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Allarme pirateria nella psicodiagnostica, intervista a Bagnoli Rossi (FAPAV)

Proprio in questi giorni è stata presentata una interrogazione al Ministero della salute da parte della Vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, la Sen. Caterina Bini, che lancia un grido d’allarme sulla pirateria nell’ambito della psicodiagnostica, fenomeno tanto più grave in ragione del fatto che si verifica negli ospedali e nelle aziende sanitarie pubbliche del Paese. Ne abbiamo parlato con Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale della Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali (FAPAV), il principale policy player italiano impegnato nelle molte battaglie contro il fenomeno della pirateria in fatto di copyright.

Key4biz. Che cos’è e a cosa serve la psicodiagnostica?
Federico Bagnoli Rossi. Con psicodiagnostica intendiamo fondamentalmente i test utilizzati dagli psicologi per avere valutazioni quantitative e qualitative accurate del funzionamento psichico in numerosissimi ambiti: dagli ospedali alle scuole, dai tribunali alle aziende. I più noti sono le macchie di Rorschach, la WAIS, l’MMPI. In ambito sanitario sono strumenti fondamentali del processo diagnostico, perché forniscono a psichiatri, neuropsicologi, neuropsichiatri infantili e psicoterapeuti dei dati fondamentali per individuare il trattamento migliore per i pazienti, spesso minorenni.

Key4biz. Qual è il problema di pirateria che state cercando di affrontare come FAPAV?
Federico Bagnoli Rossi. Ci risulta purtroppo che la pirateria dei test psicodiagnostici sia fenomeno conclamato anche all’interno delle istituzioni sanitarie pubbliche del Paese. Ce lo ha confermato di recente il Tribunale di Roma con la pronuncia contro il polo sanitario di una importante Università del Paese.  Questa forma di pirateria si verifica banalmente con la fotocopiatura massiva dei protocolli di notazione, i quali vengono riprodotti abusivamente e ad libitum con tutti rischi per la salute dei pazienti che ne conseguono.

Key4biz. Di quali rischi parliamo?
Federico Bagnoli Rossi. I risultati di un test acquistano senso solo se messi in rapporto con le norme statistiche del test stesso e solo se tali norme sono mantenute aggiornate e sono in grado di evolvere rapidamente come il fenomeno cui si riferiscono. Per questo alle spalle dell’editoria scientifica che li edita c’è un’intensa e costosa attività di studio, ri-validazione, sperimentazione, aggiornamento e ricerca. A causa della pirateria è probabile che vi siano decine di migliaia di test illegali somministrati a utenti (spesso minori) con risultati non validi scientificamente e conseguenti diagnosi errate perché basate su test antiquati. Inoltre, bisogna tenere presente che l’atto di somministrazione di un test psicodiagnostico ha una specificità propria: presentare la fotocopia di un test anziché il modulo originale lo invalida: il test viene percepito come uno strumento di poco conto, non scientifico, un po’ banale, di ridotta capacità misurativa.

Key4biz. Come vi siete mossi come Federazione?
Federico Bagnoli Rossi. Prima di adire le vie legali in maniera massiccia ci è sembrato opportuno rappresentare un problema tanto endemico alle Autorità e alle Istituzioni competenti: Forze dell’Ordine, Parlamento e Ministeri. Ringrazio in particolare la Sen. Bini per essersi attivamente interessata alla questione. È importante che siano messe in campo azioni in merito perché la somministrazione dei test psicodiagnostici all’interno delle strutture pubbliche del Paese avvenga in maniera controllata con strumenti diagnostici validi, aggiornati e leciti. Pensi che l’accertamento dei disturbi dell’apprendimento scolastico e la misurazione degli handicap avviene per legge attraverso una valutazione psicodiagnostica: un elemento talmente essenziale e delicato che attiva persino il rilascio di una certificazione dal valore giuridico che non può essere trascurato.

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