Il commento

Agenda digitale: Soldi nuovi con metodi vecchi diventano soldi vecchi

di Valter Casini, responsabile della comunicazione di Confartigianato Imprese Roma |

L'Italia digitale immaginata da Renzi si scontra con il team e la strategia messi da lui stesso in campo: questo è il cuore del parere espresso da Valter Casini, responsabile della comunicazione di Confartigianato Imprese Roma.

Una cosa che meritevolmente il Premier Renzi voleva rottamare era la politica che esisteva per creare nuove poltrone senza toccare le vecchie, che investiva sul passato invece che sul futuro, che pensava vecchio e quindi non ammodernava né se stessa né la PA, che usava i soldi dei contribuenti per pagare le strutture e non per lo sviluppo.

Applausi.

Buio, orologio ad oggi.

Nel 2015 il Governo Renzi nomina Antonio Samaritani a capo di AGID, una struttura di 90 dipendenti che ha la mission di superare il gap della PA Digitale italiana.

Nel 2016 il Governo Renzi nomina Diego Piacentini (Amazon) Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale e fissa dimensioni e budget (38 milioni) per la sua struttura.

Mentre vi rimando all’illuminante articolo di Raffaele Barberio per approfondire meglio l’affaire agenda digitale, non posso non prendere atto che non si esce dal problema di fondo che attanaglia il nostro splendido Paese: si vuole innovare attraverso ciò che va innovato.

L’Italia è piena di giovani talenti

L’Italia è piena di valenti consulenti di organizzazione.

Un Paese moderno avrebbe chiamato a raccolta i “cervelli” dell’organizzazione aziendale e li avrebbe messi in una innovation farm assieme ai migliori giovani talenti informatici.

Questa farm avrebbe affrontato con esperienza e modernità il problema, il costo (seriamente minore degli ingenti sprechi e duplicati in atto) sarebbe stato un investimento (l’ammodernamento e la semplificazione dei processi della PA) e PIL sano perché rivolto verso le imprese giovani.

Sa quale è il vero problema Presidente, e glielo dice uno che la apprezza (salvo quando esagera nell’essere fiorentino), è che per abolire il pranzo di Natale bisogna dare l’incarico ai tacchini e non ai cuochi della tradizione.

Saluti dal Distretto Digitale Italiano.