L'intervista

AI Gigafactory Ue, Ferrari (Confindustria Genova): ‘La città ha tutti gli ingredienti per essere candidata’

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Fabrizio Ferrari, presidente di Confindustria Genova, lancia la candidatura della città per l'AI Gigafactory: 'Da noi c'è tutto: ci sono le competenze, ci sono i luoghi dove poterlo sostanzialmente realizzare, ci sono anche le capacità di energia necessarie per poter sostenere un super calcolatore di questo genere'.

Il progetto AI Gigafactory a Genova nasce dalla lungimiranza dell’ingegner Enrico Castanini (Direttore generale di Liguria Digitale ndr) in accoppiata con una delle nostre associate più importanti, che è Leonardo – racconta a Key4Biz Fabrizio Ferrari, presidente di Confindustria Genova – Nasce da un terreno fertile, perché Genova rimane sempre sulla cresta dell’onda di quelli che sono i trend tecnologici”. Del pool fa parte anche l’Istituto Italiano di Tecnologia (ITT)

Supercalcolo, la dotazione di Genova

In effetti, Genova sul territorio dispone già di due centri di calcolo importanti: da un lato il Davinci-1 di Leonardo, dall’altro quello dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) che si chiama Franklin. “Il tutto si innesta poi nel progetto dell’ospedale computazionale degli Erzelli, su cui come Confindustria abbiamo lavorato e stiamo ancora lavorando molto, nella speranza di portare a casa con successo questo progetto”, aggiunge Ferrari.

L’obiettivo del pool capitanato da Leonardo e Liguria Digitale, di cui fa parte anche Confindustria Genova, “è predisporre una proposta il più allettante possibile”, dice Ferrari, aggiungendo che “Gli ingredienti sul territorio ci sono tutti: ci sono le competenze, ci sono i luoghi dove poterlo sostanzialmente realizzare, ci sono anche le capacità di energia necessarie per poter sostenere un super calcolatore di questo genere”, aggiunge Ferrari.

Fabbisogno energetico soddisfatto

Lo dimostra uno studio realizzato da Iren, che ha fatto un’analisi approfondita per dimostrare che c’è la possibilità di alimentare un centro di calcolo che sappiamo bene che fra i problemi principali ha quello dell’alimentazione.  D’altra parte, c’è stata un’analisi di Iren per valutare come la produzione di caldo o di freddo possa essere riutilizzato ad esempio per il teleriscaldamento di edifici che si trovano nelle vicinanze in prossimità della Gigafactory.

L’aspetto energetico è uno dei requisiti per la valutazione dei diversi progetti europei di AI Gigafactory (ci sono state ben 76 manifestazioni di interesse a livello Ue) e a onor del vero c’è da dire che l’Italia sconta un elemento penalizzante, vale a dire il fatto che il costo dell’energia nel nostro paese è il più+ alto del Vecchio Continente.  

“La Gigafactory è un energivoro alla stregua di una acciaieria – aggiunge Ferrari – come Confindustria ci stiamo lavorando. Il progetto a Genova è partito in anticipo”.

Lavoro di squadra

A livello italiano, come dice anche il Senatore del Pd Lorenzo Basso, sarà importante muoversi all’unisono e trovare un accordo con Bologna, che a sua volta ha inviato una proposta di partecipazione al bando per le AI Gigafactory a Bruxelles. “Bisogna avere una prospettiva europea e muoversi di conseguenza – dice Ferrari – Sicuramente Bologna ha una grande esperienza, perché il Cineca e altri centri di calcolo sono basati a Bologna. Ma ben vengano collaborazioni”.   

Dal porto alla sanità, le applicazioni del supercalcolatore

L’AI Gigafactory rappresenterebbe certamente il giusto investimento per l’economia del futuro. “Sarebbe un livello di innovazione interessante anche per i comparti tradizionali con ulteriori sviluppi nel campo del digitale in ambito portuale-logistico, sui temi di industria cantieristica, con l’utilizzo di algoritmi di simulazione e di AI, e c’è poi tutta la parte di innovazione del sistema sanitario”, dice Ferrari.

La prima idea nasce da questo. Genova e la Liguria sono un laboratorio di dati su quello che è l’anzianità nella popolazione. E quindi si potrebbero innestare una serie di ricerche in questo senso. Insomma, un nuovo centro di supercalcolo Gigafactory darebbe al territorio una grossa spinta per nuovi mercati o per rendere più competitivi quelli esistenti.        

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