Le reazioni

AI Act, Macron ‘preoccupato’ critica la regolamentazione europea: ‘Può bloccare l’innovazione’

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Il presidente francese Emmanuel Macron teme che regole troppo severe nella Ue blocchino il progresso e la ricerca di nuove applicazioni di AI in Europa, a tutto vantaggio di Usa e Cina.

Appena adottato, subito criticato. Il presidente Emmanuel Macron all’indomani del via libera (sofferto) da parte del trilogo Ue alla nuova normativa sull’AI Act è subito entrato a gamba tesa e non s riserve sul progetto di regolamentazione dell’intelligenza artificiale in corso a livello europeo, noto come legge sull’intelligenza artificiale. Un testo che dovrebbe regolamentare queste tecnologie e i loro potenziali rischi, consentendo allo stesso tempo lo sviluppo dell’innovazione europea in questo settore, ma che viene accolto con scetticismo dal presidente francese. “Chiedo di valutare regolarmente questa normativa. E se per causa sua perdiamo dei leader o dei pionieri, sarà necessario tornarci sopra”, ha dello il Capo dello Stato francese in un discorso pubblico tenuto ieri a Tolosa, scrive Le Figaro.

Francia e Germania

Da diversi mesi, Francia e Germania fanno fronte comune per spingere verso una regolamentazione che non soffochi, con troppi vincoli, alcune start-up del settore, come la francese Mistral AI, per la formazione di grandi modelli fondativi della tecnologia, che sono alla base delle applicazioni come ChatGPT. “Non penso che sia una buona idea e lo dico onestamente. Bisognerà quindi valutare la cosa”, ha aggiunto l’inquilino dell’Eliseo al riguardo, sottolineando che il Regno Unito, la Cina e anche gli Stati Uniti non hanno optato per una simile regolamentazione.

L’iter del regolamento

Per entrare in vigore, questo testo dovrà ora essere votato dal Parlamento europeo e da tutti i Ventisette. La sua entrata in vigore non è prevista prima del 2025, e nemmeno del 2026. “Possiamo decidere di regolamentare molto più velocemente e in modo molto più forte rispetto ai nostri principali concorrenti. Ma regoleremo cose che non produrremo né inventeremo più. Questa non è mai una buona idea e quindi dobbiamo essere sempre al passo giusto”, osserva Emmanuel Macron. “Questo regolamento è decisamente favorevole alle imprese” ha detto dal canto suo sabato a Le Figaro il commissario europeo al Mercato interno, Thierry Breton, aggiungendo che il testo “non è più oggetto di discussione”.

Macron ha detto di essere preoccupato che la nuova legge significhi che l’UE applicherà il regime più duro del mondo sui cosiddetti modelli fondativi, la tecnologia che è alla base dei prodotti di intelligenza artificiale generativa come ChatGPT di OpenAI, che può sfornare quantità di parole, immagini e codici simili a quelli umani in secondi.

Ha citato il caso di Mistral, la start-up di intelligenza artificiale con sede a Parigi, valutata 2 miliardi di euro in un round di finanziamento di successo, come esempio di “genio francese” che è stato uno dei primi leader nella costruzione di modelli di intelligenza artificiale.

Rincorsa Ue a Usa e Cina

Ma Macron ha aggiunto: “Quando guardo la Francia, è probabilmente il primo paese in termini di intelligenza artificiale nell’Europa continentale. Siamo testa a testa con gli inglesi. Non avranno questo regolamento sui modelli fondativi. Ma soprattutto siamo tutti molto indietro rispetto a cinesi e americani”.

I commenti di Macron, scrive il Financial Times, potrebbero far presagire una nuova battaglia sui termini finali della legge sull’AI, che dovrà ancora essere ratificata dagli Stati membri nelle prossime settimane. La Francia, insieme a Germania e l’Italia, è all’inizio delle trattative per chiedere modifiche o impedire l’approvazione della legge.

“La posta in gioco è alta e i francesi cercheranno di bloccarlo”, ha detto una persona a conoscenza dei colloqui, anche se pensava che il testo alla fine sarebbe stato approvato nonostante l’opposizione.

La Francia voleva attenuare le regole

I negoziatori francesi avevano cercato di attenuare le regole proposte nei colloqui maratona della scorsa settimana, ma alla fine il blocco si è mosso verso un rigido regime normativo che impone nuovi requisiti di trasparenza sui potenti modelli di intelligenza artificiale, nonché rigide restrizioni sull’uso della tecnologia di riconoscimento facciale.

Le nuove regole introducono anche divieti sull’uso dell’intelligenza artificiale per il “social scoring”, l’uso di metriche per classificare le persone in base al loro comportamento o alle caratteristiche personali. Le aziende che non rispettano la nuova legislazione rischiano sanzioni fino al 7% del fatturato globale.

Nuovi requisiti dispendiosi

“I nuovi requisiti – oltre ad altre nuove leggi radicali come il Data Act – richiederanno molte risorse per il rispetto da parte delle aziende, risorse che saranno spese per avvocati invece di assumere ingegneri di intelligenza artificiale”.

Tuttavia, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, l’organo esecutivo dell’UE, ha elogiato i legislatori per l’accordo politico sulle regole dell’IA, affermando venerdì scorso che “L’AI Act traspone i valori europei in un nuova era.”