Via libera all’alcolock, cos’è e come funziona
Il nuovo Codice della Strada, entrato in vigore il 14 dicembre scorso, introduce un’importante misura per contrastare la guida in stato di ebbrezza: l’alcolock. Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha firmato il decreto attuativo che ne definisce le caratteristiche tecniche e le modalità di installazione.
L’obiettivo è chiaro: salvare vite, prevenire incidenti e rafforzare la sicurezza sulle strade italiane.
L’alcolock è un dispositivo elettronico collegato al sistema di accensione del veicolo. Prima di poter avviare il motore, il conducente deve effettuare un test dell’alito (si soffia nel dispositivo). Se il tasso alcolemico rilevato è superiore a zero, il motore non parte.
Solo chi è completamente sobrio può mettersi al volante. Si tratta di un deterrente tecnologico contro la guida in stato di ebbrezza, già adottato in altri Paesi europei con risultati positivi.
Chi è obbligato a installarlo
Secondo il decreto, l’installazione dell’alcolock è obbligatoria per:
- i conducenti recidivi, cioè coloro che sono stati già sanzionati per guida con un tasso alcolemico superiore a 0,8 grammi per litro (g/l) di alcolico;
- solo i veicoli da loro condotti dovranno essere dotati del dispositivo;
- e l’obbligo si applica sia ai veicoli adibiti al trasporto di persone che a quelli per il trasporto di merci.
Il costo stimato dell’installazione è di circa 2.000 euro, a cui vanno aggiunti i costi dei boccagli monouso, della manutenzione e dei controlli periodici.
L’obbligo di tenerlo nella propria auto varia da 2 a 3 anni, a seconda delle sanzioni ricevute.
Chi è tenuto all’installazione e viola la legge rischia una multa fino a 638 euro e la sospensione della patente.
Standard tecnici e installazione dell’alcolock
Il decreto firmato da Salvini specifica che l’alcolock dovrà rispettare gli standard europei.
Potrà essere installato solo da officine autorizzate, che apporranno un sigillo speciale anti-manomissione e dovrà essere accompagnato da una dichiarazione originale di installazione e un certificato di taratura valido, da esibire in caso di controllo su strada.
L’installazione del dispositivo non richiederà l’aggiornamento del documento unico di circolazione del veicolo.
Come spiegato in una nota del ministero dei Trasporti, il Portale dell’Automobilista (www.ilportaledellautomobilista.it) pubblicherà l’elenco degli installatori autorizzati e dei modelli di veicoli compatibili con i vari dispositivi alcolock.
Critiche e perplessità dal settore
Nonostante l’obiettivo dichiarato sia nobile e condivisibile, l’introduzione dell’alcolock ha sollevato dubbi tra gli operatori del settore.
L’AIPED (Associazione Italiana Periti Estimatori Danni) ha segnalato che il decreto presenta “criticità” che potrebbero generare contenziosi legali, soprattutto perché installazione e smontaggio non sono soggetti a verifica da parte della Motorizzazione.
Federcarrozzieri ha sottolineato un problema tecnico legato all’età del parco auto italiano: quasi il 22% delle vetture in circolazione ha più di 19 anni, e su molte di esse l’alcolock potrebbe risultare incompatibile o impossibile da installare.
L’alcolock costa oltre 2000 euro (ma si può anche disattivare)
Inoltre, alcuni tecnici hanno sollevato perplessità sui costi, stimati attorno ai 2.000 euro per veicolo.
L’introduzione dell’alcolock rappresenta una delle misure più incisive del nuovo Codice della Strada contro la guida in stato di ebbrezza. Seppur accolto con qualche riserva dagli operatori del settore, il dispositivo ha il potenziale per salvare vite e responsabilizzare maggiormente i conducenti recidivi.
Potrebbe essere un’opzione disponibile in alcuni modelli, tenendo conto del fatto che la disattivazione potrebbe essere utile in casi di emergenza o di pericolo, ma per sbloccare il sistema e riattivarlo potrebbe servire l’intervento di un riparatore specializzato.
Attenzione però, al di fuori di questo caso, si tratta di “manomissione” e qui si rischia una multa di circa 1.300 euro.
Funzionerà? Soprattutto, basta questo?
Come sempre, l’efficacia della norma dipenderà dalla sua applicazione pratica, dalla trasparenza degli operatori autorizzati e dalla capacità dello Stato di garantire controlli e manutenzione costanti. Siamo tutti favorevoli ad un giro di vite, lì dove la legge non funziona, ma proprio per questo è necessario un lavoro culturale più profondo e più efficace.
Si beve troppo e male? In questo caso allora è bene anche chiedersi perché questo accada. Sulle sigarette si è lavorato bene alcuni fa, perché non si riesce a fare la stessa cosa con gli alcolici? Certo, con il codice della strada si colpisce chi è al volante, che è colui che ha la responsabilità di guidare un mezzo di trasporto e che quindi può rappresentare un pericolo per sé e per gli altri, ma questo significa che chi gli sta accanto può assumere quantitativi straordinari di alcol senza problemi? Svenire magari in auto o in strada? Se proprio si vuole bere, almeno lo si faccia con responsabilità e coscienza di quello che si sta facendo. Se le famiglie non sono in grado, siano le Istituzioni a promuovere una comunicazione efficace, soprattutto verso i più giovani.