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Alla Camera presentazione del libro di Felicia Palagalli “Fiducia nel XXI Secolo”

di Diana Daneluz |

Un evento ibrido, tra presenti e collegati, in un ambiente dove la parola “fiducia” assume a volte una connotazione negativa. Ed è proprio per ribaltare l’angolo di osservazione e ri-costruire fiducia in senso positivo e generativo che la conferenza stampa di presentazione del libro si è svolta a Montecitorio.

Un evento ibrido, tra presenti e collegati, in un ambiente dove la parola “fiducia” assume a volte una connotazione negativa. Ed è proprio per ribaltare l’angolo di osservazione e ri-costruire fiducia in senso positivo e generativo che la conferenza stampa di presentazione del libro si è svolta a Montecitorio: “Sono particolarmente felice e onorata di aver presentato il mio libro “Fiducia nel XXI secolo” in Camera dei Deputati perché credo che sia importante rifondare un rapporto di fiducia tra Istituzioni e cittadini, guardando ad un sogno comune. La fiducia viene alimentata dalla trasparenza di condotta e di comunicazione”, così Felicia Pelagalli.

Culture Srl – società di dati e comunicazione fondata da Felicia Pelagalli – e Facciamoeco – corrente ecologista in Parlamento – si sono quindi trovati insieme il 23 settembre scorso nella Sala Stampa di Montecitorio per la conferenza stampa di presentazione del libro “Fiducia nel XXI secolo”, pubblicato da Luca Sossella editore, convinto sostenitore fin da subito del progetto del libro collettivo. Con l’Autrice, sono intervenuti Mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita e l’On. Alessandro Fusacchia, Deputato di FacciamoEco, l’On. Rossella Muroni, anche lei Deputata della corrente ecologista, il prof. Luciano Floridi, Filosofo dell’Università di Oxford e il prof. Mauro Magatti, sociologo ed economista dell’Università Cattolica di Milano. Tutti hanno contribuito alla realizzazione del volume, i cui quindici dialoghi gettano semi per progettare il futuro e ricostruire fiducia tra i cittadini – soprattutto i più giovani – e tra loro e le Istituzioni.

Fiducia in cosa, quindi?

Fiducia nelle domande.  Così, in apertura, l’On. Alessandro Fusacchia. E’ importante continuare a credere nelle domande, nella loro forza creativa, nelle possibilità di pensiero creativo e di ricostruzione che mettono in atto. Al di là del senso negativo che in Parlamento è a volte legato alla parola, essa esprime d’altro canto concetti fondamentali per la democrazia, quali il senso di delega, di rappresentanza, di reciprocità. In quest’ottica, per lui, “Fiducia” è una parola più pregnante e utile rispetto alla parola “Speranza” (che rimanda a cose che non controlliamo), perché richiede a noi e agli altri ingaggio, iniziativa e impegno per il cambiamento. Una parola da curare nei confronti dei cittadini. Parlando del libro si è detto grato dell’opportunità di partecipare a questo esercizio collettivo di studio e riflessione – prima attraverso il contributo al volume, poi anche nell’incontro alla Camera e a seguire chissà –, per alzare lo sguardo e guardare le cose in prospettiva. E la prospettiva adesso è soprattutto quella tecnologica. La Fiducia ha inevitabilmente un rapporto con la tecnologia che impatta sulla delega che la politica ha dai cittadini. L’IA, i processi di automazione, i delicati temi legati all’uso delle telecamere e al riconoscimento facciale, alla privacy, eccetera. La tecnologia entra a gamba tesa nel rapporto tra le persone, e nella fiducia tra le persone, nell’era della contemporaneità. Fiducia quindi non come parola astratta, ma come concetto che ha ricadute in ogni ambito della nostra attività quotidiana. Proprio per questo è un bene accogliere una discussione sul senso della Fiducia proprio alla Camera, dove si carica di significato rilevante, pregante, attuale.

Fiducia in un progetto comune, invece, per Mons. Vincenzo Paglia. L’esperienza della pandemia ci ha messi di fronte repentinamente e bruscamente alla vulnerabilità dell’esistenza, al dolore, alla solitudine della sofferenza e della malattia, alla mortem così tanto rimossa come pensiero nell’era contemporanea. Ne sono scaturiti confusione e incertezza, da contrastare attraverso un atteggiamento positivo e fiducioso, che ci leghi in un progetto comune e “spezzi il filo rosso della autoreferenzialità che caratterizza il nostro secolo”. Questo libro, per Mons, Paglia, va considerato come un “vocabolario”, un glossario, che può essere di aiuto per contrastare quell’ analfabetismo di ritorno che ha favorito il crescere, nel XXI secolo, dell’egocentrismo e della solitudine. Fiducia (e Speranza) quindi come parole da conoscere, spiegare, ma soprattutto “praticare”, per Mons. Paglia, per indirizzare verso una visione comune quelle che sono e saranno le nostre scelte politiche, spirituali, economiche, sull’ evoluzione e applicazione della tecnologia.

Fiducia in uno sviluppo sostenibile. L’On. Rossella Muroni ha testimoniato la sua fiducia in un impegno a tutela dell’ambiente e più in generale del bene comune. Oggi serpeggia scetticismo e s-fiducia nella cittadinanza, alimentata verso la politica da poca trasparenza, difetti di comunicazione, scarsa attitudine al confronto. È questa fiducia che le Istituzioni devono recuperare. Ma è anche necessario coltivare fiducia in primis nelle nuove generazioni e nella loro capacità di porsi e porre domande nuove e coltivare egualmente fiducia nel talento. Oggi i saperi e il saper fare si intersecano, colloquiano, ma vanno indirizzato verso la costruzione di una società più equa, che sappia tutelare e accompagnare soprattutto i più fragili. Mutuando la definizione dal linguaggio economico, una società “circolare”, che sappia rimettere in circolo risorse materiali e immateriali a beneficio di tutti.

Fiducia in una ri-costruzione. Il Prof. Mauro Magatti crede nella Fiducia come terza via in opposizione all’ingenuità dell’ottimismo e al paralizzante pessimismo.  Per spiegarlo si è servito dell’etimologia della parola, Fides, che indica la corda, il legame e di una immagine, quella che nel quadro del Lorenzetti, L’Allegoria del Buon Governo, mostra i cittadini senesi tenere con le mani la stessa corda: fiducia, senso di appartenenza. Quel legame che oggi sembra spezzato. Ma nella società attuale in dinamica e velocissima evoluzione la Fiducia ha e deve avere a che fare anche con quello che non c’è ancora, con il sogno. La Fiducia che va recuperata è quindi anche quella nella capacità di condividere una promessa (una speranza?) per il futuro, nel solco della quale muoversi e costruire insieme.

Fiducia come (e nella) Relazione. Parla di promessa anche il Prof. Luciano Floridi.  La Fiducia oggi si prende cura della relazione, alimentando una reciproca promessa. In assenza di un sogno comune, per ora, ”praticare” la fiducia vorrebbe dire intanto riportarci a fidarci insieme all’interno di una relazione. Il concetto di relazione è del resto proprio del secolo che stiamo vivendo, di una società dove cresce il valore dell’intangibile su quello materiale e dove l’ottica attraverso cui guardare il mondo è quella della relazione. Un mondo, anche per il filosofo, che per essere migliorato ha bisogno che gli sforzi siano convogliati verso una direzione. E qui riporta al Verde e al Blu di uno dei suoi libri, Floridi, per rimandare alla necessità di un’alleanza non rinviabile tra il verde di un progetto umano condiviso in senso sostenibile, verde appunto, di benessere collettivo, e il blu della tecnologia, protagonista assoluta del nostro tempo, che deve essere e restare al servizio di questo progetto umano.

Fiducia: base per innovare. Ne è convinta Felicia Pelagalli, che in chiusura, si è accomiatata dai suoi ospiti e dalla stampa presente così: “La pandemia ci ha lasciati sospesi. Ora abbiamo bisogno di un movimento di “ri-significazione”, un “après coup” (letteralmente: a colpo avvenuto; post-trauma), perché la semplicità del mondo ci è stata sottratta. Un ripensamento del senso delle nostre vite, dei nostri legami. Per tornare a costruire società capaci di espandere la nostra spinta vitale, con fiducia. Fiducia è la base per innovare. Non a caso la strategia europea sull’AI parte proprio dal bisogno di sviluppare la fiducia, dei cittadini e delle imprese, nei confronti dei sistemi di Intelligenza Artificiale. Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, la fiducia non è facoltativa, è indispensabile, come ha dichiarato qualche mese fa Margrethe Vestager, Vicepresidente della Commissione Europea, nel presentare il regolamento europeo sull’AI. Solo una relazione di fiducia tra cittadini e sistemi di intelligenza artificiale potrà consentirne un uso convinto e consapevole“.