o distruggere le strutture fondamentali di un Paese o di un’organizzazione.
- Obiettivo: Spesso, gli atti mirano a colpire civili o non-combattenti, distinguendosi così dagli atti di guerra tradizionali.
I dati si riferiscono al 2025
Fonte: Ministero dell’Interno; Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti