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AI Act, Draghi: “Sospenderlo per i sistemi ad alto rischio”. Benifei (PD): “Sbagliato”

Draghi: “Sospendere AI Act in settori come le infrastrutture critiche e la sanità per valutarne impatto

È lunga la coda delle reazioni a quanto detto da Mario Draghi, ex Presidente del Consiglio dei ministri del nostro Paese ed ex Presidente della Banca centrale europea (Bce), in occasione della Conferenza di alto livello organizzata dalla Commissione europea, dal titolo: “Un anno dopo il rapporto Draghi: cosa è stato realizzato, cosa è cambiato”.

Riguardo l’AI Act europeo, Draghi ha chiesto una sospensione temporanea dell’attuazione della fase più avanzata del regolamento, quella che riguarda i sistemi di intelligenza artificiale (AI) ad alto rischio, specialmente in settori come infrastrutture critiche e sanità. Draghi ha definito le norme in vigore una fonte di incertezza e ha suggerito di mettere in pausa questa fase dell’attuazione fino a quando non saranno meglio comprese le possibili conseguenze negative di queste regole.

Le prime regole, che includevano il divieto di sistemi a “rischio inaccettabile”, sono state approvate senza particolari complicazioni. I codici di condotta firmati dalla maggior parte dei principali sviluppatori, insieme alle linee guida della Commissione di agosto, hanno chiarito le responsabilità. Ma la fase successiva, che riguarda i sistemi di IA ad alto rischio in settori come le infrastrutture critiche e la sanità – ha precisato Draghi – deve essere proporzionata e sostenere l’innovazione e lo sviluppo”.

Sospensione del regolamento AI condivisa da molte imprese europee

Secondo l’ex Premier italiano, in sintesi, “l’attuazione di questa fase dovrebbe essere sospesa fino a quando non ne comprenderemo meglio gli svantaggi”.
La riflessione riguarda la perdita di terreno dell’Ue rispetto a Stati Uniti e Cina nella competizione globale sull’intelligenza artificiale, anche a causa di problemi infrastrutturali, normative e costi energetici elevati. Draghi ha invitato a una riflessione approfondita prima di procedere oltre nell’implementazione delle regole, riflettendo una richiesta condivisa da molte aziende europee di una pausa per valutare meglio l’impatto della normativa.

Una posizione che diversi amministratori delegati di aziende del settore avevano già avanzato a luglio. Da ASML e Philips, da Siemens e Mistral, hanno chiesto una “sospensione di due anni” dell’AI Act. In una lettera alla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, hanno affermato che ciò consentirebbe “sia un’attuazione ragionevole da parte delle aziende, sia un’ulteriore semplificazione delle nuove norme“.

Benifei (Parlamento Ue): “Necessario verificare i dati dell’addestramento, la cybersicurezza e la capacità di controllo umano sul sistema

Intervistato da Arcangelo Rociola su La Repubblica, l’eurodeputato Brando Benifei, tra i relatori dell’AI Act, ha chiarito che un conto “è discutere del come e del quando”, un altro è proporre “di sospendere l’applicazione delle regole per i sistemi ad alto rischio che è prevista per agosto 2026”.

In poche parole, Benifei non è d’accordo con quanto affermato da Draghi, perché “se ad esempio un medico usa un sistema AI per fare diagnosi e elaborare terapie o una istituzione pubblica lo usa per stabilire quali profili scartare per delle assunzioni”, è fondamentale “verificare i dati dell’addestramento, la cybersicurezza e la capacità di controllo umano sul sistema”.

Un’operazione che “tocca agli sviluppatori a monte” fare, ha sottolineato l’eurodeputato italiano.

Semplificare non vuol dire deregolamentare

Nel frattempo, il vicepresidente esecutivo per la Sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia della Commissione europea, Henna Virkkunen, ha annunciato che l’esecutivo dell’UE presenterà a dicembre un cosiddetto pacchetto omnibus digitale, che riesaminerà tutta la legislazione tecnologica esistente e potrebbe alleggerire l’onere per le aziende, riducendo ad esempio gli obblighi di rendicontazione o trasparenza.
Ciò riguarderebbe anche le norme dell’Unione in materia di intelligenza artificiale.

L’agenda di ‘semplificazione’ dell’UE non dovrebbe essere utilizzata per promuovere la deregolamentazione, soprattutto in assenza di prove credibili che ciò sarebbe necessario o efficace“, si legge in un documento pubblicato da un gruppo di oltre 50 organizzazioni, tra cui Access Now, Centre for Democracy and Technology Europe (CDT) e l’Organizzazione europea dei consumatori (BEUC).

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