La denuncia

AIIP contro il Digital Networks Act, ma non solo: c’è un disegno comune per smantellare l’ecosistema digitale europeo

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Dall’Ue altri tre provvedimenti convergenti per distruggere il pluralismo digitale. AIIP: “unire le forze per scongiurare questa minaccia”.

Dopo il Digital Netwoks Act, il provvedimento UE che mira a stravolgere l’ecosistema digitale europeo e che dovrebbe vedere la luce a dicembre, nelle ultime settimane sono arrivate, a pioggia, altre consultazioni e proposte legislative che convergono sulla stessa direzione: ridurre la regolazione ex-ante, accorpare le competenze a livello europeo, semplificare l’accesso alle reti fisiche. Termini che, in concreto, si traducono nella fine del pluralismo digitale a favore di un assetto oligopolistico sostenuto dai grandi fondi speculativi.

Un pacchetto normativo convergente, che, grazie ad un’abile operazione di maquillage politico, viene presentato come un processo di modernizzazione e snellimento.

Zorzoni: ‘In Europa in atto rivoluzione silenziosa per eliminare la pluralità di operatori nelle Tlc’

“Mentre l’attenzione dell’opinione pubblica si concentra sulle grandi piattaforme digitali e sull’impatto dell’intelligenza artificiale – denuncia Giovanni Zorzoni, presidente dell’Associazione Italiana Internet Provider, la storica associazione degli operatori indipendenti del settore telco e cloud – in Europa si sta compiendo una riforma più silenziosa ma altrettanto rilevante. Una trasformazione che riguarda il cuore dell’infrastruttura digitale e che potrebbe ridefinire per sempre le regole del gioco nel settore delle telecomunicazioni. Il DNA – continua Zorzoni – è accompagnato da una serie di consultazioni e proposte ufficiali, pubblicate tutte nel giro di poche settimane e con tempi allineati, che mostrano una regia comune”.

Accanto alla consultazione sul DNA avviate altre tre consultazioni sul Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche, sui Mercati rilevanti e sulla qyalità del servizio delle reti di accesso wireless fisso e 5G

Dopo la consultazione pubblica sul Digital Networks Act, infatti, se ne sono aggiunte altre tre, tutte preludio di riforme: quella sul Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche (EECC, la direttiva europea del 2018 che rappresenta il cardine legislativo del settore tlc in Europa); quella sulla revisione della Raccomandazione sui Mercati Rilevanti (pietra miliare della regolamentazione europea delle telecomunicazioni che garantisce concorrenza e innovazione nel settore); quella sulla mappatura della qualità del servizio (QoS) delle reti mobili e di accesso wireless fisso 5G.

27 giugno, 11 luglio, 17 settembre: sono, nell’ordine, le scadenze delle consultazioni su QoS, DNA ed EECC (che condividono il termine ultimo dell’11 luglio), e raccomandazione dei mercati.

“Una tabella di marcia serrata – aggiunge il numero uno di AIIP – I documenti, pubblicati tutti nel giro di poche settimane e con tempi allineati, compongono nel loro insieme un quadro coerente e organico ma nascondono un unico obiettivo: modificare profondamente i meccanismi che oggi garantiscono la pluralità di operatori, la competizione infrastrutturale e la presenza di autorità nazionali indipendenti. Sono il motore tecnico dell’intero progetto. Definirle solo ‘tecniche’ è però riduttivo: si tratta, nei fatti, di una grande scelta politica e industriale”.

Settore telco basato sul pluralismo delle reti

Il modello europeo del settore telco degli ultimi venticinque anni si è basato su un principio chiaro, il pluralismo digitale: la competizione infrastrutturale e di servizi è il mezzo per assicurare prezzi bassi, innovazione, pluralismo. Perché cambiare qualcosa che funziona a bene?

“Il paradosso e quello che fa più rabbia è che il sistema attuale, pur con i suoi limiti, ha garantito risultati positivi. L’Europa è l’unica macroregione dove i prezzi per l’accesso ad Internet non sono esplosi. I cittadini europei pagano meno, in media, rispetto a quelli di Stati Uniti, Canada o Giappone. In Italia, in particolare, il livello di concorrenza ha permesso un’adozione diffusa di fibra ottica anche in aree marginali, grazie all’azione di centinaia di operatori indipendenti. Il pluralismo delle reti ha favorito anche l’innovazione nei servizi: cloud regionali, data center locali, punti di interscambio pubblici, soluzioni verticali per distretti industriali e filiere produttive. Tutto questo è frutto di un ecosistema variegato, non di una gestione centralizzata. Chi invoca oggi un ritorno alla concentrazione, sostenendo che servano grandi ‘campioni europei’, dovrebbe spiegare perché un sistema che ha funzionato per i cittadini debba essere cambiato in favore di uno che, per definizione, riduce le opzioni disponibili”.

La campagna #stopDNA entro l’11 luglio

Due settimane fa, AIIP ha lanciato la campagna #stopDNA (www.stopdna.ue) che ha raccolto consensi e supporto a livello nazionale ed europeo, e guadagnato l’attenzione dei media. L’obiettivo è mobilitare associazioni, istituzioni e cittadini per partecipare alla consultazione pubblica che si chiuderà l’11 luglio, fra sole due settimane, e contrastare questa minaccia sistemica.

“Tutti – organizzazioni, imprenditori, consumatori – si devono sentire chiamati a dire la propria e fare fronte comune ad uno dei più pericolosi disegni di legge che il settore tlc abbia mai dovuto affrontare. La posta in gioco non è tecnica, non è burocratica: è la libertà di mercato, la sovranità digitale e il futuro stesso delle telecomunicazioni in Europa” conclude Zorzoni.

Gli uffici dell’Associazione sono a completa disposizione per informazioni e supporto: stopdna@aiip.it.

#stopDNA: www.stopdna.eu

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