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AI, Regno Unito in ritardo: potrebbe costare all’economia nazionale oltre 150 miliardi di sterline entro il 2035

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Subito dopo gli Stati Uniti, il Regno Unito è uno dei Paesi al mondo con le maggiori capacità tecnologiche per sfruttare a pieno l’AI, ma la competizione è forte con Germania, Canada e Corea del Sud. Il tempo è un fattore cruciale per la leadership. Prossimi cinque anni cruciali secondo il nuovo Report di Microsoft.

AI e cloud possono moltiplicare la crescita, ma è tutta una questione di tempo. Il Report di Microsoft

Sfruttando pienamente l’intelligenza artificiale (AI) e il cloud il Regno Unito potrebbe aumentare il PIL di oltre 550 miliardi di sterline entro il 2035, l’equivalente di un aumento medio annuo del tasso di crescita del +2%.

Il problema è che il percorso di innovazione e adeguamento di imprese, amministrazioni pubbliche e lavoratori all’AI è molto più lento del previsto e quindi, anziché calcolare l’incremento di PIL, si è costretti a valutare le potenziali perdite dovute ai ritardi.

Un rallentamento nell’adozione di queste tecnologie di soli cinque anni potrebbe ridurre l’impatto economico positivo dell’AI, determinando una perdita di circa 150 miliardi di sterline entro i prossimi dieci anni. È questo il dato del Report redatto da Public First per Microsoft.

La competizione globale tra Usa, Regno Unito, Germania, Canada e Corea del Sud: cruciali i prossimi 5 anni

Il Regno Unito è uno dei Paesi al mondo con le maggiori capacità tecnologiche per sfruttare a pieno l’AI, subito dopo gli Stati Uniti, ma non di molto rispetto ad altre potenze economiche come Germania, Canada e Corea del Sud.

Il vantaggio, in poche parole, è solo questione di tempo non di capacità tecnologica: chi prima arriva, meglio alloggia, recitava il celebre motto.

Secondo il Report, i prossimi cinque anni sono considerati cruciali nella corsa alla leadership globale nell’AI e i fattori che stanno rallentando il percorso britannico sono diversi.

Intanto, i livelli troppo bassi di capacità di elaborazione dati, che vedono la Gran Bretagna all’11° posto nel mondo per infrastrutture cloud, con una quota dell’1,3% della computing capacity globale.

I motivi del ritardo della Gran Bretagna (ma sono validi più o meno per tutti)

Poi ci sono i ritardi nell’avvio di nuovi progetti infrastrutturali e i rallentamenti di quelli già in corso d’opera, con una grave mancanza di coordinamento nazionale, di competenze e di risorse.

Molto indietro anche le piccole e medie imprese (Pmi) nell’adozione di queste tecnologie chiave per il futuro: un terzo circa degli intervistati non utilizza il cloud ancora a causa di costi troppo elevati, mancanza di risorse da investire e di conoscenza di casi d’uso di successo.

Last but not least, la scarsità di personale con competenze digitali adeguate: il 40% delle imprese ha denunciati rilevanti difficoltà nel trovare professionisti formati, fattore che sicuramente rallenta e di molto il percorso di adozione di Ai e cloud.

Stando al Report, il 50% circa delle Pmi britanniche non usa soluzioni di AI.

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