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AI, Cloud e Cyber, Del Fante (Poste italiane): “Con Tim Enterprise puntiamo alla PA”. Ma farà concorrenza al PSN?

“Stiamo accelerando sulle iniziative che valorizzano le sinergie con Tim”. Così l’Amministratore delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante, commentando i risultati del gruppo che nei primi nove mesi dell’anno ha registrato ricavi record a 9,6 miliardi di euro (+4,5%) a fronte di un utile di 1,8 miliardi (+11,2%) . “Nel primo trimestre del 2026 Poste Mobile avvierà la migrazione verso l’infrastruttura mobile di Tim, a seguito della firma del contratto Mvno (le sinergie porteranno risparmi annui per 20 milioni ndr). Inoltre, il 29 settembre abbiamo lanciato ‘Tim Energia powered by Poste Italiane’ in oltre 750 punti vendita Tim, con risultati iniziali che mostrano un andamento commerciale solido e promettente”, aggiunge. “Stiamo, inoltre, lavorando attivamente su ulteriori opportunità di cross-selling e iniziative di ottimizzazione dei costi, attraverso attività di procurement congiunto. Comunicheremo gli sviluppi al mercato in modo graduale, man mano che i relativi accordi verranno finalizzati.

Abbiamo, inoltre, compiuto un nuovo passo decisivo verso l’innovazione digitale con la firma di una lettera di intenti, per dare vita a una joint venture con Tim Enterprise, dedicata ai servizi IT basati sul cloud. Ancora una volta, questi eccellenti risultati testimoniano la dedizione e la professionalità di tutti i nostri dipendenti, il cui impegno quotidiano rimane al centro del nostro successo”, conclude.

Del Fante, ‘La joint venture sul Cloud con Tim Enterprise? Finalmente un Cloud Provider nazionale che dà fiducia alla PA’

Il valore della joint venture con Tim Enteprise risiede soprattutto nella “creazione di un Cloud Provider nazionale” con una valenza in primo luogo “geopolitica” per il segmento della Pubblica Amministrazione, ha detto Del Fante, secondo cui le indicazioni preliminari che giungono dai clienti PA la “joint venture è molto benvenuta, finalmente abbiamo un provider nazionale che garantisce la sovranità”. Si tratta in definitiva di un provider che “dà fiducia alla PA” che al di là della mera migrazione verso il Cloud che sta avanzando grazie al Polo Strategico Nazionale (PSN) “potrà in futuro contare su un crescente volume di servizi aggiuntivi dedicati da parte della forza vendita di Tim Enterprise”.

La nuova jv farà concorrenza al PSN?

Resta da capire in che modo questo Cloud sarà effettivamente sovrano dal punto di vista delle tecnologie.

La domanda non è secondaria e sta a cuore anche alla Ue.

Un aggiornamento più dettagliato dell’attività della nuova società si avrà a febbraio del 2026, in occasione della presentazione del piano industriale di Tim 2026-2028.

Ma resta anche da capire se la nuova joint venture sul Cloud farà concorrenza al PSN, che ad oggi ha garantito la migrazione al Cloud di 563 enti pubblici. Si ricorda che la società è partecipata sempre da TIMLeonardoCassa Depositi e Prestiti (CDP, attraverso la controllata CDP Equity) e Sogei

L’obiettivo è quello di dotare la Pubblica Amministrazione di un’infrastruttura ad alta affidabilità, resiliente e indipendente, mettendo in campo tecnologie d’avanguardia. Fra i fornitori chiave il PSN annovera Microsoft Azure, Google, AWS e Oracle.

Del Fante ‘Investimento in TIM sta già fruttando’

Durante la conference call, Del Fante ha aggiunto che il valore dell’investimento in Tim per rilevare il 24,8% della quota è quasi raddoppiato dalla fine di marzo, quando il gruppo ha rilevato il 15% di Tim da Vivendi per 0,29 euro. Il valore complessivo dell’operazione è stato di 684 milioni di euro. Oggi il titolo di Tim ha raggiunto quota 0,50 euro.

Bisognerà attendere il prossimo anno per capire quali nuove sinergie si concretizzeranno fra Poste e Tim. Un ambito potrebbe essere quello delle assicurazioni e dei pagamenti, ha detto Del Fante.

“SPID ha un enorme potenziale”

Durante la conference call, Matteo del Fante ha detto che il gruppo crede molto in SPID. “Il sistema è diventato uno standard per i public service provider e sta crescendo anche per l’accesso a servizi privati”. Per il numero uno di Poste, “SPID ha un enorme potenziale di sviluppo”, ha aggiunto Del Fante. “Da alcuni mesi diversi identity provider hanno cominciato a chiedere un prezzo minimo di 7-8 euro all’anno per SPID. Stiamo osservando il mercato e l’anno prossimo con il nuovo piano decideremo il da farsi”. Poste ancora offre SPID gratuitamente ma da tempo si parla di un possibile cambio di policy.  

Poste: in primi 9 mesi ricavi record a 9,6 mld (+4,5%), utile netto a 1,8 mld (+11,2%)

In generale a livello di gruppo, nei primi nove mesi del 2025 Poste ha conseguito ricavi record a 9,6 mld (+ 4,5%) e un utile netto a 1,8 mld (+ 11,2%). Nel terzo trimestre il gruppo ha registrato ricavi di 3,2 miliardi (+4%), grazie al contributo di tutte le divisioni di business. Nel terzo trimestre inoltre, l’utile netto è stato di 603 milioni nel terzo trimestre, +6,1% anno su anno.

Corrispondenza

In particolare, nel segmento corrispondenza, pacchi e distribuzione, i ricavi nei primi nove mesi del 2025 raggiungono 2,8 miliardi di euro, con una crescita dell’1,6% anno su anno (934 milioni di euro nel terzo trimestre del 2025, con una crescita del 2,7% anno su anno). I ricavi dei servizi finanziari nei primi nove mesi del 2025 ammontano a 4,2 miliardi di euro, con una crescita del 4,6% anno su anno (1,4 miliardi di euro nel terzo trimestre del 2025, con una crescita del 2,6% anno su anno).

Servizi assicurativi

I ricavi dei servizi assicurativi nei primi nove mesi del 2025 si attestano a 1,4 miliardi di euro, con una crescita del 10,2% anno su anno (446 milioni nel terzo trimestre del 2025, con una crescita dell’ 11,7% anno su anno). I ricavi dei servizi Postepay nei primi nove mesi del 2025 ammontano a 1,2 miliardi di euro, con una crescita del 4,7% anno su anno (409 milioni di euro nel terzo trimestre del 2025, con una crescita del 3,4% anno su anno).

Nei primi nove mesi del 2025, i costi totali di Poste ammontano a 7,8 miliardi di euro, in crescita del 3,3% anno su anno (2,5 miliardi di euro nel terzo trimestre del 2025, in crescita del 2,2% anno su anno). I costi ordinari del personale nei primi nove mesi del 2025 si attestano a 4,2 miliardi di euro, in crescita del 2,4% anno su anno (1,3 miliardi di euro nel terzo trimestre del 2025, in crescita dell’1,1% anno su anno), riflettendo un più alto numero di fte e una maggiore retribuzione variabile. I costi non-hr5, ammontano a 3,4 miliardi di euro, in crescita del 5,2% anno su anno, nei primi nove mesi del 2025, (1,1 miliardi di euro nel terzo trimestre del 2025, in crescita del 4,4% anno su anno), a sostegno della crescita del business e della trasformazione.

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