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AGCOM: media e Tlc, i numeri della crisi degli ultimi 5 anni

Né la crisi economica né la pluralità di vantaggi connaturati a Internet e alle nuove tecnologie hanno smosso gli imprenditori e gli editori a cambiare i modelli di business nel mondo dei media, in particolare nell’editoria, e nel settore delle telecomunicazioni. Ancora in pochi sperimentano e investono per innovarsi. E infatti i dati non possono che confermare un settore in gravi difficoltà.

Editoria perde il 30% dei ricavi, Tlc il 20%

Il settore dei media ha registrato nel quinquennio 2011 – 2015 forti contrazioni dei ricavi, con una perdita pari al 30% per l’editoria quotidiana e periodica e di oltre il 20% relativamente al settore delle telecomunicazioni. L’andamento significativamente negativo è fotografato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni nel focus sui bilanci 2011 – 2015 pubblicato oggi, dal quale si evince che il comparto ha registrato anche una decisa riduzione dei livelli di profittabilità, con il margine operativo lordo sceso mediamente dal 31,9% al 23,8% nel periodo di riferimento.

Nello specifico, i ricavi complessivi del settore editoria si riducono di circa due miliardi di euro: quelli ottenuti in Italia (3,86 miliardi nel 2015), flettono del 31,2%. Su base annua i ricavi totali nel 2015 mostrano una flessione del 4,8% (-3,8% quelli domestici) mentre il margine operativo lordo – mediamente pari al 10,8% nel 2011 – scende al 7,3% nel 2015, in flessione di un punto rispetto all’anno precedente.

In Tv giù la pubblicità

Relativamente al settore televisivo, nel periodo considerato i ricavi delle principali imprese si riducono di 940 milioni di euro, una flessione principalmente dovuta alla contrazione degli introiti pubblicitari. Anche la redditività è in calo: il margine lordo (Ebitda) passa dal 28,7% del 2011 al 20,1% del 2015 e il margine netto (Ebit) scende dal 5,4% a – 0,7%. Relativamente stabile risulta la patrimonializzazione (intesa quale rapporto tra patrimonio netto e passività complessive), che scende in misura consistente nel 2012 per tornare nel 2015 vicina ai livelli di inizio periodo.

 

Sky e i nuovi player contengono la disoccupazione nelle Tv

I livelli occupazionali complessivi mostrano tra il 2011 e il 2015 una diminuzione di 14.200 addetti, contrazione che ha interessato in particolare il comparto dei servizi postali (-6.000) e delle telecomunicazioni (-5.200). Per quanto riguarda il settore Tv, l’occupazione complessiva (21.000 nel 2015) rimane sostanzialmente stabile rispetto al 2011 grazie alla crescita degli addetti di Sky e dei nuovi players quali Discovery Channel, QVC Italia, e Viacom che compensa la riduzione dei dipendenti di Rai e Mediaset e delle imprese a diffusione locale. Gli effetti della crisi hanno maggiormente colpito il settore dell’editoria che ha visto una contrazione occupazionale del 16%.

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