Key4biz

AI, c’è chi si fidanza con i chatbot e chi lo usa per “parlare” con Gesù: il trend

La diffusione dell’AI nelle sfere più intime dell’esistenza umana sta ridefinendo le dinamiche affettive e aprendo nuovi scenari legali.

L’articolo esplora l’incremento delle relazioni sentimentali con chatbot AI e l’impatto crescente che queste interazioni virtuali stanno avendo su matrimoni in crisi.

Secondo l’avvocata divorzista Rebecca Palmer, i coniugi emotivamente trascurati risultano i più vulnerabili a tali legami, che in alcuni casi hanno già portato alla rottura definitiva dei rapporti coniugali.

Su Reddit proliferano testimonianze di individui che hanno scoperto partner coinvolti sentimentalmente con intelligenze artificiali, a volte anche con implicazioni disturbanti e costi finanziari rilevanti.

Emergono casi in cui il coinvolgimento con entità AI ha consumato tempo, risorse economiche e dati sensibili, portando a conseguenze concrete sul lavoro e sulla stabilità familiare.

Alcuni tribunali stanno iniziando a riconoscere ufficialmente queste situazioni come cause valide per il divorzio, mentre la giurisprudenza si adatta lentamente all’irruzione dell’AI nelle relazioni interpersonali.

Secondo recenti sondaggi, il 60% dei single considera una relazione con un chatbot una forma di tradimento.

Nonostante l’AI non sia giuridicamente riconosciuta come ‘persona’, alcuni stati come la California stanno valutando modifiche legislative per definirla come ‘terzo soggetto’ nelle controversie matrimoniali.

Il fenomeno solleva interrogativi etici e legali sull’identità, l’autenticità e i limiti dell’interazione uomo-macchina, delineando un futuro in cui l’amore digitale potrebbe destabilizzare sempre più il concetto tradizionale di coppia.

Per maggiori informazioni, clicca per l’articolo originale.

Le persone usano l’AI per parlare con Gesù: perché è controverso

Sta emergendo una nuova tendenza nel panorama delle app religiose: chatbot alimentati da AI che simulano conversazioni con figure bibliche.

Tra questi, l’app Text With Jesus consente agli utenti di porre domande a Gesù e ricevere risposte basate sulle Scritture. Disponibile anche in versione premium per interagire con personaggi come Satana, l’app rappresenta un’evoluzione della cosiddetta ‘digital awakening’ descritta da Axios.

Il fondatore Stephane Peter ha confermato che le risposte sono generate da modelli di AI che ‘fingono’ di essere Gesù o gli apostoli, utilizzando un mix di versi biblici in versioni diverse.

Nonostante l’app venga vista da alcuni come uno strumento utile per approfondire la fede o stimolare la curiosità spirituale, ha sollevato preoccupazioni significative.

Studiosi religiosi, influencer e leader spirituali temono che l’uso dell’AI in ambito religioso possa distorcere il messaggio originale o ridurre la connessione umana alla spiritualità.

L’incertezza su ‘chi’ o ‘cosa’ ci sia dietro queste risposte rappresenta un nodo critico, soprattutto considerando la natura altamente interpretativa delle Scritture.

La mancanza di trasparenza sugli algoritmi alimenta dubbi sulla loro affidabilità teologica.

Alcuni, come il rabbino Daniel Bogard, vedono l’AI come utile per esplorare testi e sollevare interrogativi, ma sottolineano i rischi legati alla perdita di connessione umana.

Anche il Vaticano ha espresso riserve: Papa Leone XIV ha dichiarato che l’AI deve restare uno strumento al servizio dell’uomo e non sostituirne il valore.

I conduttori di TODAY hanno discusso l’ambivalenza di queste app: se da un lato possono stimolare la fede, dall’altro non devono essere considerate sostitutive della spiritualità tradizionale.

Per maggiori informazioni, clicca per l’articolo originale.

Exit mobile version