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AI, raddoppia l’uso nelle imprese italiane: dall’8,2% del 2024 al 16,4% del 2025. I dati ISTAT

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In un solo anno, la quota di imprese con almeno 10 addetti che utilizza tecnologie di AI è raddoppiata, passando dall’8,2% del 2024 al 16,4% del 2025, dopo il 5% registrato nel 2023.

Nel 2025 l’intelligenza artificiale entra con maggiore decisione nelle imprese italiane, ma lo fa in modo ancora diseguale. I dati ISTAT su Imprese e Ict mostrano un’accelerazione netta nell’adozione dell’AI, accompagnata però da divari strutturali che continuano a penalizzare soprattutto le PMI.

In un solo anno, la quota di imprese con almeno 10 addetti che utilizza tecnologie di AI è raddoppiata, passando dall’8,2% del 2024 al 16,4% del 2025, dopo il 5% registrato nel 2023. La crescita è evidente, ma resta limitata se si guarda all’insieme del sistema produttivo: oltre l’83% delle imprese non adotta ancora alcuna soluzione di intelligenza artificiale.

Il salto più marcato riguarda le grandi imprese. Quelle con oltre 250 addetti arrivano a un tasso di utilizzo del 53,1%, in forte aumento rispetto al 32,5% dell’anno precedente. Le PMI, pur raddoppiando la propria quota, si fermano al 15,7%. Il risultato è un ampliamento del divario dimensionale: la differenza nell’intensità di utilizzo dell’AI tra grandi imprese e PMI passa da circa 20 punti percentuali nel 2023 a 37 punti nel 2025, andando in controtendenza rispetto a quanto avviene per altri indicatori di digitalizzazione.

La difficoltà principale resta la mancanza di competenze. Quasi il 60% delle imprese che ha valutato investimenti in AI senza poi realizzarli indica proprio l’assenza di skill adeguate come principale freno. Seguono la scarsa chiarezza normativa, segnalata dal 47,3%, i problemi legati alla disponibilità e qualità dei dati, le preoccupazioni su privacy e protezione delle informazioni e i costi elevati delle soluzioni. Una quota non trascurabile, pari al 14,8%, continua inoltre a ritenere l’AI non utile per le proprie attività, segno di una resistenza culturale ancora diffusa.

Accanto all’AI, prosegue il rafforzamento delle basi digitali. Nel 2025 il 56% delle imprese con almeno 10 addetti utilizza software gestionali, con un incremento di circa sette punti percentuali rispetto al 2023. Cresce anche il ricorso al cloud computing: il 68,1% delle imprese acquista servizi di livello intermedio o avanzato. Nell’arco di due anni aumenta in modo significativo anche l’analisi dei dati, che passa dal 26,6% al 42,7% delle imprese, grazie sia a competenze interne sia al supporto di soggetti esterni.

Sul fronte delle politiche europee, migliorano i livelli di raggiungimento degli obiettivi del Decennio Digitale. Il Digital Intensity Index mostra una riduzione, seppur lieve, del divario tra PMI e grandi imprese per molte attività digitali, in particolare quelle più mature. Restano però differenze marcate nelle aree che richiedono competenze avanzate e strutture organizzative complesse, come l’analisi dei dati, l’uso di ERP e CRM. Proprio sull’AI, come già evidenziato, il gap dimensionale continua ad allargarsi.

I settori

Guardando ai settori, l’adozione di AI e analisi dei dati è più frequente nell’energia, nei servizi di informazione e nelle professioni tecniche. Le tecnologie più legate alle relazioni di mercato, come social media ed e-commerce, risultano invece più diffuse nel commercio e nell’alloggio e ristorazione. Nel complesso, quasi l’80% delle imprese con almeno 10 addetti raggiunge un livello base di digitalizzazione, mentre il 38,1% si colloca su livelli almeno alti. Tra le grandi imprese queste percentuali salgono rispettivamente al 96,4% e all’81,4%.

Rispetto agli obiettivi UE al 2030, l’Italia mostra progressi rilevanti. La quota di PMI con un livello base di digitalizzazione sale all’88,3%, avvicinandosi al target del 90%. Anche cloud computing, analisi dei dati e AI registrano avanzamenti significativi, sebbene l’AI resti l’ambito più distante dall’obiettivo del 75% fissato per le imprese con almeno 10 addetti.

Tra chi utilizza l’AI, oltre la metà sperimenta soluzioni di AI generativa. Le applicazioni più diffuse riguardano l’estrazione di informazioni da testi, la generazione di contenuti testuali, visivi e audio e il riconoscimento vocale. Cresce anche l’uso combinato di più tecnologie di AI, segnale di una maggiore maturità in una parte del tessuto produttivo. I livelli più elevati di adozione si registrano nei servizi IT, nella produzione audiovisiva e nelle telecomunicazioni.

L’AI trova spazio soprattutto nel marketing e nelle vendite, nell’organizzazione dei processi amministrativi e nella ricerca e sviluppo, ambiti che mostrano anche gli incrementi più rapidi rispetto all’anno precedente. Nelle grandi imprese e in settori come telecomunicazioni ed energia emerge un uso più strutturato anche nell’ambito della sicurezza ICT. Accanto a queste realtà, cresce però anche la quota di imprese che dichiara di utilizzare AI senza riuscire a ricondurla a un ambito aziendale specifico, soprattutto tra le più piccole. Un segnale di diffusione crescente, ma ancora in larga parte sperimentale.

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