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AIIP contro l’ok Agcom a FiberCop operatore ‘wholesale only’: ‘La commistione con Tim resta, mancano i presupposti’

L’Associazione degli Internet Provider critica aspramente la decisione preliminare dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni di riconoscere a Fibercop la qualifica di operatore “wholesale only”, preludio di una radicale riduzione degli obblighi regolamentari in capo alla società. “Ci sono prove di commistione perdurante con TIM e insussistenza dei requisiti, scelta affrettata e pericolosa”. Ora la palla passa all’UE.

L’Associazione Italiana Internet Provider – la prima e storica associazione di categoria che rappresenta le PMI del settore telco e cloud – esprime preoccupazione per la valutazione diffusa tramite il comunicato stampa diramato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) il 17 giugno scorso, circa la sussistenza delle condizioni per riconoscere a Fibercop lo status di operatore “wholesale only”, ossia di impresa attiva esclusivamente sul mercato all’ingrosso, non più verticalmente integrata.

Giovanni Zorzoni: ‘Si tratta di un grave errore, Fibercop è un finto operatore whoelsale only’

La decisione segue la consultazione pubblica avviata dall’Autorità lo scorso 18 aprile e partecipata da numerosi stakeholders, tra cui AIIP. “Si tratta di un grave errore – commenta con amarezza il presidente Giovanni ZorzoniSia nel contributo che abbiamo inviato ad AGCOM, sia nell’audizione avvenuta il 27 maggio, abbiamo ampiamente motivato e documentato la nostra contrarietà a questo riconoscimento, che ai sensi dell’art. 91 del Codice delle comunicazioni elettroniche comporta un trattamento regolamentare di favore, con molti meno obblighi rispetto agli operatori verticalmente integrati”.

Zorzoni: ‘Infratel è un modello virtuoso di vero operatore wholesale only’

“AIIP sostiene da anni il ruolo prezioso svolto da operatori ‘’wholesale only (veri) per promuovere la concorrenza – che significa più scelta, servizi migliori e prezzi più bassi -, accelerare gli investimenti in infrastrutture e favorire la digitalizzazione. Un modello virtuoso, in questo senso, è Infratel. Nel caso di FiberCop, invece, siamo davanti ad un finto operatore all’ingrosso: l’intreccio perdurante con TIM da cui si è scissa è ancora evidente. Con questo riconoscimento Fibercop avrà titolo ad un trattamento regolamentare più leggero, senza però che ne ricorrano effettivamente i presupposti di diritto”.

L’indagine AGCM sul Master Service Agreement Tim-Fibercop ancora aperto fino a dicembre 2026

A distanza di diversi mesi dalla stipula del Master Service Agreement (MSA) tra TIM e FiberCop nel luglio del 2024, AIIP ha continuato a riscontrare evidenti segni di commistione tra le due entità, tali da compromettere gli effetti teoricamente a favore della concorrenza derivanti dalla loro separazione. Secondo AIIP, l’analisi che ha condotto alla decisione AGCOM è parziale e formalistica, priva degli approfondimenti necessari. E’ grave che AGCOM di fatto attesti l’assenza di vincoli e legami tra TIM e FiberCop quando sul MSA siglato dalle due società è pendente un procedimento dell’Autorità Antitrust per intesa restrittiva della concorrenza. “E una scissione societaria ma non funzionale – conclude Zorzoni – con effetti discriminatori dei concorrenti”. Ora la palla passa ad AGCM e Commissione Europea per la decisione finale.

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